lunedì 3 aprile 2023

Morbo di Alzheimer: anche il ballo potrebbe aiutare nel prevenire la grave malattia

 



Una recentissima ricerca scientifica americana avrebbe messo al centro del benessere degli anziani il ballo, non soltanto ai fini della migliore circolazione sanguigna, ottenendo anche un miglioramento dell’ossigenazione a livello cerebrale, ma anche associato al miglioramento delle funzioni cognitive, riducendo in questo modo l’atrofia cerebrale.

Il risultato dello studio avrebbe convinto i ricercatori che il ruolo del ballo potrebbe anche essere correlato ad una sorta di prevenzione della demenza senile, compreso il Morbo di Alzheimer. Attenzione, ciò non significa che basta ballare per scongiurare il Morbo di Alzheimer, né che chi è già ammalato di Alzheimer lo cura col ballo, più corretto sostenere che questa pratica, che richiede anche impegno fisico e concentrazione, potrebbe essere un ulteriore presidio per stimolare la mente che in questo modo risulterebbe quanto mai impegnata e quindi, opporsi in qualche modo alla malattia di Alzheimer.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Aging and Physical Activity, mirava a verificare le reazioni del cervello e di conseguenza se si fosse assistito da un miglioramento della funzione cognitiva su 25 anziani di età superiore ai 65 anni, impegnati in sessioni di ballo della durata di sei mesi, con cadenza bisettimanale, insieme ad altri anziani che per lo stesso periodo, sempre con frequenza bisettimanale, si impegnavano in passeggiate su tapis roulant.

Nessuno degli “arruolati” aveva mai sofferto di alcuna forma di demenza, ma alla fine dello studio si è constatato che sia le persone che si sono affidate al ballo, che quelle che hanno preferito il tapis roulant, di fronte a problemi loro posti da risolvere, miglioravano l’attività di pianificazione, riuscendo a prestare maggiore concentrazione e capacità di ragionamento. Il ballo, rispetto alla camminata sul tapis roulant, avrebbe, secondo gli scienziati, apportato migliori benefici ai partecipanti, almeno per quanto riguarda la prontezza delle risposte a questionari loro somministrati. Entrambe le attività hanno migliorato le funzionalità nell’ippocampo, che è quella parte del cervello deputata al funzionamento della memoria e che di contro risente in prima battuta del Morbo di Alzheimer o delle demenze senili. Oltretutto, conosciuta ormai da anni la capacità dell’organismo di produrre nuovi neuroni anche a tarda età, con i processi di neurogenesi, si sarebbe visto che entrambe le attività fisica hanno partecipato in egual misura a migliorare questa importante capacità del cervello.




Anche a livello psicologico il ballo nell’anziano ha aspetti positivi intervenendo nelle relazioni interpersonali dell’individuo. Sopratutto quando l’anziano balla con un partner fisso, tale pratica migliora l’umore e rende più positivi i rapporti con gli altri e con la vita in genere. Tant’è che rispetto alla classica passeggiata, da soli o assistiti da attrezzi ginnici, il ballo risulta vincente nel miglioramento della funzione cognitiva e nel rapporto con gli altri e questo renderebbe migliore il ballo rispetto al tapis roulant, considerato che la persona impegnata in un ballo con un partner, non solo riceve benefici a livello fisico, ma analoghi benefici li ha anche riguardo l’aspetto della socialità e a livello cognitivo, chiamando in causa, diverse aree cerebrali che risultano quanto mai impegnate nell’esercizio. Lo dimostra il fatto che accordare i movimenti del ballo alla musica, alle reazioni che si ricevono dal proprio partner di ballo, dall’impostazione e quindi dall’apprendimento dei passi necessari per mantenere la performance della danza, richiede impegno fisico e cerebrale e questo potrebbe rivelarsi un toccasana per il cervello anche nel contrasto alle malattie neurodegenerative, grazie al rafforzamento di un'ampia rete di regioni cerebrali.

L’importanza della ricerca

E’ del tutto ovvio che uno studio del genere non ha il piglio dello provata scientificità, non foss’altro perché è rivolto ad un numero di partecipanti del tutto esiguo, ma ciò non toglie che potrebbe essere un buon inizio per allargare le conoscenze, mediante il coinvolgimento di un numero di gran lunga maggiore di partecipanti alla luce dei risvolti ottenuti. Del resto, che il Morbo di Alzheimer, sia un argomento di attualità è del tutto indubbio, si pensi soltanto che nel mondo c’è una popolazione di malati di Alzheimer di oltre 55 milioni di individui e con l’aumento della vita media i soggetti più a rischio aumentano di anno in anno, divenendo tale patologia, una sorta di mini pandemia, visto che coinvolti sono tutti gli abitanti del pianeta.

Ancora oggi, per quanti sforzi si facciano, con la medicina ufficiale il traguardo verso la soluzione della malattia è molto lontano. A livello preventivo ci sono buoni risvolti con la fitoterapia ma il dibattito scientifico verso una soluzione di questa grave patologia è ancora avvolto da molte incertezze e lacune. Resta importante per lo meno immaginare che i corretti stili di vita anche applicati tardivamente negli anni, sembrerebbero importanti nella prevenzione di questa patologia ed è qua che si inserirebbe il ballo, anche in considerazione del fatto, che ballare, organizzarsi in sessioni di danza, evita l’isolamento e l’atrofia cerebrale che troppi anziani sperimentano nel corso della loro vita. La passata pandemia di Covid 19 non ha certo aiutato in tal senso di fronte ai limiti volti a limitare gli assembramenti che hanno visto un numero cospicuo di anziani in casa da soli e senza neanche la vicinanza dei parenti loro prossimi. E’ parere dei ricercatori pertanto ritenere ogni azione volta alla socialità e, anche alla luce di questi risultati dove il ballo si è dimostrato vincente, ritenere indispensabile anche l’aggiunta di un ulteriore tassello aggiuntivo che potrebbe rivelarsi utile nella prevenzione dell’Alzheimer e delle demenze senili in genere.

Fonte: Elena Blumen

Professore Associato di Medicina e Neurologia, Albert Einstein College of Medicine

Helena Blumen riceve finanziamenti dal National Institute on Aging

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