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La parte di colesterolo che noi introduciamo con gli alimenti è solo una porzione del componente totale che deteniamo, il grosso lo fa il fegato che, in piena autonomia, se lo produce da solo. Se potessimo utilizzare una ipotetica bilancia per quantificare la quantità di colesterolo detenuta, su 100 parti, 90, sono prodotte dal nostro organismo e 10 introdotte con l’alimentazione; tant'è che, mentre quello che ingeriamo con gli alimenti è pari ad uno 0 virgola grammi, quello prodotto dall'organismo è pari anche 2 grammi al giorno. Eppure, se andassimo a chiedere per strada a cosa è dovuta la presenza del colesterolo sopra la soglia nella normalità, la stragrande maggioranza delle persone risponderebbe che tale quantità è strettamente dipendente da ciò che mangiamo, se poi chiedessimo cos’è il colesterolo, ancora una volta la stragrande maggioranza di persone risponderebbe che è una pericolosissima sostanza in grado di provocare infarti ed ictus, dimenticando il vero motivo dell’esistenza del colesterolo e la vera sede in cui si fabbrica tale componente che è endogena e solo in piccola parte esogena.
Ma c’è di più. Persino l'assioma secondo il quale se assumiamo colesterolo in eccesso con la dieta siamo gli artefici del "nostro" infarto o del "nostro" ictus e per tale ragione si è mossa l'ossessione di ricercare quegli alimenti con poco colesterolo o l'abitudine di centellinare la quantità di alimenti che pensiamo siano intrisi di questo componente, è da rivedere. Ciò, alla luce del fatto che il colesterolo assunto a tavola non fa aumentare il colesterolo nel sangue in modo significativo. Basti pensare al terrorismo psicologico indotto che negli anni si è fatto sulle uova, sui formaggi, sul latte. Ebbene un gruppo di ricercatori controtendenza, ha voluto fare un lavoro scientifico che consisteva nell’ osservare cosa accadeva a 116 volontari di sesso maschile con un’età media di 46 anni, in un periodo osservazionale di 6 mesi. I primi tre mesi il gruppo assumeva ogni giorno due uova fresche al giorno, all’interno della loro dieta che non veniva modificata a seguito dell’esperimento. Nei successivi tre mesi hanno eliminato in toto le uova dall’alimentazione quotidiana. Ebbene, il tanto famigerato uovo che viene dipinto come un concentrato insalubre di colesterolo, assunto per tre mesi di fila in doppia quantità, non ha determinato alcun aumento del colesterolo nel sangue, stessa cosa per quanto riguarda i trigliceridi. Risultato, potremmo consumare anche 2 uova al giorno senza rischiare nulla ed inoltre, la lecitina, di cui l'uovo è in larga parte composto, che è l’insieme di almeno 5 glicerofosfolipidi fra i quali ricordiamo la fosfatidilcolina, la fosfatidiletanolammina, la fosfatidilinositolo, la fosfatidilserina e l’ acido fosfatidico, si comporta come un vero e proprio antidoto all’ipercolesterolemia. La lecitina insomma è un antagonista per il colesterolo, poichè diminuisce l’assorbimento di colesterolo da parte dell’intestino, con il risultato che la lecitina detenuta per lo più nel tuorlo d’uovo previene la formazione delle placche aterosclerotiche col risultato che l’uovo si conferma oggi l’anticolesterolo per eccellenza!
L’ipercolesterolemia causa infarto e ictus sicuramente!
Eppure siamo stati sempre bombardati da una narrazione che vorrebbe escludere, in toto o quasi, gli alimenti che supponiamo essere intrisi di questo componente essenziale dell’organismo, con la presunzione di credere che siamo noi a regolare il nostro corpo e non il contrario. Quante volte ci è stato ricordato che l’eccesso di colesterolo nel sangue e degli stessi trigliceridi è causa di infarto ed ictus. Eppure, basterebbe leggere le cartelle cliniche dei tanti pronto soccorso degli ospedali per scoprire che oltre 60 pazienti su cento ricoveratI per infarto, avevano livelli di colesterolo nel sangue normali.
