Si intende per dispnea quella sensazione penosa, in certi casi, di fame d’aria, di vero e proprio affanno, non per forza associata a sforzo fisico. Importante ricordare che la dispnea non è una malattia, semmai un sintomo associato a diversi casi patologici, alcuni anche molto seri, altri sicuramente molto meno impegnativi.
Ma un altro caso di dispnea e che avvalora l’idea che ci si può imbattere in fame d’aria senza alcuna compromissione all’apparato respiratorio, ce lo da l’anemia. In questo caso, l’apparato respiratorio assolve al suo compito, ma la scarsa concentrazione di globuli rossi, deputati a trasportare l’ossigeno ai tessuti, costringe il soggetto ad ispirazioni più frequenti aumentando l’intensità del respiro ed al contempo continuando a soffrire di fame d’aria.
Il problema si fa più complesso quando la dispnea è espressione di una sofferenza cardiaca, come avviene con lo scompenso cardiaco o con una cardiopatia su base ischemica. In entrambi i casi a soffrire di uno stato patologico evidente è il cuore, la cui pompa non riesce più ad assolvere alla funzione di distribuire in tutti i tessuti il sangue necessario e di conseguenza l’ossigeno e per risposta, l’organismo accelera il respiro che può, tuttavia, non essere ancora sufficiente a garantire la giusta ossigenazione dei tessuti. Solitamente, almeno nei casi di scompenso cardiocircolatorio, la dispnea si presenta anche con minimi sforzi, ad esempio, dopo una o più rampe di scale che prima percorrevamo senza alcuna difficoltà. In assenza di trattamenti terapeutici la dispnea diventa sempre più ingrascente, fino a coinvolgere il soggetto anche a riposo, giungendo ad una insufficienza respiratoria che può culminare nei casi estremi, con il decesso.
Un altra causa di dispnea è collegata ad eventuali patologie respiratorie. “Malattie quali bronchite cronica, asma ed enfisema polmonare possono essere la causa di un affanno che si instaura lentamente e che peggiora a poco a poco se non vengono curate adeguatamente le patologie che ne sono all’origine” spiega la dottoressa Federica Poli, pneumologa dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano. Problemi bronchiali o polmonari acuti sono invece alla base di forme di dispnea che compaiono all’improvviso, ma che tendono a regredire altrettanto rapidamente una volta che si guarisce.
Risulta pertanto indispensabile rivolgersi al proprio medico al fine di essere indirizzati verso quegli esami che escludano eventuali patologie che coinvolgono cuore, apparato respiratorio o che, nei casi meno gravi, inducano il paziente a stili di vita più salutari, a cominciare dal fatto di diminuire il proprio peso e abbandonare il vizio del fumo. Elettrocardiogramma in primis, eventuale visita pneumologica, esami del sangue sopratutto per scongiurare eventuali casi di anemia, o, nel caso si presuma che alla base della dispnea si celino eventuali allergie, può essere utile il ricorso ad un allergologo. Laddove la dispnea si associ a determinati periodi, tendendo a scomparire quando il paziente riferisce una fase contrassegnata da minore stress e ansia, anche in questo caso, l’aiuto che si può ricevere da parte di un medico o di uno psicologo sarà utile nel controllo di quelle forme ansiose che abbiano innescato il disturbo, a volte da trattare con blandi ansiolitici o più importanti farmaci per il controllo dell’ansia, a giudizio del medico.
Fonte: Help Consumatori
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