Una doccia frettolosa, un'involontaria
palpazione al seno, tanto basta ad una donna per trasalire in preda
all'angoscia, alla semplice evidenza di un noduletto ad una mammella, immaginato
come un tumore maligno al seno.
Per fortuna la paura di incorrere in una
grave patologia neoplastica al seno è a volte infondata, ciò non significa che
bisogna sottovalutare quelle nodosità o le eventuali piccole cisti che si
apprezzano sotto le dita, tutt'altro, semmai bisognerà prendere coscienza del
fatto che nella vita di una donna, le possibilità che eventuali formazioni
anomale localizzate in una o su entrambe le mammelle facciano la loro comparsa,
sono evenienze tutt'altro che rare.
Una cosa è certa, bene farà la donna a
rivolgersi al medico di famiglia ogni qualvolta ravvisi un cambiamento della
consistenza, della grandezza, o della struttura del proprio seno e ogni
qualvolta avverta sotto le dita una formazione estranea.
Premesso ciò, cerchiamo di conoscere meglio
e più nel dettaglio quelle manifestazioni a carico della ghiandola mammaria che
si avvertono alla palpazione in maniera anche occasionale e che generalmente
vanno sotto il nome di noduletti mammari. Anche in questo caso occorrerà
ricordare che una donna fertile di tanto in tanto è soggetta ad andare incontro
alla possibilità di piccole formazioni per lo più benigne che potenzialmente
tendono a divenire nel tempo vere e proprie
cisti.
Queste possono localizzarsi
isolatamente, a gruppi, a grappolo, disseminate, per lo più fluttuanti.
Tecnicamente ci si può trovare insomma di fronte ad una mastopatia fibroadenomatoso cistica che, al di là
di quelle che saranno le cure disponibili per intervenire sul problema, per lo
meno andrà attentamente valutata dal medico.
Pertanto, risulta importante stabilire le
cause di queste mastopatie fibrocistiche che vanno ascritte all'attività
dell'ovaio, tant'è che sopraggiunta la menopausa le possibilità di andare
incontro ad una manifestazione di questo tipo si affievoliscono sempre di più. Tutto
ciò, tuttavia, senza escludere in toto anche un'eventuale predisposizione della
donna ad ammalarsi, in particolar modo se all'interno dello stesso nucleo
familiare il problema sia condiviso anche da altre componenti.
Quando ci riferiamo alla mastopatia
fibrocistica, parliamo di una patologia di natura sicuramente benigna, ma non
dobbiamo al contempo non considerare che, pur in quanto tale, siamo pur sempre di
fronte ad una patologia. Tale
riflessione è tanto più importante se consideriamo al contempo che la
possibilità di andare incontro a cisti della ghiandola mammaria è aumentata
laddove l'organo interessato dal problema sia al contempo esposto ad altre
malattie, quali infezioni o infiammazioni, oppure se non tralasciamo di
ricordare che in conseguenza di quest'ultimi stati patologici la possibilità di
ammalarsi di cisti fibrocistiche non è per nulla esclusa. Ecco perchè una donna
che scopra sotto le dita la presenza di noduletti di qualsivoglia natura dovrà
informare il proprio medico di famiglia al fine di escludere eventuali
malattie, oppure, intervenendo adeguatamente sulle stesse, qualora se ne accerti la presenza.
Rincuorerà sapere tuttavia che una
mastopatia molto difficilmente si trasforma in una neoplasia maligna, ma non
basta solo questo per tranquillizzare chi vi soffra, visto che la patologia non
passa di certo inosservata. E, dunque, fastidio, malessere generale ed a volte
dolore, fanno parte dei primi sintomi riferiti dalla paziente, ne consegue che
anche una mastopatia andrà trattata adeguatamente con il ricorso alle terapie
per lo più farmacologiche precedute da quel corollario di esami diagnostici, in
primis l'ecografia e la mammografia, al fine di escludere altre malattie di
norma più serie. Nel novero degli esami clinici da eseguire, rientrerebbe anche
la biopsia mammaria, laddove l'esito degli accertamenti eseguiti in precedenza non
offrisse un quadro chiaro per poter formulare una diagnosi certa e precisa.
Trattamento della mastopatia
fibrocistica
Il trattamento della mastopatia
fibrocistica si basa su quei farmaci sintomatici atti a limitare il dolore
avvertito dalla paziente ed al contempo a ridurre l'infiammazione che si sia
instaurata, dunque, il ricorso ai Fans diviene un momento importante della
cura. A giudizio del medico si potrà anche confidare sull'apporto di altri
antinfiammatori più specifici, compresi alcuni enzimi, che sfruttano la loro capacità di ridurre l’edema andatosi a formare; ricordiamo la bromelina e l’escina che in qualche situazione,
soprattutto di fronte a cisti di piccola portata, possono, combinandosi con i fans, dare il loro contributo nella soluzione del
problema. In questa logica trova ragion d'essere anche il
cortisone, potente antinfiammatorio per eccellenza, con l'avvertenza che nessun farmaco, men che meno il cortisone, andrà assunto senza prescrizione medica, ricordando oltretutto gli effetti collaterali che l’uso prolungato dei cortisonici determinano nel tempo.
Eventuali ormoni da somministrarsi caso per caso, molte volte possono ricondurre lo stato
patologico verso una remissione della sintomatologia e della stessa eventuale malattia che l'abbia determinata.
Il ricorso all'intervento chirurgico è
riservato a quei casi dove la farmacologia non ha sortito i risultati sperati,
o in quelle circostanze che abbiano comportato eventuali danni agli organi
vicini “disturbati” dalla presenza di queste formazioni. Ci riferiamo ad
interventi per lo più semplici che riportano il tutto alla normalità in breve
tempo e che quasi sempre preservano intatta la struttura dell'organo dove si
sia intervenuti.
Ragion per cui, una donna che allo specchio o sotto le dita
avverta la presenza di una formazione estranea, ciò al di là della normale
prevenzione posta in essere, dovrà recarsi il prima possibile dal proprio
medico senza alcun indugio e con lui trovare la soluzione all’eventuale
problema insorto.
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