La
notizia che giunge in questi caldi giorni di agosto è, ovviamente se
suscettibile di conferme successive, di quelle che ci allietano,
dando risalto a quella che potrebbe essere una svolta terapeutica per tanti
malati di Parkinson, di depressione, di ansia patologica e persino per tanti malati di tumori. Parliamo di ultrasuoni e, precisamente di
“Rivoluzione ad ultrasuoni”, così è stato titolata la serie di
lavori scientifici sul tema, condotta nel mondo, Italia compresa.
Il
lavoro scientifico, che sarà ospitato anche sulle pagine della
rivista Panorama, in edicola da domani, proietta una luce quanto mai
interessante sugli sbocchi non più solo ed unicamente diagnostici ma anche
terapeutici che potranno avere gli ultrasuoni, fino adesso impiegati
in tecniche strumentali quali l’ecografia, con tutte le sue
applicazioni e se vogliamo in parte utilizzata, anche se non v’è
menzione nello studio, anche nella litotrissia ultrasonica per il
bombardamento dei calcoli renali. Ovviamente, ognuno dei campi di
trattamento mediante ultrasuoni verrà modulato in base alla
patologia da trattare. I ricercatori non nascondono un certo
ottimismo, nonostante il primo trattamento sia riservato ad una
singola patologia, il Morbo di Parkinson, ma questo non esclude che
trattamenti analoghi possano essere estesi ad altre e se vogliamo
parimenti gravi malattie, persino ai tumori, passando per forme di
depressione poco trattabili farmacologicamente, stati di ansia
patologici, persino come supporto primario nella medicina estetica,
passando anche per l’eliminazione del grasso superfluo.
Dove
si stanno vedendo i primi risultati molto incoraggianti nell’utilizzo
degli ultrasuoni è nella cura degli effetti più invalidanti del
Parkinson che rendono più deleteria la malattia, appunto, il
tremore. A detta di Roberto Eleopra, direttore del Dipartimento di
neuroscienze cliniche della Fondazione IRCCS, Istituto Neurologico
Carlo Besta di Milano, i pazienti affetti da Morbo di Parkinson,
giunti ad un grado di invalidità tale che, a causa dei tremori, non
riescono più né a mangiare né a bere da soli, dopo un’ora di
trattamento intensivo con ultrasuoni, vanno via dallo studio medico senza
più alcun tremore. Risulta del tutto ovvio che tale esito tanto
positivo dell’utilizzo di una terapia con ultrasuoni causa stupore ed un certo grado di commozione da parte dei medici davanti a questo, forse
inaspettato anche per loro stessi, innovativo trattamento
terapeutico, anche se c’è da dire che in atto non siamo nelle
condizioni di sapere quanti trattamenti occorrono ripetere per
stroncare definitivamente il tremore. Per maggiore precisione, il trattamento
utilizza ultrasuoni che si focalizzano sul bersaglio mediante
risonanza magnetica, in quella che si chiama la MrgFus, ovvero,
MR-guided Focused Ultrasound.
Il casco che cura il Parkinson
Nella pratica al paziente viene fatto
indossare un particolare casco che veicola gli ultrasuoni prodotti all’interno di una sessione di risonanza magnetica.
Tali
ultrasuoni colpiscono un’area abbastanza circoscritta del cervello
individuando quella zona da dove partono gli stimoli che generano i
tremori. Sette pazienti su dieci, fra quelli trattati, reagisce al
meglio, testimoniando la fine del tremore con una sola seduta.
Bisognerà poi stabilire se anche per questi pazienti che raggiungono
il successo terapeutico in così poco tempo, non occorreranno successivi trattamenti per continuare a
beneficiare dei risultati ottenuti.
