Immaginate per un istante di trovarvi di fronte a un bivio esistenziale: siete indecisi se comprare una Fiat Panda usata o fare un figlio. Fino a ieri, questa sarebbe stata una domanda assurda. Oggi, la scienza ci offre una risposta. Fai un figlio.
Con soli 12.000 euro, senza preoccuparti di costi aggiuntivi, via le analisi, via il ginecologo, via le nausee e le ansie del parto. Insomma, via tutto. Un bel figlio, pronto in nove mesi, al posto di una Panda usata. "Venghino, venghino signori e signore, un figlio pronto a soli 12.000 euro, 11.250 euro per le prime dieci coppie che si prenotano!"
Suona grottesco, vero? Ma questa è la realtà distopica che si nasconde dietro l'ultima frontiera della tecnologia cinese: un robot umanoide dotato di un utero artificiale, che si offre di portare a termine una gravidanza completa. A questo punto, il nostro "agrodolce" inizia a prendere forma.
I vantaggi, a prima vista, non mancano: le donne non patiscono i nove mesi di maternità, per non parlare dei dolori del parto. Gli uomini si affrancano definitivamente dalle paturnie delle loro mogli, dai fastidi e dalle voglie più astruse.
La Parte "Dolce": Un Miracolo per l'Umanità?
A prima vista, l'idea è affascinante! Per milioni di coppie che affrontano il dolore e lo stress dell'infertilità, un utero artificiale potrebbe sembrare un sogno che diventa realtà. Per le donne che non possono o non vogliono affrontare i rischi fisici e psicologici della gravidanza, questa tecnologia offre una via d'uscita. Potrebbe persino essere vista come la soluzione definitiva a una crisi demografica incombente, come quella che sta affrontando la Cina. Strano vero? la Cina che fino a ieri cercava di limitare le nascite adesso si ritrova col problema opposto.
Dietro la sterile apparenza di un robot, si nasconde la promessa di colmare un vuoto e regalare la felicità a chi non può averla.
Purtroppo, come spesso accade con le innovazioni dell’ultima ora, mancano molti tasselli a questo mosaico. Ad esempio, ci si chiede il ruolo dell’uomo. C’è il rischio che la donna si ingelosisca nel vedere il marito avere un amplesso completo con un robot? Nessun timore, pare non esista questa possibilità. Sembra invece che gli ovuli fecondati dal marito o da qualche banca del seme vengano trasferiti direttamente nei meandri del robot che, immancabilmente, dovrà essere una robottessa in gonnella. Insomma, il paragone potrebbe essere quello che segue la preparazione della torta. Voi ci mettete gli ingredienti, poi l’impastatrice con forno incorporato vi sforna la torta così come l’avete richiesta, ovvero, col gusto che avete richiesto. Facile, no?
La Parte "Amara": Il Prezzo dell'Umanità
Ma dietro ogni miracolo tecnologico si nasconde un'ombra. E in questo caso, l'ombra è lunga e inquietante. Il costo irrisorio del robot trasforma l'atto della nascita in una transazione economica. Un figlio non è più un atto d'amore e speranza, ma un prodotto che può essere acquistato. Dove finisce il valore inestimabile della vita e inizia la sua commercializzazione?
Inoltre, il rapporto tra la madre e il bambino, il primo contatto, il legame fisico ed emotivo che si crea durante la gestazione, svanisce completamente. Il neonato non nasce da un corpo, ma da una macchina. Si tratta di un progresso per la scienza o di una regressione per l'umanità?
Tranquilli, ci sarà chi griderà al miracolo, perché soffrire una gravidanza, si dirà, quando una macchina può fare tutto questo per soli 12.000 euro? Ormai siamo abituati così, alle macchine facciamo fare tutto, anche alle automobili. Perché tenere un volante in mano, agitare i piedi sui pedali, calcolare le misure per non urtare e fermarsi per non investire qualcuno, se basta inserire un pilota automatico al posto nostro? Da un pilota automatico a un altro, siamo arrivati alla gravidanza conto terzi, dove i terzi sono le macchine. Un bel miracolo davvero! Poi, se un domani scopriremo che i figli di questo robot saranno disadattati (perché nel frattempo verranno allattati e affidati alla mamma solo quando lei lo gradisce), nessun problema: avremo trovato il farmaco, quelli non mancano mai, per riadattare il bambino alla vita, magari genitori compresi.
Medicina ed Etica?: La Nostra Scelta
Il progetto di questo robot non è solo una notizia scientifica. È una domanda etica che ci viene posta in modo brutale e diretto. Ci viene offerta una soluzione semplice a un problema complesso, ma il prezzo da pagare potrebbe essere la nostra stessa umanità.
Se la medicina non si interroga sull'etica, se il progresso non si chiede dove sta andando, allora siamo destinati a perdere la nostra bussola morale. La scelta non è tra una Panda e un figlio, ma tra il progresso tecnologico e il futuro della nostra stessa specie.

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