Lo Studio Pros-it CNR, che ha raccolto i dati da circa 200 pazienti, di ciascuno dei quali sono stati valutati in media 11 prelievi bioptici prostatici, per un totale di oltre 2.000 prelievi analizzati come riferisce Stefania Maggi, dirigente di ricerca della sezione di Padova-Invecchiamento del Cnr-In.
“La maggiore criticità negli studi in questo campo è rappresentata dalla complessità nel definire e quantificare l’infiammazione prostatica. In particolare, la sede del tessuto ghiandolare interessata dal processo infiammatorio, il grado e l’estensione dell’infiammazione possono variare molto da soggetto a soggetto. Pertanto, gli studi su piccole popolazioni presenti in letteratura danno spesso risultati parziali e inconcludenti”.
Tale Studio, per la prima volta ha consentito di stabilire con estrema puntualità e precisione, il rapporto in essere fra infiammazione e tumore alla prostata,
“In particolare, abbiamo chiarito che la presenza di infiammazione di grado elevato, localizzata in sede peri-ghiandolare (nel tessuto stromale che circonda il tessuto ghiandolare) e con un pattern di presentazione multifocale, è più frequentemente associata a neoplasia prostatica”. Ne deriva pertanto, che conosciuta al meglio l’eziologia è più facile indirizzare il paziente verso quegli screening volti a diagnosticare per tempo eventuali neo formazione, sopratutto in quei soggetti per i quali è nota la predisposizione alle infimmazioni prostatiche. “L’infiammazione cronica della prostata è stata considerata per molti anni come una patologia di minore importanza rispetto all’ipertrofia benigna (ingrossamento e conseguenti disturbi urinari) o al carcinoma, e per questo spesso trascurata. Alla luce di questi nuovi dati dovremmo porre più attenzione a questa condizione che colpisce numerosi uomini e che può essere trattata correggendo stili di vita sbagliati o utilizzando terapie mirate”, aggiunge Maggi.
“Le analisi sui dati dallo studio Pros-IT2 continueranno nei prossimi mesi, con l’obiettivo di approfondire le valutazioni sul rapporto tra tumore prostatico e tipologia e sede dell’infiammazione prostatica”, conclude Marianna Noale.
Fonte: CNR – Università di Firenze
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