Villagrande Strisaili, Sardegna
Forse l’essere non troppo alti è vissuto per qualcuno come un problema,
visto che “l’altezza è mezza bellezza”, come
diceva
un antico adagio, anche se poi non è per nulla detto che una persona
alta, per il solo fatto di essere tale, debba essere bella per forza! Ma secondo
i canoni che ci siamo dati in questa società, se
possiamo confidare in qualche centimetro in più, la cosa non ci
dispiace per nulla. Ma oggi siamo giunti al riscatto della bassa statura e la scienza ci da manforte in questo, da quando apprendiamo
che gli uomini diversamente alti, per adeguarci al politically
correct ,
vivrebbero
più a lungo di quelli alti!
Per
quanto strano possa sembrare, asserire che gli uomini bassi vivano
più a lungo dei loro coetanei alti, non è per niente una burla, sarebbe
invece una verità scientifica, nata dall’osservazione avvenuta in
Sardegna, convenuto che i sardi sono in media i più bassi d’Europa.
Basta questo per giustificare l’assioma, più bassi si è, più a
lungo si vive? Non è proprio così, però, quel che certo è, che i sardi sono
la popolazione più longeva in assoluto, sopratutto se ci si inoltra
nel cuore dell’Ogliastra e precisamente a Villagrande Strisaili
dove è ormai risaputo che è il posto con il primato della longevità
e proprio lì, come in tutta la Sardegna, come detto, le
stature delle persone sono mediamente più basse che altrove.
Interessante e suggestiva la ricerca portata avanti dal CNR e da un lavoro
congiunto fra ricercatori di Cagliari e loro colleghi belghi, nello
specifico, Michel
Poulain dell'Università di Louvain (Belgio) e Luisa Solaris
dell'Università di Cagliari, che hanno studiato qualcosa come 500
soldati di leva fra il 1866 ed il 1915 e hanno riportato i
risultati del lavoro svolto presso il 'Biodemography and Social
Biology'. La ricerca voleva stabilire l’età di ciascuno di questi
militari alla morte con l’altezza misurata a 20 anni e si è visto
che i militari dell’epoca che non superavano il metro e 61
centimetri, erano vissuti più a lungo dei loro commilitoni più alti.
Dei lavori analoghi sono stati effettuati anche in Giappone, Spagna,
Grecia, Nord Europa e Stati Uniti ed il risultato è stato più o meno analogo
rispetto a quanto avvenuto nell’Ogliastra. Poi si è passati ad
un’altra comparazione, stavolta ad essere presi in esame sono stati
degli animali, cani in particolare, ma anche scimmie, cavalli, topi e
ratti e si è visto che più piccola era la loro taglia maggiori
possibilità di vita lunga detenevano. In effetti, se
limitiamo l’osservazione sui cani coi quali abbiamo maggiori
occasioni di incontro, molto
empiricamente giungiamo alla stessa conclusione, più piccola è la
taglia, maggiori anni di vita detengono questi nostri amici a quattro zampe.
Risulta
del tutto ovvio che se questa teoria fosse del tutto confermata, le
possibilità che la statura incida sulla durata della vita non è assoluta, anzi del tutto limitata a non oltre il 10% di tutti quegli eventi che incidono sulla
durata della vita media di un uomo. Ad esempio, occorre che
ci si riferisca ad un campione di persone che abbianmo più o meno
uguali stili di vita, che abbiano, più o meno, la stessa genetica ed è
del tutto ovvio scartare quelle ipotesi di premorienza che attendono
ad eventi fortuiti come incidenti o situazioni similari.
Ma
se consideriamo il lavoro svolto da Poulain e Solaris, una logica
nelle loro conclusioni c’è, eccome ed è dovuta al minor numero di
cellule soggette a carcinogenesi, ovvero quel processo che trasforma
cellule normali in cellule cancerose e non solo, parrebbe che negli
uomini più bassi vi sia la possibilità di un rinnovo delle cellule
maggiori rispetto alle persone di più alta statura e, ancora,
si assiste nei soggetti bassi ad una più elevata
efficienza di pompaggio del cuore, a livelli più bassi di proteinaC-reattiva che concorrono, sia pure solo in parte, a determinare la
durata della vita.
Il
Cnr di Sassari, che da anni studia sotto il profilo genetico,
ambientale, epidemiologico e demografico le caratteristiche di
popolazioni che vivono isolate in varie regioni della Sardegna
concorda in parte con questa teoria:
“la predisposizione genetica,
se pure fondamentale, è solo uno dei molti fattori che controllano
la longevità, sostiene il CNR. Facendo riferimento, per esempio, ad uno studio
sugli abitanti dell'Ogliastra, la cui durata della vita è aumentata
significativamente a partire dalla terza decade del 1900, i
ricercatori dell'Igp-Cnr hanno spiegato che a rafforzare la
componente ereditaria della longevità contribuiscono il benessere
economico, un'alimentazione sana, le buone cure mediche e il
continuare a vivere, anche in tarda età, all'interno di un nucleo
socio-familiare”.
Insomma, statura o no, è importante che vengano
soddisfatte anche le condizioni appena viste, senza dimenticare un aspetto importante che ha determinato la maggiore durata della vita media dell'uomo. La minor fatica nel lavoro. Senza di quella, non ci sarebbe stata statura, alimentazione e cure mediche a determinare la longevità negli umani.Fonte: Anna
Maria Salvatore redazione CNR
Villagrande Strisaili, Sardegna |
Forse l’essere non troppo alti è vissuto per qualcuno come un problema, visto che “l’altezza è mezza bellezza”, come diceva un antico adagio, anche se poi non è per nulla detto che una persona alta, per il solo fatto di essere tale, debba essere bella per forza! Ma secondo i canoni che ci siamo dati in questa società, se possiamo confidare in qualche centimetro in più, la cosa non ci dispiace per nulla. Ma oggi siamo giunti al riscatto della bassa statura e la scienza ci da manforte in questo, da quando apprendiamo che gli uomini diversamente alti, per adeguarci al politically correct , vivrebbero più a lungo di quelli alti!
“la predisposizione genetica, se pure fondamentale, è solo uno dei molti fattori che controllano la longevità, sostiene il CNR. Facendo riferimento, per esempio, ad uno studio sugli abitanti dell'Ogliastra, la cui durata della vita è aumentata significativamente a partire dalla terza decade del 1900, i ricercatori dell'Igp-Cnr hanno spiegato che a rafforzare la componente ereditaria della longevità contribuiscono il benessere economico, un'alimentazione sana, le buone cure mediche e il continuare a vivere, anche in tarda età, all'interno di un nucleo socio-familiare”.
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