La domanda che assilla soprattutto d’estate
le mamme alle prese con figli piccoli è sempre la stessa, si può fare il bagno
dopo aver pranzato, si rischia davvero una congestione digestiva tuffandosi in
acqua a stomaco pieno o siamo di fronte ad una sorta di leggenda metropolitana
capace di atterrire i bagnanti e che sarebbe ora di sfatare?
Non esiste una risposta valida per tutte le
occasioni. In linea teorica lo spauracchio di una congestione digestiva, con
annessa perdita di sensi ed in qualche caso un malore persino mortale è quasi
sempre scongiurata. Per giungere a tanto infatti si dovrebbe verificare il caso
che, mettendo in movimento in acqua i muscoli delle gambe e delle braccia in
maniera intensa e richiedendo dunque un quantitativo di sangue e di ossigeno
maggiore a livello muscolare per garantire il giusto movimento, si produrrebbe
una sorta di vero e proprio “furto” di sangue a carico dell’apparato digerente
impegnato in quel momento nei processi digestivi al punto da bloccarli.Ma basterebbe citare uno degli studi più
recenti sulla materia, quello svolto a New York dalla University School of
Medicine, per fugare ogni dubbio. La semplice ingestione di un pasto e relativa
nuotata subito dopo, non espone il soggetto ad alcun particolare rischio,
qualora lo stesso non abbia assunto bevande alcoliche. Secondo i ricercatori il rischio non
sussisterebbe per i bagnanti nuotatori dilettanti che non sono in nessun caso
nelle condizioni di far venir meno sangue al digerente a seguito del loro
esercizio fisico, anche se intenso, Discorso ben diverso è quello che riguarda un campione
olimpionico, impegnato in defaticanti esercizi che potrebbero davvero dar vita
ad una congestione a livello digestivo. Normalmente, invece, secondo la ricerca
scientifica, solo l’ 1% degli annegamenti avvenuti in America, sarebbero
avvenuti dopo un pasto. Semmai, molto più pericoloso tuffarsi in acqua dopo
aver ecceduto con i drink alcolici, in questo caso, l’eventualità di morire
annegati, una volta entrati in acqua, sale ad oltre il 25% .
Ma allora è giusto ritenere le mamme
eccessivamente apprensive e bisognerebbe assecondare le richieste dei piccoli
che vogliono fare il bagno impazientemente subito dopo aver pranzato?
Sicuramente no, perché se è vero che, come visto, le possibilità di un
malore seguito da un blocco della digestione sono remote, vero è anche che il
semplice fatto di esporsi al sole, impegnarsi in qualche attività faticosa,
anche fuori dall’acqua, pur non prevedendo conseguenze estreme, espongono il
soggetto alla possibilità di un malore, sia pure di minore entità, spesso
indipendentemente dall’età del bagnante. Ciò significa che non è l’acqua di
mare o dolce che sia a provocare il
peggio, semmai la fatica. Stiamo comunque parlando di persone che hanno
consumato pasti completi, spesso per certuni addirittura pantagruelici e ci
riferiamo alle ore più calde della giornata spesso trascorse in riva al mare.
Ben altro discorso è invece quello che considera la possibilità di un veloce
spuntino che non richiede alcuna precauzione successiva, in fatto di bagni di
mare e di fatica fisica.
La maggior parte dei malori che si
registrano in acqua, comunque, sono per lo più imputabili al fatto di entrare
in acqua senza dare la possibilità al corpo di ambientarsi, col risultato di
passare da una temperatura corporea elevata, che è quella che si ottiene
standosene a lungo sotto al sole in spiaggia, ad una molto più bassa, che è
quella dell’acqua.
In questo caso, lo stress subito dall’organismo che deve
adattarsi immediatamente alle due condizioni diametralmente opposte, in
particolari condizioni, pensiamo ai bambini molto piccoli, agli anziani, ai
soggetti non in perfetta forma fisica, è tale, da far rischiare la perdita
repentina di coscienza del soggetto, fatto questo sicuramente pericoloso in un
ambiente quale è l’acqua, dove, ricordiamoci, si può annegare e morire anche in
pochi centimetri, se non si è in grado di reagire!
Nessun commento:
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento