giovedì 17 agosto 2023

Ultrasuoni che curano tumori, Parkinson, depressione e tanto altro, una vera rivoluzione!

 



La notizia che giunge in questi caldi giorni di agosto è, ovviamente se suscettibile di conferme successive, di quelle che ci allietano, dando risalto a quella che potrebbe essere una svolta terapeutica per tanti malati di Parkinson, di depressione, di ansia patologica e persino per tanti malati di tumori. Parliamo di ultrasuoni e, precisamente di “Rivoluzione ad ultrasuoni”, così è stato titolata la serie di lavori scientifici sul tema, condotta nel mondo, Italia compresa.

Il lavoro scientifico, che sarà ospitato anche sulle pagine della rivista Panorama, in edicola da domani, proietta una luce quanto mai interessante sugli sbocchi non più solo ed unicamente diagnostici ma anche terapeutici che potranno avere gli ultrasuoni, fino adesso impiegati in tecniche strumentali quali l’ecografia, con tutte le sue applicazioni e se vogliamo in parte utilizzata, anche se non v’è menzione nello studio, anche nella litotrissia ultrasonica per il bombardamento dei calcoli renali. Ovviamente, ognuno dei campi di trattamento mediante ultrasuoni verrà modulato in base alla patologia da trattare. I ricercatori non nascondono un certo ottimismo, nonostante il primo trattamento sia riservato ad una singola patologia, il Morbo di Parkinson, ma questo non esclude che trattamenti analoghi possano essere estesi ad altre e se vogliamo parimenti gravi malattie, persino ai tumori, passando per forme di depressione poco trattabili farmacologicamente, stati di ansia patologici, persino come supporto primario nella medicina estetica, passando anche per l’eliminazione del grasso superfluo.

Dove si stanno vedendo i primi risultati molto incoraggianti nell’utilizzo degli ultrasuoni è nella cura degli effetti più invalidanti del Parkinson che rendono più deleteria la malattia, appunto, il tremore. A detta di Roberto Eleopra, direttore del Dipartimento di neuroscienze cliniche della Fondazione IRCCS, Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, i pazienti affetti da Morbo di Parkinson, giunti ad un grado di invalidità tale che, a causa dei tremori, non riescono più né a mangiare né a bere da soli, dopo un’ora di trattamento intensivo con ultrasuoni, vanno via dallo studio medico senza più alcun tremore. Risulta del tutto ovvio che tale esito tanto positivo dell’utilizzo di una terapia con ultrasuoni causa stupore ed un certo grado di commozione da parte dei medici davanti a questo, forse inaspettato anche per loro stessi, innovativo trattamento terapeutico, anche se c’è da dire che in atto non siamo nelle condizioni di sapere quanti trattamenti occorrono ripetere per stroncare definitivamente il tremore. Per maggiore precisione, il trattamento utilizza ultrasuoni che si focalizzano sul bersaglio mediante risonanza magnetica, in quella che si chiama la MrgFus, ovvero, MR-guided Focused Ultrasound

Il casco che cura il Parkinson

Nella pratica al paziente viene fatto indossare un particolare casco che veicola gli ultrasuoni prodotti all’interno di una sessione di risonanza magnetica. Tali ultrasuoni colpiscono un’area abbastanza circoscritta del cervello individuando quella zona da dove partono gli stimoli che generano i tremori. Sette pazienti su dieci, fra quelli trattati, reagisce al meglio, testimoniando la fine del tremore con una sola seduta. Bisognerà poi stabilire se anche per questi pazienti che raggiungono il successo terapeutico in così poco tempo, non occorreranno successivi trattamenti  per continuare a beneficiare dei risultati ottenuti.

La cosa che lascia in qualche modo sbigottiti il mondo scientifico, parrebbe essere rappresentata dal fatto che con tale “arma” in mano ai medici, gli stessi potrebbero ritrovarsi nelle condizioni di utilizzare gli ultrasuoni al posto del bisturi, raggiungendo siti anatomici impossibili da localizzare in assenza di incisioni chirurgiche ed in spazi veramente limitati, senza il rischio di provocare danni agli organi vicini, così come accade, ad esempio, in tanti tumori cerebrali, prostatici, ginecologici, pensiamo al tumore dell’utero, qualora questi siano di piccole dimensioni e poco infiltranti. Il grado di infiltrazione di un tumore, determina la ridotta o la grande capacità che ha un tumore di oltrepassare il confine della struttura anatomica interessata dalla neoplasia, per invadere altre aree corporee.

Epilessia, depressione grave, ansia patologica, Morbo di Alzheimer, interessate al trattamento

La soddisfazione dei ricercatori, di fronte a questa innovativa tecnica terapeutica è data anche dal fatto di aver compreso come il successo del trattamento parrebbe associato al grado di intensità di utilizzo degli ultrasuoni. Pare infatti che, modulando l’intensità di emissione, si può intervenire su malattie quali l’epilessia e la stessa depressione grave, che non ha ottenuto grandi benefici dalla farmacoterapia, intervenendo sulle cellule cerebrali inibendo l’eccitazione neuronale che è alla base anche di rigidità patologiche o movimenti scoordinati e involontari del paziente, senza trascurare malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer. Anche se gli scienziati ci tengono a sottolineare il fatto che, in atto, i primi successi, oltretutto da verificare col tempo, sono limitati al Parkinson, per tutto il resto servono anni di studi e positivi riscontri scientifici.

Cure anti-aging, la strada pare tutta a favore degli ultrasuoni

Ovvio che di fronte a malattie gravi o addirittura gravissime, come i tumori e le malattie neurodegenerative fra quelle viste, parlare di medicina estetica applicata col solo scopo di migliorare l’aspetto fisico conferendo al paziente un aspetto più giovanile, sembra molto riduttivo. Ciò non toglie però, che l’estensione degli ultrasuoni a livello terapeutico e non solo diagnostico, passa anche per la medicina estetica, con particolare riguardo al campo anti-aging. Addirittura tali applicazioni di lifting “dolce”, poco invasivo e che non utilizza bisturi, suture e quant’altro, è già possibile con la Ulttherapy, utilizzando ultrasuoni a bassa intensità e focalizzati in particolari punti della cute in grado di stimolare il sottostante collagene. Ovviamente è una cura per ricche signore, visto che ogni trattamento costa non meno di 2000 euro e, oltretutto, ne servono diversi per raggiungere un risultato soddisfacente, ma c’è già chi ha risorse e voglia di cercare in questo modo l’eterna giovinezza! Un’applicazione similare potrebbe essere utilizzata anche per eliminare il grasso corporeo

Un campo forse più utile è quello di veicolare antibiotici o altri farmaci all’interno della barriera ematoencefalica mediante ultrasuoni. Tale barriera naturale è una sorta di porta impenetrabile per molte sostanze anche prodotte dal nostro stesso organismo, al fine di non danneggiare un organo tanto nobile come il cervello. Infatti la medicina si trova impotente nella cura di molte patologie perché non v’è modo di veicolare i farmaci oltre la barriera ematoencefalica, cosa che parrebbe presto possibile con tale tecnica ad ultrasuoni.

Insomma, circa 50 anni fa, con l’arrivo degli ultrasuoni e l’impiego degli stessi mediante tecniche ecografiche, si gridò al miracolo in grado di scorgere ogni cambiamento patologico nella funzione di quasi tutti gli organi del nostro corpo e, a distanza di mezzo secolo, oggi possiamo parlare di nuovo miracolo, utilizzando le stesse risorse, per la cura di patologie che ancora adesso affliggono in modo significativo il genere umano e tanti altri esseri viventi.

Fonte: La Verità

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