Una malattia autoimmune
dei giovani e giovanissimi che può avere effetti devastanti su chi ne soffre e
che incide pesantemente sulla qualità della vita dei malati, per lo più bambini
e ragazzi di età compresa fra 5 e 19 anni. Ci riferiamo all’artrite Idiopatica
Giovanile sistemica, forse meglio nota come Artrite Reumatoide Giovanile
Idiopatica. Ad esserne affetti sono almeno 20 pazienti su cento già in cura per
l’artrite Idiopatica Giovanile che nelle forme più gravi, appunto la sistemica,
abbassa l’età di esordio della malattia
che può colpire i bambini anche ad un anno è mezzo di vita con un tasso di
mortalità che può giungere anche al 4%. I sintomi sono variabili da individuo
ad individuo e vanno dall’infiammazione articolare, accompagnata da febbri
intermittenti, allo sfogo cutaneo, con pazienti che si presentano anemici,
affetti da ingrossamento di milza e fegato e che a volte presentano complicazioni come pleurite e pericardite,
fino nei casi estremi andare incontro a disabilità articolari. Ma qualcosa di molto importante si è
scoperto contro questa grave forma della malattia.
Se n’è parlato al
Congresso Europeo di Reumatologia Pediatrica di Bruges in Belgio, dove un
colosso farmaceutico del calibro di Novartis ha presentato un anticorpo monoclonale,
ovvero un particolare farmaco biologico che si muove nell’organismo alla
stregua di quanto farebbe un “proiettile intelligente” che va a colpire una
cellula tumorale o, in questo caso rivolgendosi contro le cosiddette citochine
che sono
sostanze circolanti
prodotte dalle cellule del sistema immunitario e che determinano l’infiammazione
cronica dei pazienti affetti da malattia autoimmune. Dunque nel caso di queste
ultime patologie, il farmaco biologico aggredisce le citochine interrompendo la
cascata infiammatoria che caratterizza
diverse malattie in campo reumatologico e non.
Nel caso di pazienti
affetti dalla forma sistemica idiopatica di artrite
giovanile, un inedito farmaco biologico, che ricordiamo è capace di agire
colpendo sempre il bersaglio senza danneggiare le cellule sane che lo circondano
e che ha assunto il nome di ACZ885,
ovvero, di canakinumab, avrebbe determinato in pazienti di età compresa da 2 a
19 anni, un netto miglioramento dei sintomi nel 30% dei casi ed in questo gruppo si è registrato un ritorno alla
completa normalità per i piccoli malati, in un’analoga percentuale di casi. Nel
caso di questo farmaco biologico ci riferiamo ad un anticorpo monoclonale umano
che va a bloccare l’interleuchina-1 beta (IL-1 beta)1,
un fattore chiave nell’infiammazione in questo
caso relativa alla Artrite Idiopatica Giovanile Sistemica.
"Questi dati suggeriscono che ACZ885 potrebbe diventare un’importante
opzione terapeutica nei pazienti pediatrici" afflitti da questa la forma
di artrite giovanile severa e difficile da trattare, "trasformando potenzialmente
la loro vita", afferma Pierre Quartier, reumatologo pediatra presso
l’Unità di Immuno-Ematologia e Reumatologia Pediatrica dell’Ospedale Necker-Enfants Malades di Parigi, Francia. "I risultati
rappresentano uno sviluppo positivo per i pazienti
affetti da questa gravissima malattia reumatica
autoinfiammatoria", conclude David Epstein, responsabile della Divisione
Farmaceutici di Novartis. "Siamo impegnati a studiare ACZ885 in una serie
di malattie infiammatorie nelle quali l’interleuchina-1 beta svolge un ruolo
chiave e dove importanti necessità mediche risultano tuttora insoddisfatte".
L'azienda prevede di presentare le domande alle autorità regolatorie internazionali per la registrazione di ACZ885 in questa forma di artrite giovanile nel 2012.
L'azienda prevede di presentare le domande alle autorità regolatorie internazionali per la registrazione di ACZ885 in questa forma di artrite giovanile nel 2012.
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