Emicrania: quando diventa insopportabile con le mestruazioni


Le donne che durante il ciclo mestruale soffrono di violenti attacchi di emicrania,  sanno che parliamo di una condizione clinica che rende penosa la loro vita al punto da fare attendere quasi con angoscia l’arrivo delle mestruazioni al solo pensiero di poter soffrire di una condizione patologica che finisce col rendere la vita quasi impossibile in quei giorni.

Ma la scienza di fronte a tali eventi non resta inerte, lo dimostra un recente studio scientifico effettuato da ricercatori italiani guidati da Gianni Allais, del Centro delle cefalee femminili dell'università di Torino, e Gennaro Bussone, dell'Istituto Neurologico Besta di Milano, e ha messo a confronto due triptani - frovatriptan e zolmitriptan - per valutarne efficacia e tollerabilità.

Ma cosa è l'emicrania

L'emicrania non è un banale mal di testama una complessa patologia neurologica. Si manifesta con un dolore pulsante, spesso localizzato su un solo lato del capo, e può durare da poche ore a diversi giorni. I sintomi tipici includono nausea, vomito e una forte sensibilità a luce, suoni e odori, che costringe spesso a cercare un ambiente buio e silenzioso.

Si distingue in due tipi principali. L'emicrania senza aura, la forma più comune, si presenta con i sintomi sopra descritti senza alcun preavviso. L'emicrania con aura è invece preceduta da sintomi neurologici transitori che durano circa 20-60 minuti. L'aura si manifesta spesso con disturbi visivi, come lampi di luce, linee a zig-zag o punti ciechi, ma può includere anche formicolii, difficoltà nel linguaggio o debolezza muscolare.

I trattamenti si dividono in due categorie: quelli acuti, ricordiamo i fans, partendo dall'Aspirina in poi, per gestire l'attacco in corso, e quelli preventivi, per ridurne la frequenza e l'intensità. La gestione efficace dell'emicrania richiede un approccio personalizzato, che può includere farmaci, ma anche modifiche dello stile di vita e tecniche di gestione dello stress.

Vediamo la ricerca cosa dice

I triptani sono sostanze chimiche derivate dalla triptamina capaci di ridurre l’intensità dolorosa dell’emicrania senza però partecipare alla cura della condizione patologica. Nello studio effettuato si sono presi in esame 76 donne le cui mestruazioni erano regolari nonostante le stesse pazienti fossero affette da emicrania correlate al ciclo stesso. Ognuna di queste donne aveva assunto 2,5 mg di un primo triptamno, nello specifico il frovatriptan, mentre l’altro gruppo aveva assunto lo stesso dosaggio di zolmitriptan.

Il risultato è stato che il tasso di attenuazione del dolore dopo 2 ore è stato del 52% con frovatriptan e del 53% con zolmitriptan, mentre la risoluzione completa del dolore dopo 2 ore è stata ottenuta rispettivamente nel 22% e nel 26% dei casi. Dopo 24 ore, il 74% delle pazienti trattate con frovatriptan non avvertiva più alcun dolore (nell'83% si è invece riscontrato un attenuamento del dolore); nel gruppo zolmitriptan le percentuali sono state, rispettivamente, del 69% e 82%. Infine, le recidive dopo 24 ore sono risultate significativamente inferiori con frovatriptan rispetto a zolmitriptan.

Dunque, a quale risultati si sarebbe giunti? 

Secondo la recente ricerca scientifica nel merito, l’emicrania associata alle mestruazioni anche di grado severo risponde bene all’utilizzo dei triptani, anche se occorre dire che, a seguito dello studio, il frovatriptan presenta la particolarità di esporre meno il paziente a recidive, ragion per cui, l’effetto nel tempo parrebbe migliore rispetto agli altri farmaci utilizzati, pur se della stessa famiglia.

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