mercoledì 8 febbraio 2012

Dismenorrea: quando l'appuntamento con le mestruazioni diventa atroce!


Per alcune donne l’appuntamento mensile con il ciclo mestruale è vissuto come un vero e proprio incubo ricorrente, eppure così non dovrebbe per nulla essere, visto che le mestruazioni sono eventi del tutto naturali e necessari alla specie umana e animale. Ma quando i dolori e i malesseri si fanno insopportabili è segno che qualcosa nell’equilibrio fisico della donna non funziona e questo può essere anche messo in stretta relazione con eventuali malattie silenti della quale neanche la “vittima” dei malesseri è a conoscenza. Si chiama pertanto dismenorrea quella condizione clinica che determina, all’approssimarsi del ciclo mestruale, uno stato di prostrazione fisica e psicologica, che abbassa notevolmente la qualità della vita, soprattutto a causa di dolori che a volte diventano persino intollerabili.

I dolori cui la donna affetta da dismenorrea solitamente accusa, sono accompagnati alle mestruazioni vere e proprie, ma non è raro che queste lancinanti fitte di tipo crampiforme, continue o intervallate da periodi di tregua, da qualche minuto a qualche ora, si presentino ancora prima della mestruazione vera e propria. A tutto ciò si aggiunge un decadimento dell’umore, un senso di prostrazione continua, spesso intervallato o aggravato da stati di ansia e grave malessere generale. Visto che non parliamo dei fastidi mestruali, solitamente controllabili con degli antidolorifici a basso dosaggio, dobbiamo considerare la serie di eventi che va sotto il nome di dismenorrea all’interno di una classificazione più dettagliata al fine di individuarne eventuali cause e possibili trattamenti terapeutici successivi.

