martedì 16 maggio 2023

Covid 19: l'eccesso di igiene ai tempi della pandemia, ci ha insegnato qualcosa?



Nel clou della Pandemia di Coronavirus, chi non ricorda la stragrande maggioranza delle persone intente a sanificare ogni superficie di contatto che poteva venire in contatto con il nostro corpo. Pavimenti lustrati fino a scorticare le mattonelle, superfici lavabili dei lavandini disinfettati come fossero arredi di sala operatoria, maniglie, stipi e chi più ne ha, più ne metta. Il bello, o il brutto a questo punto è, che tale corsa a rendere asettico ogni centimetro quadrato della nostra casa, si è diffuso pure negli spazi pubblici, col risultato che non c’era ufficio pubblico, ritrovo, persino chiese dove non ci fosse un armamentario di agenti pulenti,, tanto lindo e pulito era il tutto, con buona pace di chi aveva scambiato il Covid per un flagello divino.

Ma aver disinfettato tutto fino allo spasimo, ci ha fatto bene? Continuarlo a fare, pretendendo in questo modo di azzerare tutti i patogeni della terra, continua a farci bene? Oppure, abbiamo inebetito il nostro sistema immunitario al punto che, privato di qualsivoglia allenamento e ci riferiamo sopratutto ai bambini, ha fatto si che tale sistema si comporti, privo di esperienza come è diventato, al pari di un cagnolino allevato in casa al riparo dai pericoli, improvvisamente collocato in mezzo ad un branco affamato di cani randagi. E aver reso tutto asettico, con sostanze chimiche aggressive, ci ha fatto correre o ci sta facendo correre il rischio di doverci misurare con composti chimici più gravi del patogeno che volevamo combattere?

A giudicare il fatto che alcuni dei disinfettanti più usati ai tempi della pandemia, sia in casa che negli spazi pubblici e che ancora da molti vengono utilizzati con tanta disinvoltura, sono a base di composti di ammonio quaternario, sotto forma di soluzioni disinfettanti, spray, usati tal quali o diliuti con acqua, insomma offerti in tutte le salse, considerando anche che se ne è fatto un uso sproporzionato con la falsa aspettativa di far fuori ogni patogeno, sopratutto il Covid 19, da ogni angolo del creato, fermo apprendere che la loro azione sul Covid era molto relativa, risulta utile sapere che questi composti non sono per nulla salutari per il nostro organismo. 

I cosidetti QAC, che sono appunto i composti di ammonio quaternario, hanno effetti avversi sulla nostra salute a partire dalle irritazioni alla pelle e dai danni di varia natura a livello respiratorio. Ma, così come sono stati descritti in letteratura scientifica, la loro azione sull’interruzione della funzione metabolica rappresentata dall’omeostasi lipidica, che sarebbe l’equilibrio lipidico che le cellule mantengono autoregolandosi, parrebbe quanto mai assodata. Una sostanza che, nello specifico, agisce sull’omeostasi lipidica genera sovrappeso, fin’anche obesità e comunque riduce l’energia delle cellule. I QAC, utilizzati a sproposito, oltre a tali conseguenze, potrebbero anche avere effetti avversi sulle cellule riproduttive dell’organismo e nei casi di bambini coinvolti, questi potrebbero riportare danni dell’accrescimento. Ciò non significa che utilizzare prodotti disinfettanti con tali sostanze debba aver comportato sicuramente questi danni, ma sicuro è che maneggiare questi prodotti con maniaca persecuzione del patogeno può aver contribuito a danneggiare il nostro organismo e quello dei nostri cari o di quelli che per lavoro o per qualsiasi altra ragione erano e sono costretti a visitare uffici e luoghi aperti al pubblico dove erano imposti questi livelli di disinfezione.

Al fine di non allarmare la popolazione, si è preferito informare gli operatori che maneggiavano tali prodotti, riportando i soli danni eventuali derivati dall’utilizzo degli stessi, limitato a sporadiche dermatiti allergiche, in soggetti predisposti o asma per soggetti con comprovata allergia a questi principi attivi.

Un altro problema che si riscontra con l’uso incongruo dei composti a base di ammonio quaternario è quello di aumentare la resistenza antimicrobica, ovvero la resistenza agli antibiotici, col rischio di trovarci domani di fronte ad un’infezione e non disporre nell’immediatezza, di un antibiotico efficace per superarla, si da creare dei superbatteri resistenti ai disinfettanti e, come visto, agli antibiotici. Proprio la Pandemia a causa del Covid 19 ha amplificato questo problema, riscontrando anche come la permanenza nell'aria delle sostanze di cui sono costituiti molti disinfettanti, era persistente, anche quando apparentemente il prodotto non sembrava più presente, fatto che ha finito per contaminare le persone che hanno visitato o soggiornato in quelle aree trattate con troppa disinvoltura.

Composti che possono creare problemi

Chi si mette alla ricerca dei composti detenuti nei comuni disinfettanti atti a pulire le abitazioni e non solo, dovrebbe guardare nell’etichetta apposta dal produttore e constatare la presenza di un altro principio molto in uso che è il benzalconio cloruro. Ciò perché non è escluso che qualche utilizzatore di questi prodotti si senta rincuorato dal fatto di non leggere nelle etichette la presenza di composti di ammonio quaternario e per questo sentirsi al sicuro, quanto invece scoprire il benzalconio cloruro, quale ingrediente principale che entra nella stragrande maggioranza dei detergenti di uso domestico con proprietà battericide. Ebbene, servirà sapere che il benzalconio cloruro è formato da una miscela di QAC, stessa cosa per il cloruro di ammonio e similari.

Quel che di certo c’è è che, con la pandemia, si è fatto un uso spropositato di questi prodotti, complici anche un mainstream che invogliava la gente a disinfettare in maniera ossessiva, ricordiamo le raccomandazioni sul tempo di sopravvivenza del virus, nelle superfici a seconda della loro costituzione, persino nei sacchetti della spesa. Era del tutto ovvio che poi la popolazione reagisse in modo isterico a questa continua pressione emotiva.

Ora che, forse, siamo tutti un po’ più rinsaviti, risulta utile sapere che nessuno pensa di bandire, tout court, queste sostanze, semmai andrebbero usate con parsimonia, per il tempo necessario che servono e nelle giuste misure, così come sarebbe opportuno usare i guanti e proteggersi gli occhi anche dai vapori che sono soliti sprigionare anche se impecettibili alla vista, infine aereando gli ambienti. Laddove non vi sia inoltre bisogno di un germicida di questa portata, sarebbe più opportuno rivolgersi a detergenti meno aggressivi che non contengano composti di ammonio quaternario nelle sue diverse forme, ma che utilizzino gli stessi ingredienti del sapone mani o dei detrgenti per piatti compresi quelli a base di aceto, acido citrico, perossido di idrogeno, alcol etilico. Puliscono bene, detergono a fondo, hanno potere battericida, evaporano prima e non sono particolarmente aggressivi per l’organismo. Per tutti dovrebbe comunque valere una sorta di buon senso. Eccedere con tutti i detergenti è sempre dannoso, farlo con quelli più aggressivi lo è anche di più, così come, non è mai una buona cosa pensare di sterminare tutti i batteri e i patogeni che pensiamo si annidino in casa o altrove, perchè anche i germi patogeni, nella giusta misura, ci servono per vivere, in tutto occorre trovare la giusta misura.

Fonte: The Conversation

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