La
cosa che lascia in qualche modo sbigottiti il mondo scientifico,
parrebbe essere rappresentata dal fatto che con tale “arma” in mano ai
medici, gli stessi potrebbero ritrovarsi nelle condizioni di
utilizzare gli ultrasuoni al posto del bisturi, raggiungendo siti anatomici impossibili da localizzare in assenza di incisioni chirurgiche ed in spazi veramente limitati, senza il rischio di
provocare danni agli organi vicini, così come accade, ad esempio, in
tanti tumori cerebrali, prostatici, ginecologici, pensiamo al tumore
dell’utero, qualora questi siano di piccole dimensioni e poco
infiltranti. Il grado di infiltrazione di un tumore, determina la
ridotta o la grande capacità che ha un tumore di
oltrepassare il confine della struttura anatomica
interessata dalla neoplasia,
per invadere altre aree corporee.
Epilessia, depressione grave, ansia patologica, Morbo di Alzheimer, interessate al trattamento
La
soddisfazione dei ricercatori, di fronte a questa innovativa tecnica
terapeutica è data anche dal fatto di aver compreso come il successo
del trattamento parrebbe associato al grado di intensità di utilizzo
degli ultrasuoni. Pare infatti che, modulando l’intensità di
emissione, si può intervenire su malattie quali l’epilessia
e la
stessa depressione grave, che non ha ottenuto grandi benefici dalla
farmacoterapia, intervenendo sulle cellule cerebrali inibendo
l’eccitazione neuronale che è alla base anche di rigidità
patologiche o movimenti scoordinati e involontari del paziente, senza
trascurare malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer. Anche se gli scienziati ci tengono a sottolineare il fatto
che, in atto, i primi successi, oltretutto da verificare col tempo,
sono limitati al Parkinson
, per tutto il resto servono anni di studi
e positivi riscontri scientifici.
Cure
anti-aging, la strada pare tutta a favore degli ultrasuoni
Ovvio
che di fronte a malattie gravi o addirittura gravissime, come i
tumori e le malattie neurodegenerative fra quelle viste, parlare di
medicina estetica applicata col solo scopo di migliorare l’aspetto
fisico conferendo al paziente un aspetto più giovanile, sembra molto
riduttivo. Ciò non toglie però, che l’estensione degli ultrasuoni
a livello terapeutico e non solo diagnostico, passa anche per la
medicina estetica, con particolare riguardo al campo anti-aging.
Addirittura tali applicazioni di lifting “dolce”, poco invasivo e che non utilizza bisturi, suture e quant’altro, è già
possibile con la Ulttherapy, utilizzando ultrasuoni a bassa intensità
e focalizzati in particolari punti della cute in grado di stimolare
il sottostante collagene. Ovviamente è una cura per ricche signore,
visto che ogni trattamento costa non meno di 2000 euro e, oltretutto,
ne servono diversi per raggiungere un risultato soddisfacente, ma c’è
già chi ha risorse e voglia di cercare in questo modo l’eterna
giovinezza! Un’applicazione similare potrebbe essere utilizzata anche per
eliminare il grasso corporeo.
Un campo forse più utile è quello di
veicolare antibiotici
o altri farmaci all’interno della barriera ematoencefalica mediante ultrasuoni. Tale barriera naturale è una
sorta di porta impenetrabile per molte sostanze anche prodotte dal
nostro stesso organismo, al fine di non danneggiare un organo tanto
nobile come il cervello
. Infatti la medicina si trova
impotente nella cura di molte patologie perché non v’è
modo di veicolare i farmaci oltre la barriera ematoencefalica, cosa
che parrebbe presto possibile con tale tecnica ad ultrasuoni.
Insomma,
circa 50 anni fa, con l’arrivo degli ultrasuoni e l’impiego degli
stessi mediante tecniche ecografiche, si gridò al miracolo in grado
di scorgere ogni cambiamento patologico nella funzione di quasi tutti
gli organi del nostro corpo e, a distanza di mezzo secolo, oggi possiamo
parlare di nuovo miracolo, utilizzando le stesse risorse, per la cura
di patologie che ancora adesso affliggono in modo significativo il
genere umano e tanti altri esseri viventi.
Fonte: La Verità
Nessun commento:
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento