Il problema è presto detto…. Se troppo zucchero fa
male alla salute, possiamo fidarci dei dolcificanti artificiali? Difficile a
dirsi così, di primo acchito, certo è che per qualcuno rivolgersi ai
dolcificanti naturali è una scelta forzata, come accade ai diabetici soprattutto,
ne deriva che dovremo sperare che se da un lato non si eviti il problema dello
zucchero dall’altro non ci si imbatta in uno peggiore dovuto alla nocività
degli edulcoranti e dolcificanti in genere e per la verità, il quadro che ne è
derivato, grazie all’importante lavoro messo in atto da Altroconsumo, non è che
ci lasci del tutto tranquilli. Oltretutto l’industria degli edulcoranti
artificiali e dei dolcificante è in continua crescita, segno che le strategie
di marketing messe in atto da questi produttori funzionano. Ma la contestuale
ricerca inglese effettuata, come detto, insieme ad Altronsumo ci dice qualcosa
che forse non immaginavamo.
Ci informa ad esempio che è necessario classificare i
dolcificanti in due categorie differenti, quelle dei dolcificanti naturali e
quella dei dolcificanti artificiali. Non è una suddivisione da poco, visto che
scegliere l’una o l’altra categoria ci consente di stabilire il potere calorico
del prodotto in questione.
“I dolcificanti
naturali – spiega Altroconsumo - si trovano in natura
in frutta e verdura (quelli usati industrialmente, però, sono ottenuti a
partire dal mais: si estrae l’amido, si ottiene lo zucchero e per idrogenazione e inversione si ottiene l’edulcorante
desiderato). Il
loro potere edulcorante è, in genere, solo leggermente più basso rispetto allo
zucchero da tavola (saccarosio) e contengono poco più della metà delle sue
calorie. I più comuni nella nostra alimentazione sono quelli che finiscono in “olo” (sorbitolo, mannitolo, xilitolo…). Questi dolcificanti danno
consistenza ai cibi e hanno un effetto rinfrescante che spiega anche il loro diffuso
impiego nelle gomme da masticare, nella confetteria e nelle caramelle”.
“Tutti,
se consumati in grande quantità, possono causare flatulenza, mal di pancia e dissenteria. Non è fissata una dose giornaliera
raccomandata ma viene comunque dato un valore di riferimento pari a 20 grammi
al giorno per gli adulti e 10 grammi per i bambini per non incorrere in effetti
indesiderati. I dolcificanti artificiali sono sostanze di
sintesi, prodotte in laboratorio. Questi dolcificanti sono caratterizzati da un
elevato potere edulcorante (da 30 a 500 volte quello dello zucchero comune),
dall’assenza di valore calorico (in pratica non hanno calorie) e da una dose
giornaliera massima che varia a seconda dei dolcificanti e che si calcola in
base al peso corporeo. Dolcificanti intensivi sono: aspartame, acesulfame,
saccarina, ciclammati e sucralosio (il più recente)”.
Nel novero dei dolcificanti presi in esame,
Altroconsumo ha sottolineato il ruolo detenuto dai cosiddetti cliclamati, che
in America da qualche tempo sono pure vietati perché ritenuti dannosi alla
salute, in Europa ci limitiamo a consigliarne dosi genericamente limitati. Così
come, eccezione fatta per l’aspartame, i dolcificanti
intensivi possono avere un retrogusto sgradevole: ad esempio, la saccarina è
amara. L’aspartame può dare raramente effetti indesiderati in persone
particolarmente sensibili: mal di testa, nausea, vomito, dolori addominali.
Inoltre, poiché è una fonte di fenilalanina non può essere assunto da chi è
affetto da fenilchetonuria (avviso che è obbligatorio in etichetta). Questo
dolcificante, inoltre, non deve essere usato per cibi da cuocere, perché il
calore fa svanire l suo effetto dolcificante. La dose giornaliera
massima consentita varia a seconda del dolcificante ed è calcolata in base al
peso”.
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