Per molti versi l’obesità, per non parlare del sovrappeso, è ascritta quale vera e propria emergenza che riguarda quanto mai i Paesi ricchi del mondo, si pensi solo che su 10 soggetti, europei, almeno 6 sono obesi, i restanti 4 normopeso, stessa cosa, sia pure in leggera minor misura avviene in Italia, se ci spostiamo oltreoceano, negli Stati Uniti, ad esempio, il dato è ancora più allarmante.
Ad aiutarci nel capire quale soluzione a buon mercato intraprendere per cercare, per lo meno, di mitigarci un po' la fame e di conseguenza immaginare di dimagrire un po’, ovviamente senza sperare nei miracoli, ci pensa il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Cattolica di Piacenza il quale non trascura di certo di ricordarci che uno dei tanti motivi per il quale si prende peso e si stenta a perderlo è connesso agli stili di vita adottati da ognuno di noi, dove l’alimentazione talora è frettolosa, spesso affidata a cibi ad alto contenuto calorico, e troppe volte arricchita di tante bevande zuccherate. In ultimo, come non ricordare lo scarso movimento fisico in tanti di noi.
E quindi come farci perdere peso inducendo sazietà?
Con un semplice biscotto che pare correggere il rilascio dell’ormone leptina che interagisce sulla massa muscolare stimolando il metabolismo e aiutandolo a bruciare più calorie agendo a livello ipotalamico, di fatto, “informando” il nostro cervello che non occorre più introdurre nuovo cibo e quindi, spegnendo lo stimolo della fame e inducendo una crescente sazietà. Secondo i ricercatori piacentini introdurre questo ormone nei prodotti da forno potrebbe aiutare a perdere peso, spegnendo la fame.
«Abbiamo fatto lunghe ricerche in una banca dati specializzata grazie alla quale abbiamo trovato una specifica varietà di frumento naturalmente più ricca di amilosio, con quantità tali da produrre durante la cottura un livello di amido resistente efficace», dice il professor Gianluca Giuberti, a capo della squadra di ricercatori. «Abbiamo usato questa farina per i biscotti, con una semplice ricetta casalinga fattibile da tutti, proprio per mostrarne le potenzialità e la facilità di utilizzo. Ma questa varietà può essere usata anche per fare il pane, la pasta, e tutti gli altri prodotti da forno».
Una volta preparati i biscotti antifame, sono stati proposti a colazione ad un gruppo di volontari, mentre un altro gruppo di riferimento, sempre di volontari, ha continuato a mangiare prodotti da forno convenzionali. Alla fine dell’esperimento il gruppo che aveva consumato biscotti, con un maggiore carico di amilosio, ha assunto un minore apporto di cibo rispetto al gruppo che consumava prodotti da forno tradizionali, col risultato che il primo gruppo ha assunto minori calorie. Tuttavia, nonostante i buoni auspici, i ricercatori ci ricordano che la farina con aggiunta dell’amilosio non si trova in commercio, «Il contenuto di amilosio nelle farine che troviamo tra gli scaffali del supermercato è normalmemte basso basso e standardizzato, perciò finché non saranno in vendita delle alternative con quantitativi più elevanti non sarà possibile utilizzarle in cucina», dice ancora il prof Giuberti. La buona notizia? Il fatto che già diverse aziende sono interessate al progetto di ricerca e tra qualche anno, quasi sicuramente, potremmo trovare questi nuovi biscotti da forno anti-fame pure noi con estrema facilità.
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