Si parla dunque di dismenorrea primaria quando la condizione clinica che causa alla persona che ne soffre tutti i disagi di cui sopra, non è messa in relazione ad alcuna particolare patologia che ne possa dare causa.
Si definisce invece dismenorrea secondaria la stessa condizione ma che è messa in relazione con patologie insorte che si “risvegliano”, almeno nei sintomi, al verificarsi del ciclo mestruale.
Solitamente le malattie che causano una dismenorrea secondaria appartengono alla sfera ginecologica ed infatti, particolare significato assumono patologie del calibro dell’endometriosi, delle pelviti, dei fibromi uterini, delle malformazioni congenite, persino dello spostamento dello IUD, la spirale intrauterina. Ognuna di queste patologie e/o condizioni deve essere affrontata dalla paziente insieme al suo ginecologo per fare piena luce sulle singole manifestazioni e prevederne la cura, tant’è che una volta che si sia individuata l’origine della dismenorrea secondaria, solitamente la donna ritrova benessere anche durante il ciclo mestruale. E che la dismenorrea, primaria o secondaria che sia, finisce con l’essere una condizione gravosa per la donna, lo dimostra anche il carico economico che tale patologia riverbera nella collettività. Si pensi infatti alle giornate di lavoro che la donna perde a causa di questa condizione patologica, insieme alle ore scolastiche che una studentessa sacrifica a fronte di una dismenorrea. Si contano infatti dalle 5 alle dieci ragazze ogni 100 osservate, che subito dopo il menarca e per un paio di giorni al mese, manifestano forme alla stregua di una qualsiasi altra malattia che si riflette, negativamente, sulle normali attività svolte.
Se come abbiamo detto la dismenorrea possiamo dividerla in due precisi classi a seconda
che sia o meno annessa a qualche patologia insorta, anche la diagnosi ci aiuta a classificare la persona che ne soffre all’interno di una precisa catalogazione. Ciò è tanto più facile in quelle ragazze che cominciano a soffrire di dismenorrea fin dall’avvento del menarca. In questo caso probabilmente a generare il problema è una malformazione congenita che ha preso forma proprio con l’avvento della prima mestruazione. Nel caso di donne in cui il problema si manifesta durante il corso della propria vita ed in maniera quasi improvvisa, l’orientamento del medico curante è nella direzione che lo porti ad immaginare che si sia fatta strada nella sua paziente una patologia di tipo ginecologico.  
La sintomatologia
Resta il fatto che la donna deve imparare a riconoscere i propri sintomi, soprattutto quando comincia a soffrire di dismenorrea, ricordando che il dolore insorto con la mestruazione, se assume connotati riferibili ad una colica addominale non è per nulla giustificabile all’interno di un normale ciclo mestruale e dunque il consiglio di recarsi dal proprio medico curante è sempre quello giusto. Dunque vediamo i sintomi che ci devono far ritenere che ci si trovi di fronte ad episodi di dismenorrea. Il dolore, in primis, come detto, che può raggiungere intensità elevatissima, addirittura c’è chi lo associa a quello da parto, e, generalmente, ha sede nel punto più basso dell’addome, talora irradiandosi internamente alle cosce e, posteriormente, alla schiena. Nella maggior parte dei casi, l’esordio precede di alcune ore la mestruazione e ha il suo picco il primo giorno ed eventualmente il secondo, tendendo a scemare dal terzo giorno in poi. Al dolore può essere associata nausea, diarrea, mal di testa, in alcuni casi persino vomito, vertigini, perdita di forza, inappetenza e, in rari casi, anche svenimenti e collassi.
La diagnosi quanto prima possibile effettuata da un medico preferibilmente specialista, accompagnata da una accurata anamnesi sulla persona è in grado di fare luce sulle motivazioni di tale stato patologico e per farlo il medico si avvale di numerosi supporti diagnostici quali ad esempio, l’ecografia, eventuali radiografie, in qualche caso ci si può rivolgere anche alla Tac., alla laparoscopia e agli esami ematici, soprattutto quando le forme di dismenorrea sono associate a forme patologiche di difficile individuazione.
Nel novero delle forme di dismenorrea trovano posto quelle in cui il dolore è ritenuto psicogeno. Insomma, alcuni studi suggeriscono che in particolari e circoscritti casi in cui la mestruazione rappresenta per la donna un problema tanto grande da destabilizzarla e per questo la stessa tende a rifiutare l’arrivo del ciclo mestruale, possono farsi strada forme di dismenorrea dove il dolore prende il sopravvento sugli altri sintomi caricandosi di disagi di natura psicologica al punto da mimare in qualche modo una patologia organica ginecologica di fatto inesistente. Tale forma riferita al dolore psicogeno non deve essere trascurata, poiché sarà compito del medico ed eventualmente dello psicologo stabilire l’origine di un disagio tanto grave da generare nella persona sintomi tanto plateali.
La dismenorrea primaria
Abbiamo visto le forme di dismenorrea secondaria associate a patologie. Ma cosa accade invece in quelle donne cui l’appuntamento con le mestruazioni diviene atroce senza che però manifestino alcuna patologia correlata al sintomo? Secondo recenti studi, la dismenorrea primaria è associata alla fase dell’ovulazione dove le contrazioni uterine sono centuplicate rispetto alla normalità in fatto di numero ed energia dei muscoli nelle fasi della contrazione. A causare tutto ciò potrebbero essere le prostaglandine, particolari sostanze chimiche prodotte e rilasciate dall’organismo che entrano, in questo caso, nella regolazione del flusso sanguigno in risposta a fattori di tipo infiammatorio anche se non sono escluse eventuali altre cause. A volte al medico basta poco per individuare l’origine di una dismenorrea primaria nella giovane e non più giovane donna che ne soffra, un compito questo che può essere più agevole rispetto alla ricerca di eventuali patologie nascoste riferibili ad una dismenorrea secondaria. Sovente, infatti, basta agire sulle prostaglandine con particolari farmaci o risalire ad un’infiammazione della sfera ginecologica, intervenendo anche in questo caso con altri farmaci per risolvere il tutto in poco tempo. E visto che si è parlato di farmaci, vediamo quali sono i più usati nel contrasto dei sintomi della dismenorrea, indipendentemente dalle cure che si andranno a fare nel trattamento delle patologie eventuali responsabili del disturbo.
Curare i sintomi
Anche per i sintomi dolorosi della dismenorrea rispondono bene i cosiddetti antinfiammatori non steroidei, anche noti come FANS a partire dall’aspirina, quest’ultima però si preferisce non usarla a causa dell’effetto negativo che ha sui sanguinamenti in generale. Utile, a stretto controllo medico, la pillola anticoncezionale, per l’effetto indotto sul rilascio delle prostaglandine da parte di questo farmaco che oggi, oltretutto, è quanto più fisiologicamente vicino alle esigenze della donna. Oltretutto la pillola determina anche una riduzione del volume del sangue mestruale e la soppressione dell’ovulazione. Per quanto infine concerne il trattamento della dismenorrea secondaria, fermo l’utilizzo di quei sintomatici che danno sollievo alla paziente, sarà compito dello specialista individuare eventuali patologie insorte che sono all’origine del problema.

1 commento:

  1. Complimentiottimo articolo approfondito ed esaustivo
    GINA

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