Acufeni: cosa sono come si curano


Si chiamano acufeni e si parla di suoni, rumori, ronzii, di fatto in assenza di qualsiasi stimolo acustico reale in grado di generarli, che chi soffre di tali disturbi avverte nel totale silenzio da uno o da entrambe le orecchie.

Gli esami da fare per giungere alla diagnosi

Partendo dal presupposto che gli acufeni possono incidere pesantemente sulla qualità della vita della persona che ne è affetta, è importante che si giunga alla diagnosi dell’eventuale malattia che si cela dietro a questi sintomi nel più breve tempo possibile. Per farlo il primo esame cui sottoporsi è dato dall’audiometria, per poter constatare lo stato clinico dell’organo dell’udito. Successivamente, laddove non si siano scoperte eventuali altre patologie a carico dell’organo, si procede con esami più sofisticati quali la Tac e la Risonanza Magnetica. Si propende per l’uno o per l’altro esame a seconda che si voglia stabilire se l’acufene è di per sé una malattia primitiva o sia determinata da eventuali altre patologie insorte. Se trattasi di malattia acquisita si propenderà per le cure di quest’ultime, ad esempio, acufeni possono palesarsi in quelle patologie da deficit neurologici, a seguito di ictus, quale conseguenze dell’ipertensione arteriosa, in alcune neoplasie cerebraliNel caso invece il sintomo dipendesse da una malattia primitiva non vi sono molti margini di cura, tant’è che al paziente viene suggerito di convivere col disturbo, quando non diventa persino incompatibile con una qualità della vita accettabile.

Uno dei rimedi praticabili per rendere meno penosa la vita del soggetto affetto da acufeni, è il consiglio di utilizzare, soprattutto la notte, quando i ronzi si fanno più insistenti, una sorgente sonora a bassissimo volume, ad esempio, della musica in modo da contrastare il fastidio degli acufeni. Talora l’utilizzo di protesi acustiche hanno ridotto il problema. Tali apparecchi possono essere predisposti in modo da generare frequenze uguali a quelle prodotte dagli acufeni, di fatto annullandoli.

Focus sugli acufeni

Non è detto che l'approccio verso gli acufeni debba essere per tutti uguale. C'è chi, pur soffrendone ci convive senza problemi, c'è chi finisce per sviluppare forme d'ansia e persino in qualche caso, anche se non del tutto frequente, persino depressione. Insomma, dipende dalla risposta individuale. Così come c'è da dire che non tutti coloro che soffrono di queste manifestazioni le percepiscano allo stesso modo. Per alcuni il rumore di fondo è maggiormente avvertito nel silenzio assoluto, per altri il rumore è percepito, più o meno, sempre alla stessa maniera. Che l'acufene necessiti di un approfondimento è quasi certo, visto che solitamente potrebbe essere accompagnato anche da ipoacusia o, in chi ne soffre, da irritabilità, difficoltà di concentrazione, compreso un certo affaticamento psicofisico.  

Le Cause 

Non è che vi siano certezze assolute sulle cause che determinano gli acufeni, non è tuttavia escluso che alcune reti neurali che dal cervello si diramano verso i nervi dell'orecchio, subiscano una forma di sregolazione, congenita o acquisita e confondano i segnali di rumore alterandoli e modulando  il flusso di informazioni che giungono al cervello in maniera distorta. 

Al di là dei metodi diagnostici cui si dispone per giungere ad una diagnosi quanto più dettagliata e precisa possibile sugli acufeni, non è infrequente che, vista la complessità del singolo caso, lo specialista si debba orientare sui racconti dei pazienti, eventualmente integrando il tutto con gli esami che abbiamo appena visto sopra. Tutto ciò è anche volto ad escludere o a identificare le cause specifiche che possono aver portato alla comparsa di un acufene, esempio,  patologie dell’orecchio medio o di un tumore benigno che colpisce i nervi cranici e i nervi spinali (chiamato neurinoma).

Le cure degli Acufeni 

Il trattamento è tutt'altro che unico e non vale ovviamente per tutti i pazienti, per i quali a volte si presenta anche molto complesso. Ciò è dovuto sopratutto al fatto che le origini possono essere diverse per questo disturbo e fino adesso,  non esiste una terapia farmacologica efficace che sia in grado di curare tutti i tipi di acufene. Possibilmente la via migliore sarebbe in primis stabilire le cause che hanno generato il diturbo, seguento poi il tutto da un percorso multidisciplinare che tenga conto anche dell'apporto di altri medici in altre specializzazioni. L'uso di apparecchi acustici è un po' controverso, non si vuole affermare che non servano, ma di certo è che non tutti ne traggono benefici alla stessa maniera. 

Interessante segnalare la possibilità per quei pazienti che non abbiano tratto beneficio alcuno da tali apparecchi, il ricorso agli impianti cocleari, ovvero orecchie artificiali elettroniche capaci di ripristinare l’udito in persone del tutto sorde. Anche qua c'è da essere quanto mai precisi. Gli apparecchi cocleari impiantati potrebbe eliminare l'acufene o per lo meno ridurlo e, statisticamente ciò accade nella stragrande maggioranza dei casi, ma... c'è un ma. Non tutti i pazienti possono ricorrere a tali impianti che di norma sono rivolti ad un numero selezionato di pazienti. 

Il ricorso alla psicoterapia diviene essenziale quando il malato presenta un disagio determinato dallo stress e dall’ansia che tale disturbo esercita sulla propria vita. Soprattutto se gli acufeni stessi finiscono per divenire motivo di angoscia o emozioni a volte espressione di turbe di natura psicologica che trovano negli acufeni la manifestazione estrema al disagio patito. Con la psicoterapia si riesce di norma a risalire alle origini del problema cercando di indagarne le motivazioni. La farmacologia, infine, mediante la somministrazioni di farmaci ansiolitici e/o ipnoinduttori, per lo più benzodiazepine, può offrire un valido supporto, purchè tale indicazione sia di esclusiva pertinenza medica, al fine di limitare il più possibile fenomeni di dipendenza e/o assuefazione.

Commenti