La
cistite, la fastidiosa ed a volte impegnativa infezione delle vie
urinarie che colpisce, per motivi sopratutto anatomici, più la donna
che l’uomo con ripercussioni significative sulla qualità della
vita della paziente aprendo la strada, a volte, anche a ripercussioni
patologiche a carico di altri organi, può essere positivamente
fronteggiata con pochi ma efficaci particolari accorgimenti. E’
infatti acclarato che le donne in premenopausa esposte periodicamente
a cistiti o infezioni similari a carico del sistema urinario che
assumono meno di un litro e mezzo di acqua al giorno si espongono
maggiormente a infezioni di questo tipo.
Tale
situazione può migliorare, riducendo il numero di ricadute nonché
il ricorso agli antibiotici se le stesse pazienti aumentano la
quantità di acqua oltre un litro e mezzo al giorno. Tale conclusione
è afferente ad uno studio che ha riguardato una popolazione sia pure
ristretta di partecipanti, 140 donne, che soffrivano di cistiti
ricorrenti, con ben oltre tre episodi all’anno. Tutte le
partecipanti allo studio avevano dichiarato di assumere meno di un
litro e mezzo di liquidi al giorno. Alle stesse donne è stato
richiesto di assumere un ulteriore litro e mezzo di acqua al giorno
in aggiunta ai liquidi assunti giornalmente nel consumo abituale,
condizione questa che è durata per un anno di fila. I risultati sono
apparsi subito interessanti, in considerazione del fatto che l’anno
precedente allo studio, le stesse persone erano andate incontro a
oltre quattro episodi di cistite all’anno, ridotto a meno di due
episodi dopo l’aggiunta di liquidi come rilevato nello studio
scientifico. Ovviamente questo ha comportato per le pazienti un minor
ricorso agli antibiotici e, non solo, si è anche osservato che
l’intervallo fra un’infezione ed un’altra si era
significativamente allargato di diversi mesi.
Degno
di nota infine il fatto che le partecipanti allo studio avendo
assunto più acqua avevano aumentato il volume delle urine, la
frequenza di minzione e ridotto l’osmolalità delleurine. Ovviamente i limiti di questo studio scientifico sono
dati dal fatto che parliamo di uno studio monocentrico, ovvero,
condotto da un solo centro di ricerca ed un unico gruppo di
ricercatori e, quindi, non può essere comparato con studi paralleli.
Ma è tuttavia importante questo lavoro scientifico perché se è
vero che la raccomandazione dei medici di fronte alle infezioni
urinarie è quella di bere oltre un litro di acqua al giorno, è pur
vero che la raccomandazione non poggiava su uno studio effettuato,
sia pure coi limiti di cui sopra. Ne deriva quindi che aumentare
l’assunzione di acqua in primis, si dimostra una strategia efficace per
prevenire le cistiti ricorrenti nelle donne in premenopausa ad alto
rischio che bevono scarsi volumi di liquidi. Vero è che l’assunzione
di ulteriori liquidi non agisce come profilassi contro gli agenti
patogeni, ma crea tuttavia le condizioni affinché non si verifichino
ulteriori infezioni ed inoltre, fatto tutt’altro che trascurabile,
tale strategia è sicura, economica e non favorisce la
resistenza antibiotica.
Hooton
TM, Vecchio M, et al. Effect of increased daily water intake in
premenopausal women with recurrent urinary tract infections: a
randomized clinical trial. JAMA Internal Medicine
178(11):1509-1515.
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