La caduta del mito del rischio del colesterolo nell’alimentazione
Ci sarebbe di più. Non è del tutto vero, infatti, seguendo gli ultimi orientamenti della medicina, che il colesterolo alimentare determina aumenti stratosferici del colesterolo ematico alla luce del fatto che il colesterolo in eccesso non viene assorbito dall’intestino e se la soglia si innalza è lo stesso organismo a veicolare il colesterolo in eccesso eliminandolo con i sali biliari, motivo per cui semmai, lontani dalle uova e da alimenti ricchi di colesterolo, dovrebbero stare pazienti affetti da malattie delle vie biliari.
Solo alcuni soggetti nati con una mutazione genetica tale da non garantire l’eliminazione del colesterolo in eccesso, hanno in effetti problemi seri che si riflettono negativamente a livello vascolare a seguito di un consumo eccessivo di alimenti ricchi di colesterolo.
Quindi possiamo mangiare a crepapelle e non rischiare nulla?
La scelta di una alimentazione salubre e senza eccessi vale sempre, per la semplice ragione che se è il fegato a produrre colesterolo, tale eventuale iperproduzione del componente viene innescata anche da certi stimoli che provengono dall’alimentazione. L’eccesso della produzione di insulina, ad esempio, avviene quando costringiamo il pancreas a produrla in grande quantità perché aumentiamo a dismisura il consumo di zuccheri, carboidrati e farine raffinate col risultato di innescare, complice l’insulina, un enzima nel fegato che aumenta la produzione di colesterolo da parte dell’organo, parliamo dell’enzima HMG-CoA REDUTTASI . Insomma, se aumentiamo a dismisura il glucosio, è come se chiedessimo al fegato di produrre più colesterolo di quello che di norma produce e ciò in quanto il glucosio in eccesso costringe la produzione di maggiore insulina che va ad agire sull’enzima citato.
Ma, a seguito di un'alimentazione disordinata e reiterata nel tempo, possiamo anche aspettarci un aumento di colesterolo che si può determinare in maniera indiretta. Ciò avviene ricorrendo con troppa frequenza all’ingestione di alimenti ricchi di acidi grassi trans. Un esempio, ricorrendo al consumo continuo di margarine, snack dolci, salatini, patatine fritte surgelate, krapfen, dadi da brodo, pop corn, merendine industriali in genere, alimenti da fast food e via di seguito. Ovviamente parliamo di eccessi alimentari, o di abitudini alimentari protratte nel tempo, non di un uso occasionale di questi alimenti. In questo caso, l’eccesso di colesterolo è determinato da una inibizione dei fattori che provvedono a bloccare l’assimilazione del colesterolo ed anzi inducendo l’enzima HMG-CoA reduttasi a produrre altro colesterolo.
Insomma, una dieta equilibrata, penseremmo alla dieta mediterranea, che contempli la presenza di fibre vegetali derivanti dalla verdura e dalla frutta, legumi compresi, inibiscono la produzione in eccesso del colesterolo ed in questo entra in gioco l’intestino con i suoi batteri intestinali tanto importanti non solo per la digestione ma per il nostro benessere, in grado di trasformare le fibre in acidi grassi a catena corta che inibiscono la produzione di colesterolo da parte del fegato. C’è da ricordare che, curiosamente, uno degli alimenti reputati a rischio di ipercolesterolemia, è proprio il burro. Questa convinzione è del tutto errata, per il solo fatto che proprio il burro contiene acido butirrico che è il prodotto generato dai batteri intestinali e che partecipa esso stesso a mantenere basso il colesterolo nel sangue inibendone la formazione da parte del fegato. Da ricordare che ad incidere sui livelli di colesterolo sono anche gli stili di vita e lo stress cronico, in questo caso perché è proprio dal colesterolo che si parte per la produzione di cortisolo, che è un ormone che si attiva proprio in caso di stress. Anche la vita sedentaria è una condizione che partecipa all’aumento del colesterolo, anche se abbiamo visto come sia molto più semplice di come si pensi, contrastare gli effetti nefasti della vita sedentaria stessa.
