Punture di insetti: dalla zanzara al calabrone, una guida pratica per sopravvivere all'estate

 


Una delle stagioni più difficili da vivere è l’estate e non solo per il caldo e l'umidità. La vera causa che rende questa stagione un incubo sono tutti quegli insetti e aracnidi che si risvegliano col tepore per renderci la vita impossibile.

D'estate, la prima nemica delle nostre notti è l’odiosa zanzara, quella che svolazza nel buio con quell’inconfondibile ronzio che ci fa gesticolare come anime perse, ma che non basta a risparmiarci l'inevitabile puntura. Poi è la volta delle api, tanto brave a elargirci il preziosissimo miele e tanto dolorose quando, inconsapevolmente, le stuzzichiamo. A seguire, i calabroni, e i ragni che cercano riparo nelle nostre case.

Il problema non è fare un catalogo di entomologia, ma capire come comportarci in modo corretto di fronte a punture dolorose e, a volte, potenzialmente pericolose.

La domanda nasce sempre spontanea: avevano ragione le nostre nonne a cimentarsi fra cucchiaini roventi, aceto, zucchero o intrugli casalinghi degni di una ricetta di Masterchef? O forse è meglio affidarsi a qualcosa di più pratico e, chissà, forse più efficace?

Forse la soluzione stavolta non sta nel mezzo, ma all’estremità: scordiamoci i rimedi della nonna e interveniamo con rimedi più moderni. Cominciamo a capire perché, se punti da un insettaccio, a volte vediamo le stelle, mentre altre volte avvertiamo solo un fastidio prolungato.

Cominciamo col dire che non ci sono insetti buoni o insetti cattivi. E se pensiamo alla zanzara, ricordiamo che il problema non arriva dal suo secreto, ma dal siero che ci inietta. Intanto, per pura curiosità, è utile sapere che a pungerci è la femmina. E non lo fa per cibarsi del nostro sangue, come un Dracula Bonsai, ma per alimentare la sua futura prole. Ciò che ci inietta è una soluzione mista di anestetico locale e anticoagulante, il tutto per avere vita facile e succhiarci il sangue.

Perché, subito dopo la puntura, ci accorgiamo del ponfo pruriginoso che ci fa dannare? Semplice, il nostro corpo non sta certo a guardare e a farsi attaccare senza reagire. Dopo l’inoculazione si accende una escalation di reazioni da parte dell’organismo, che scatena, tramite il sistema immunitario, una risposta infiammatoria. E meno male che c’è, altrimenti sarebbero guai. Tale risposta cerca di neutralizzare le sostanze irritanti rilasciate dall'insetto (veleno, saliva, ecc.). La zona si arrossa, si gonfia e prude. Per la maggior parte delle punture, è un piccolo fastidio che passa in fretta.

Cosa fare davvero

  • Lavati: la prima cosa da fare è lavare bene la zona con acqua e sapone neutro. Questo aiuta a rimuovere eventuali residui e a prevenire infezioni.

  • Applica il freddo: una borsa del ghiaccio o un impacco freddo avvolto in un panno è il tuo migliore amico. Il freddo riduce il gonfiore, il rossore e l'infiammazione.

  • Non grattare!: Lo so, è la cosa più difficile. Ma grattare danneggia la pelle e aumenta il rischio di infezione. Se proprio non ce la fai, tampona delicatamente.

  • Usa una crema specifica: Per alleviare il prurito, una crema a base di antistaminico o cortisone (da banco o prescritta dal medico) è l'ideale. Se il tutto si risolve con una crema antistaminica o al cortisone non serve altro. Nel caso la zona si estenda, diventi particolarmente calda e arrossata dopo giorni, è il caso di ricorrere a una pomata antibiotica, solitamente sono pomate che contengono da due a tre principi attivi fra quelli visti e magari dopo aver fatto vedere al tuo medico il danno.

Un prontuario pratico: ogni puntura ha la sua storia

1. Puntura di zanzara e moscerino




  • Riconoscimento: prurito immediato, piccolo ponfo rosso.

  • Cosa fare: Lavare la zona e applicare una crema antistaminica. Il ghiaccio aiuta a ridurre il prurito.

