Lo sanno bene i pazienti che soffrono di mal di testa, come
questa condizione sia penosa e limitativa della qualità della vita. Eppure i
mal di testa non sono tutti uguali, soprattutto nei soggetti che soffrono di
questa condizione con una certa frequenza e che riescono persino a discernere
l’evento e anticiparne il sopraggiungere. Ma per tutti l’arrivo di un mal di
testa accompagnato da almeno sette sintomi importanti, come riportato in un
recente articolo pubblicato sul BMJ, da
un gruppo di ricercatori canadesi, dovrà indurre a ricorrere alle cure di un
medico, meglio a quelle del Pronto Soccorso, se necessario, visto che davanti ad
un mal di testa insolito e violento, il rischio per la vita può essere anche
elevato.
Secondo i ricercatori
canadesi, infatti, il sopraggiungere di un mal di testa violento, molto forte, persino per coloro che oltretutto, vi soffrano, ancora più forte di quelli di cui si sia
sofferto in passato ed accompagnato da almeno altri sei ulteriori sintomi, può
essere davvero pericoloso, vista l’alta percentuale in essere di andare
incontro ad una emorragia sub aracnoidea.
Parliamo dunque di un mal di testa acuto dove diviene centrale,
innanzitutto, l’età del soggetto in cui si presenta l’attacco,
indipendentemente dal sesso. In presenza di un’evenienza del genere, infatti,
secondo i ricercatori, è importante conoscere l’età del paziente, costituendo
un’età uguale o superiore ai 40 anni, un primo importante indizio da non
sottovalutare. Inoltre, bisogna sapere se il paziente prima o durante l’attacco
sia andato incontro a perdita temporanea della coscienza, se durante l’attacco
sia stato o meno preda di rigidità del collo con dolore o meno associato e non
solo….
Bisogna anche ricordarsi se l’attacco sia stato scatenato da uno
sforzo più o meno cruento esercitato prima del dolore acuto alla testa, se
durante o poco prima dell’attacco vi sia stata o meno presenza di vomito, così
come importante constatare anche la pressione arteriosa del paziente durante la
crisi, considerato un indizio importante, associato agli altri citati, per
un’eventuale diagnosi di emorragia sub aracnoidea, una pressione
sistolica superiore a 160 mmHg o diastolica superiore a 100 mmHg.
Utilizzando
i tre gruppi di definizione del rischio, gli autori sono arrivati a formulare
diagnosi corrette e a ridurre il numero di esami senza comunque lasciarsi
sfuggire nemmeno un caso di emorragia. Quando invece i pazienti presentano una o più di queste
caratteristiche devono essere sottoposti a ulteriori esami, come per esempio TC
o punture lombari.
Tutto ciò per dire che in presenza di una di queste
caratteristiche fra quelle esposte il rischio di un’emorragia cresce e diviene,
conditio sine qua non, prevenirla o intervenire tempestivamente ancor prima di
incorrere in guai molto più seri. Per non contare, oltretutto, che basare la
diagnosi su queste caratteristiche permette anche di evitare di sottoporre a esami costosi e dolorosi i pazienti
con rischio molto basso.
Fonte: Perry JJ,
Stiell IG et al. High risk clinical characteristics for subarachnoid haemorrhage in patients
with acute headache: prospective cohort study. BMJ 2010; 341:c5204.
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