Se in casa ci sono uno o due figli allergici, si
dovrebbe ricercare la spiegazione di questa patologia respiratoria sempre più diffusa nella collocazione della
casa dove si vive. Il motivo? Secondo recentissimi studi, risiedere ad una
distanza di almeno 100 metri da una strada di grande traffico, apre le porte
alle allergie , col risultato che, probabilmente, tali patologie potrebbero non
verificarsi o, per lo meno, accadere in maniera molto meno significativa, se si
vive lontani dal traffico veicolare.
A dirlo una
ricerca del ‘Geographical information system and
environmental epidemiology: a cross-sectional spatial analysis of the effects
of traffic-related air pollution on population respiratory health’
pubblicata sulla rivista scientifica Environmental health e realizzata
dall’Unità di epidemiologia ambientale polmonare dell’Istituto di fisiologia
clinica (Ifc) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Pisa, insieme con
altri due istituti Cnr, l’Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione
(Isti-Cnr) di Pisa e l’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare
(Ibim-Cnr) di Palermo.
“Recenti studi hanno confermato come l’inquinamento di
origine veicolare sia un potenziale fattore di rischio”, spiega Sara Maio,
ricercatrice dell’Ifc-Cnr di Pisa. “La nostra ricerca in particolare ha
analizzato, grazie all’utilizzo del programma Gis (Geographical information
system), l’associazione fra la residenza vicino a una strada con alti
volumi di traffico ( la Tosco-Romagnola che connette Pisa a Firenze, con circa
14.700 veicoli al giorno) e lo stato di salute respiratoria, indagato
attraverso l’uso di questionari e test oggettivi allergometrici e di
funzionalità respiratoria”.
Si è osservato insomma, come nei soggetti
che vivevano a ridosso di una strada trafficata, si sviluppassero allergie respiratorie
significative, addirittura ci si esponeva al 76% di rischio in più di contrarre
alla visita medica sibili persistenti, così come c’era il pericolo, aumentato
dell’80% che alla stessa visita si palesassero bronco-pneumopatie cronico
ostruttive, spesso aggiunto al rischio, innalzato del 107%, di soffrire di una ridotta funzionalità polmonare, tra
i maschi. Mentre nelle donne si evidenzia un rischio significativamente
maggiore del 61% di avere dispnea, dell’83% di avere positività ai test
allergometrici, del 68% di avere una diagnosi di asma e del 67% di avere
attacchi di difficoltà di respiro con sibili.
Le analisi hanno riguardato 2062 soggetti di età media
46 anni per gli uomini e 49 per le donne.
“Sono stati considerati altamente esposti i soggetti
che risiedevano entro 100m, rispetto alla strada Tosco-Romagnola, moderatamente
esposti i soggetti che risiedevano fra 100 e 250m e non esposti quelli che
risiedevano fra 250 e 800m”, afferma Giovanni Viegi, direttore dell’Ibim-Cnr di
Palermo.
Dall’analisi dei dati è risultato un trend decrescente
nella prevalenza dei sintomi e malattie respiratorie rispetto alla distanza
dalla strada.
“Se nei maschi è stata riscontrata una prevalenza di
sibili persistenti rispettivamente di 15.2%, 13.6% e 9.7%, di
bronco-pneumopatia cronico ostruttiva di 14.4%, 9.7%, 9.2% e di ridotta
funzionalità polmonare di 16.8%, 17.5%, 9.6%; nelle donne”, prosegue Viegi, “si
è evidenziata una prevalenza di dispnea di 35.4%, 28.3%, 23.9% e di positività
ai test allergometrici di 18.6%, 11.7%, 11.8%. Inoltre, nelle femmine, pur non mostrando
un trend decrescente, in chi risiede entro 100m dalla strada rispetto a chi
risiede fra 250-800m, si evidenzia una prevalenza significativamente più
elevata di attacchi di difficoltà di respiro con sibili (9.3% a fronte del
5.8%) e di diagnosi di asma (9.6% contro il 6.3%)”.
“Questo studio conferma come vivere vicino ad una
strada trafficata sia associato a problemi cronici respiratori, valutati sia
mediante metodi soggettivi (il questionario) sia mediante metodi oggettivi
(test allergometrici e di funzionalità respiratoria). E inoltre”, conclude
Viegi, “sottolinea il valore aggiunto della stretta collaborazione fra
ricercatori con conoscenze in campi scientifici differenti, quali gli
epidemiologi e gli esperti di sistema informativo geografico”.
Fonte: Unità di epidemiologia ambientale polmonare
dell’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Consiglio nazionale delle
ricerche (Cnr) di Pisa, Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione
(Isti-Cnr) di Pisa, Istituto di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim-Cnr)
di Palermo
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