  • Falsi miti: L'unghia a croce non serve a nulla, se non a rovinarti la pelle.

2. Puntura di ape e vespa

VESPA

PONFO PUNTURA APE E VESPA

APE



È sicuramente più impegnativa e solo in pochi casi veramente pericolosa, laddove si scatenasse un’allergia individuale da trattare con urgenza nell’imminenza di uno shock anafilattico.
  • Riconoscimento: Dolore acuto e immediato, seguito da forte gonfiore e rossore. Le api lasciano il pungiglione, le vespe no.

  • Cosa fare: Se il pungiglione è rimasto, non usare le pinzette. Gratta via delicatamente il pungiglione con il bordo di una carta di credito o un'unghia, per non spremerlo e far fuoriuscire più veleno. Poi, applica ghiaccio e, se il dolore è forte, un antidolorifico da banco come la tachipirina.

3. Puntura di calabrone

  • Riconoscimento: Il dolore è molto più intenso di quello di una vespa, il gonfiore è notevole e può durare diversi giorni.

  • Cosa fare: Applica subito ghiaccio e consulta un medico. Il rischio di una reazione allergica è più alto rispetto a quello di una puntura di ape o vespa. Non sottovalutarla.

4. Puntura di ragno

Al di là del singolo morso occasionale, fatto che accade raramente, è bene sapere che, a differenza di quanto si creda, il ragno non è un insetto, ma un aracnide. Ai fini del trattamento serve a poco, serve solo a saperne di più.


PONFO RAGNO CLASSICO


  • Riconoscimento: Dipende dal ragno. La maggior parte dei ragni italiani causa una reazione simile a quella di una zanzara. Raramente può esserci un piccolo rigonfiamento con una vescica al centro.

  • Cosa fare: Pulisci la zona, applica ghiaccio. Osserva la reazione: se il dolore o il gonfiore peggiorano o se noti segni di infezione, vai dal medico. I ragni pericolosi in Italia (come la vedova nera mediterranea o il ragno violino) sono rari, ma la loro puntura richiede attenzione medica immediata.

Quando preoccuparsi e cosa fare in emergenza

Per la maggior parte delle punture, questi rimedi sono sufficienti. Ma ci sono casi in cui è necessario agire diversamente:

  • Reazione allergica grave: se, dopo la puntura, compaiono sintomi come difficoltà respiratorie, gonfiore del viso o della gola, vertigini o nausea, chiama immediatamente il 118. Potrebbe trattarsi di uno shock anafilattico.

  • Puntura in bocca o sulla gola: una puntura in queste zone può causare un gonfiore pericoloso che ostacola la respirazione. Questa reazione, conosciuta come edema di Quincke, può colpire anche soggetti non allergici. In ogni caso, il solo fatto che la lingua o l'epiglottide si ingrossino è sufficiente per avere seri problemi respiratori. Quindi, metti subito del ghiaccio in bocca e recati al pronto soccorso

  • Punture multiple: se sei stato punto da più insetti, consulta un medico. La quantità di veleno può causare una reazione più forte.

Un'ultima cosa...

Questo articolo fornisce suggerimenti pratici, ma ogni situazione è a sé. Se il gonfiore o il dolore persistono, se la zona si infetta o se hai un'allergia conosciuta, consulta sempre un medico o un farmacista.

Nel prossimo articolo dedicheremo invece un capitolo a parte alla puntura di zecca e a qualche specie di ragno, esempio il ragno violino, il cui quadro è molto più impegnativo di quanto si creda. A proposito, anche la zecca non è un insetto. Sia i ragni che le zecche infatti non sono insetti. Appartengono entrambi alla classe degli aracnidi, così come gli scorpioni e gli acari.

La differenza principale con gli insetti (come zanzare, api e mosche) sta nel numero di zampe: gli insetti ne hanno sei, mentre gli aracnidi ne hanno otto. Hanno anche il corpo diviso in due segmenti anziché tre. Se poi volete farvi una cultura anche in questo senso, recatevi in libreria e acquistate un saggio di entomologia pratica, noi invece ci vediamo alla prossima.

Commenti