Chissà a quanti di noi sarà capitato di rimandare una cosa che urgerebbe fare subito, fino a quando non siamo costretti ad eseguire il compito assegnatoci e di fretta pure, ma al contempo, assecondiamo il desiderio o la necessità di una telefonata che ci sembra più urgente che mai, oppure il bisogno di uno snack che conviene non rimandare assecondando i borbottii del nostro stomaco e per chi fuma, una sigaretta nel bel mezzo dell’azione improcrastinabile da compiere! Un tempo si annetteva il rimandare perenne alla non voglia di compiere un’azione, la riprova? Chi davanti ad un evento che ci da piacere, procrastinerebbe mai?
Secondo i ricercatori ci sarebbe un collegamento fra il rimandare compiti importanti e eventuali patologie, ma un dubbio serpeggia nella mente degli scienziati. Si rimanda un impegno perché si è pigri, oppure abbiamo forme latenti di depressione che incidono sul nostro umore al punto da annientare ogni iniziativa a breve?
Gli studiosi sono giunti a questo risultato monitorando una nutrita squadra di giovani volontari di entrambi i sessi, 3.525 studenti svedesi per la precisione, a cui erano stati dati dei compiti da eseguire. Successivamente si è constatato che fra coloro che tendevano a rimandare i compiti loro assegnati rispetto ad altri che li eseguivano regolarmente e nei tempi prestabiliti, si manifestavano, non più di nove mesi più tardi, anche sintomi più evidenti di depressione, ansia e stress, oltre ad altri disturbi associati quale dolori invalidanti agli arti superiori, disturbi dell’addormentamento, caduta dell’umore con ripercussioni serie sulla vita delle persone che ne erano affette. I ricercatori non hanno a questo punto più espresso alcuna incertezza, ritenendo tali malanni sempre successivi all’abitudine di procrastinare, al punto che coloro che sono soliti rimandare farebbero bene a farsi seguire da uno psicologo e/o uno psicoterapeuta. La domanda quindi appare spontanea. Possibile che in ogni gesto, per una scienza sempre pronta a guardarci come pazienti e mai come uomini e donne, con i propri vizi e le proprie virtù, con le proprie certezze e le nostre fragilità, si cela una malattia da curare immediatamente? Possibile che persino farsi un drink ritardando un compito che non ci piace assolvere deve essere interpretato per forza come una malattia?
Mah, chi lo sa… Quel che sappiamo è che spesso le cose improcrastinabili sono così tanto noiose e ributtanti che se non si rimandassero sistematicamente forse si che avremmo bisogno dello psicologo!
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