Si
dibatte non poco sul ruolo dell'alcol sulla nostra salute. Più volte
gli scienziati si sono cimentati nello studio delle bevande alcoliche
e sul ruolo benefico o no che esse hanno sul nostro corpo.
Ultimamente è stato condotto uno studio molto complesso e completo
per stabilire che ruolo possa avere l'alcol nei confronti degli ictus
ischemici. Lo studio è stato condotto in Corea su un gruppo di
volontari più dediti all'alcol di quanto lo fossero le popolazioni
occidentali che più erano vicine per abitudini al gruppo di asiatici
presi in esame.
I
soggetti attenzionati erano 1.848 persone di età diverse e comunque
non inferiori ai 20 anni che avevano
già avuto un primo ictus sistemico. Successivamente sono stati arruolate 3.589 persone che non
avevano avuto fino alla data in cui hanno partecipato allo studio
alcuna malattia ischemica che provenivano
dalla quarta e quinta indagine del KNHANES ( Korean National Health
and Nutrition Examination Survey ) e sono stati abbinati ai casi per
età, sesso e livello di istruzione. Tutti i partecipanti hanno
completato un colloquio utilizzando un questionario strutturato
sull’assunzione di alcol.
Alla
fine del lavoro scientifico è emerso che l'assunzione leggera o
moderata di bevande alcoliche, dove per tale tipo di assunzione si
indicano 3 o 4 bevande al giorno la cui quantità di etanolo non
superi i 10 grammi, è associata ad una più bassa probabilità di
andare incontro ad ictus sistemico, per le donne lo stesso risultato
si ottiene con quantità di alcol minori, ovvero, 1-2 bevande al
giorno. Nello studio la bevanda alcolica che è stata maggiormente
utilizzata è stato il soju che contiene circa il 20% di etanolo.
Poichè lo studio è stato condotto in Corea ed era finalizzato a
quella popolazione asiatica si è concluso che
il consumo di alcol distillato da leggero a moderato può ridurre il
rischio di ictus ischemico nei coreani. Ma
possiamo esportare tale modello anche in occidente? valutando la
quantità di alcol presente nelle nostre bevande alcoliche, parrebbe
di si!
Giuliano
FONTE:
(Xagena2015)
- Lee SJ et al, Neurology 2015; 85: 1950-1956 - Neuro2015
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