Udiamo tutti i momenti della giornata riuscendo a cogliere sfumature che
per quanto agli umani non è dato di sviluppare al massimo il proprio sistema
uditivo, ci consentono di riconoscere il pianto di un bimbo dal suo sorridere,
l’abbaiare di un cane dal miagolio di un gatto e via dicendo. Ciò in quanto la
percezione dei suoni, oltre a maturarsi nel corso degli anni con l’esperienza
acquisita e i meccanismi più sofisticati della memoria, viaggia in due diversi
modi, per conduzione aerea, stimolando tramite il condotto uditivo la membrana
timpanica e gli ossicini, oppure, per conduzione ossea, ovvero, con un sistema
di propagazione che parte dalle ossa del cranio, raggiunge la coclea che di
fatto null’altro è che una sorta di centralina dell’udito. Ma un meccanismo
tanto elaborato può guastarsi, per l’intervento di malattie, traumi, o per il
passare inesorabile degli anni. Contro la sordità però oggi molto si può fare e
moltissimo si potrà fare in futuro, con i nuovi apparecchi acustici non
invasivi.
Uno studio dal nome “Studio e sviluppo di una protesi acustica ad
ultrasuoni” che ha chiamato in causa direttamente il CNR col suo Istituto di
Biofisica (IBF), ha portato alla sperimentazione per la prima volta nel mondo
di un inedito apparecchio acustico non invasivo di ultimissima generazione. La
caratteristica pratica di tale apparecchio è quello di porsi domani sul mercato
superando i limiti degli attuali ausili uditivi e dunque, nel caso del presidio
messo in atto dal CNR, ci riferiamo ad un sistema non invasivo che eleva la
qualità del suono percepito, rispetto agli attuali sistemi.
"Il progetto si basa su un metodo alternativo per l'invio di segnali sonori", spiega Mario Nobile del Cnr-Ibf. "Obiettivo principale, realizzare una soluzione protesica non invasiva che, grazie all'utilizzo degli ultrasuoni quale base portante del segnale sonoro e attraverso la conduzione ossea, coniughi efficienza energetica, elevate performance e gradevolezza estetica. Come Istituto contribuiamo al progetto mettendo a frutto una lunga esperienza di ricerca sugli aspetti funzionali delle cellule cocleari, sia su linee cellulari ‘in vitro' sia su animali da laboratorio".
Tra i partner del progetto, il gruppo del dipartimento di
Ingegneria biofisica ed elettronica dell'Università di Genova coordinato da
Andrea Trucco e Linear, società specializzata nella realizzazione di protesi
acustiche.
Fonte: Francesca Spanò , Istituto di biofisica
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