Quindi, avendo visto che 6 infarti su 10 detengono un fattore comune, quello di essersi verificati in pazienti privi di ipercolesterolemia, dovremmo anche sfatare quei miti che ci fanno vivere male, partendo dal presupposto che un aumento del colesterolo nel sangue debba correlarsi ad infarto o ictus. Così come dovremmo razionalizzare il significato di dieta alimentare senza escludere quegli alimenti che per decenni ci hanno convinto di escludere. Per non contare il fatto che dovremmo anche ridimensionare la paura che ci coglie di solito davanti al fatto di vedere che esiste un colesterolo buono e uno cattivo, quest’ultimo, evidenziato come LDL non è altro che un vettore che porta all’interno della cellula il colesterolo i cui valori non del tutto normali non pregiudicano di certo la nostra salute e il nostro benessere. Quindi, il colesterolo non è una sostanza malefica e, comunque, noi incidiamo con la dieta in maniera relativa alla sua formazione, semmai andiamo ad incidere sul fegato se i nostro comportamenti alimentari non sono corretti, ma da qui a criminalizzare uova, formaggi, latte e via dicendo, con il presupposto che innalzino il colesterolo, esponendoci a rischi estremi, ce ne passa. Così come la stessa ricerca del colesterolo ematico nel sangue andrebbe oggi sicuramente rivista.
Anche gli stessi grassi, tanto criminalizzati, vanno rivalutati, come ad esempio, l’olio extravergine di oliva, un alimento salutare e che è invece è stato criminalizzato anch’esso se assunto in quantità superiori al classico filino sulla pietanza. Stessa cosa accaduta con la frutta secca, finita insieme al burro, al latte intero e allo yogurt intero, sul banco degli imputati perché apportatori di troppo colesterolo. E che dire dei formaggi, visto che a sentire certi soloni andrebbero assunti dopo averli pesati con un bilancino di precisione in uso solitamente alle farmacie. A riprova che non è il colesterolo responsabile di accidenti vascolari e che abbassare i limiti ematici un tempo ritenuti normali è stata più una mossa utile solo alle Case farmaceutiche che al benessere comune e che aver spostato tutta l’attenzione su quei cibi che sulla carta non aumentano i livelli di colesterolo, perchè deprivati di ogni sorta di grassi, abbiamo avuto come conseguenza un aumento delle malattie croniche, degli infarti persino aumentati con tale politica. Ricordiamo che la prima causa di morte sono ancora le malattie cardiovascolari nonostante tutte le attenzioni proposteci per evitarle, anche se sul fatto di stabilire le prime cause di morte ci sarebbe da dire dell'altro. L’utilizzo in alternativa di prodotti che hanno come costituenti oli alimentari industriali, girasole, colza, mais, arachidi, margarine e olio di palma che vengono lavorati ed ossidati, ha avuto come conseguenza quella di creare infiammazioni generalizzate nell’organismo. Anche in questo caso, ciò non significa che una porzione di patatine fritte, cucinate con questi oli ci uccide all’istante, ma non è certo del tutto salutare ricorrerci con troppa frequenza. Tuttavia, se ci si limita ad un vezzo occasionale, un modo magari per trascorrere in allegria una serata con amici o parenti, non è certo un danno irreversibile di certo, ma assumere continuamente cibo spazzatura è quasi certo che ci creerà alla lunga problemi, non solo per il contenuto di colesterolo che induciamo il fagato a produrre in eccesso.
Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/433821/
Finalmente si fa luce su queste errate convinzioni compreso il fatto di sapere che pur di vendere statine le Case Farmaceutiche hanno fatto pressione pur di abbassare i valori normali. Armando
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