Nonostante quest’anno la primavera sia
caratterizzata da un clima di grande instabilità, l’allergia per i soggetti
predisposti s’è presentata puntuale come non mai. I bambini vanno quanto mai
soggetti ai fenomeni allergici che oltretutto sembrano in aumento da un anno ad
un altro. Si pensi che in età pediatrica almeno il 20% dei bambini sani è
allergico e da segnalare anche un’altra evidenza, quella che indica come negli
ultimi dieci anni le patologie allergiche si sono addirittura raddoppiate. Così
come da segnalare il fatto che mentre l’allergia nei soggetti adulti è
caratterizzata sette volte su dieci, da fenomeni di asma allergica, nei bambini
l’asma, limitatamente all’allergia ai pollini, è abbastanza rara.
I sintomi dell’allergia da pollini ormai
sono noti quasi a tutti, si pensi alla rinite allergica, che porta la persona
che è affetta dal problema, ad una serie spesso incontrollata di starnuti
diverse volte nel corso della giornata, riniti oltretutto associate a
secrezione di muco caratteristicamente limpido, sensazione di naso chiuso,
irritazione del rino faringe. A tutto ciò si associa quasi sempre la
congiuntivite con o senza prurito oculare, con o senza abbondante lacrimazione
e quest’ultima evenienza può essere associata sia alla rinite che alla stessa
congiuntivite.
L’allergia ai pollini è la più diffusa soprattutto
in primavera, ricordando che si possono avere sintomi di allergia anche in altri
periodi dell’anno, in funzione della causa che genera la patologia. In
primavera come ormai è noto si assiste a fioritura di molte piante e questa è
caratterizzata dall’immissione nell’aria del polline che altro non è che un
seme maschile prodotto dai fiori stessi al cui interno reperiamo dei granuli di
forma e dimensione diversa, anche se tutti invisibili ad occhio nudo che a
causa del vento vengono trasportate nell’aria ed in questo caso parliamo di
pollini anemofili, oppure vengono spostati qua e là dagli insetti ed in quest’ultimo
caso parliamo di pollini entomofili. Le piante più note per generare allergia
sono le graminacee, le olacee, pensiamo all’olivo, le betullacee (betulla, ontano), le salicacee (salice,
pioppo), le plantacee (platano), le fagacee (faggio, castagno, rovere, leccio,
quercia) e lepiante erbacee come le urticacee (parietaria o erba
vetriola) e le composite (assenzio, margherita, girasole, dente di leone,
ambrosia).
Perché si va incontro all’allergia
Il motivo è noto, il contatto del polline
con il soggetto allergico determina una risposta dell’organismo che in prima
istanza libera delle proteine specifiche e successivamente le stesse proteine
sono la causa della risposta energica da parte dell’organismo che scatena degli
anticorpi specifici (IgE) che inducono l’immissione di tutti quei mediatori
dell’infiammazione a partire dall’istamina. I pollini si riscontrano
maggiormente nelle vallate e nelle pianure, molto meno ad alta quota.
Ecco alcuni consigli per
limitare il più possibile i danni durante la stagione pollinica:
·
Chiudere i vetri quando si va in
automobile
·
Evitare campeggi e picnic
·
Andare in vacanza in località marine, che
sono meno "ricche" di pollini
·
Al calare del giorno la densità pollinica
è massima ed occorre chiudere dunque le finestre
·
Salvo rare eccezioni le persone allergiche
possono coltivare o tenere in casa i fiori senza pericolo poiché i pollini dei
fiori colorati e odorosi si propagano pochissimo nell’atmosfera
·
Evitare la campagna ed i luoghi in cui
l’erba è stata tagliata di recente
·
Le condizioni del tempo influiscono sulla
concentrazione dei pollini nell’aria: quest’ultima aumenta nelle giornate
ventose, ma anche quando vi è un clima caldo e con un’umidità relativa del
60-90%.
Ovviamente è impossibile evitare qualunque contatto con il
polline. È però possibile limitarne i danni durante la stagione pollinica con
alcuni accorgimenti
·
chiudere i vetri quando si va in automobile;
·
non parcheggiare la macchina sotto gli alberi;
·
come luogo di vacanze scegliere le località marine o l'alta
montagna al di sopra dei 1500 metri. A quote elevate la produzione di pollini è
ridotta e al mare gli stessi vengono catturati ed eliminati dall'enorme massa
d'acqua che ne riduce la loro concentrazione nell'aria;
·
evitare campeggi e picnic;
·
evitare la campagna ed i luoghi in cui l'erba è stata tagliata di
recente;
·
dopo una giornata all'aperto è opportuno fare la doccia per rimuovere
i pollini che si sono accumulati sui capelli. Sulla punta di uno spillo ci
possono stare 1000 pollini: immaginiamo quanti ne possono stare tra i capelli;
·
le condizioni del tempo influiscono sulla concentrazione dei
pollini nell'aria: quest'ultima aumenta nelle giornate ventose, ma anche quando
vi è un clima caldo (25°-30° C) e con un'umidità relativa del 60-90%;
·
evitare di svolgere attività all'aperto nelle ore di maggior
concentrazione pollinica: notte, mattino e subito dopo in temporale. Durante la
pioggia infatti i granuli pollinici si rompono in frammenti più piccoli che
penetrano più facilmente nelle vie aeree;
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tenere porte e finestre chiuse specialmente durante le ore
notturne e quelle del primo mattino, quando la concentrazione pollinica è maggiore;
·
non tenere in camera da letto gli indumenti usati durante il
giorno e non asciugare il bucato all'aperto per impedire l'accumulo di polline
su indumenti, lenzuola ecc.;
·
utilizzare condizionatori d'aria e depuratori con filtri efficaci
in grado di rimuovere quasi il 100% del materiale corpuscolato presente nelle
stanze. I filtri del condizionatore devono essere puliti accuratamente e
regolarmente;
·
salvo rare eccezioni le persone allergiche possono coltivare o
tenere in casa i fiori senza pericolo poiché i pollini dei fiori colorati e
odorosi si propagano pochissimo nell'atmosfera;
·
il miele può contenere allergene di polline al quale una persona
allergica può reagire.
Ricordare infine che esiste un’allergia
crociata tra
pollini ed alcuni alimenti. Tra le associazioni meglio conosciute vi sono
·
Betulacee (betulla, ontano) e Corilaceee (carpino, nocciolo):
albicocca, arancia, banana, carota, ciliegia, finocchio, fragola, frutta secca,
grano, kiwi, lampone, mandorla, mela, nespola, noce, nocciola, patata, pera,
pesca, prezzemolo, prugna, sedano, segale;
·
Composite (ambrosia, artemisia, crisantemo, gerbera, girasole,
tarassaco, verga d'oro): anguria, anice, banana, camomilla, carota, castagna,
cicoria, coriandolo, cumino, finocchio, girasole, margarina, mela, melone,
miele, olio di girasole, pepe verde, prezzemolo, sedano, tarassaco, zucca;
·
Graminacee: agrumi, albicocca, anguria, arachide, ciliegia,
frumento, kiwi, mandorla, mela, melanzana, melone, patata, pesca, pomodoro,
prugna;
·
Urticacee (parietaria officinalis, parietaria judaica): basilico,
ciliegia, gelso, melone, ortica, piselli.
L’articolo
è stato redatto grazie al contributo del Dott. Guido Vertua (pediatra)
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