Da
sempre ormai associamo l'acido folico e i folati in generale al
benessere del feto se assunto dalla madre non dal primo mese di
gravidanza, ma addirittura, potendo, dalla data del concepimento.
Tutto ciò perché, sarebbe ormai acclarato, che la carenza di
vitamine del gruppo B arrecherebbe danni seri al feto. Ma recenti
studi potrebbero gettare delle ombre inquietanti su queste ormai
granitiche teorie. Secondo tali lavori scientifici l'eccesso delle
stesse vitamine potrebbero essere causa di autismo nel nascituro,
atteso oltretutto che è ormai accertato che l'autismo ha una matrice
genetica e nulla attiene ad esempio alla teoria secondo la quale a
provocarlo sarebbero i vaccini assunti in età pediatrica.
Dunque,
troppe vitamine B, troppi folati, che non
si
ricavano solo
dall'alimentazione
ma in larga parte anche dagli integratori alimentari e
se assunti in eccesso da quest'ultimi, sarebbero
addirittura nocivi per il nascituro, come si evince dallo studiosull'autismo tenutosi a Baltimora e capitanato da
ricercatori della School of Public Health della Johns Hopkins
University che
hanno
misurato la quantità di folati e di vitamina B12 nel sangue delle
mamme che hanno partorito fra il 1998 e il 2013 e poi hanno seguito
per parecchi anni lo sviluppo dei neonati. Questo
è quanto emerso:
a) se i folati erano quattro volte quelli considerati ottimali, il rischio che il neonato sviluppasse i sintomi di autismo raddoppiava;
b) se invece era molto alta la vitamina B12, il rischio triplicava;c) se poi erano alti entrambi (sia i folati, sia la vitamina B12) il rischio per il bambino aumentava di 17,6 volte.
Molte mamme affermavano di aver assunto in gravidanza dei complessi multivitaminici (integratori alimentari).
Sapendo
che i folati sono vitamine del gruppo B che risiedono in cibi quali
gli asparagi, i broccoli i carciofi in molti frutti quali gli agrumi
ma anche nei legumi e nelle uova, si evince che con una dieta sana è
molto difficile che si creino ipervitaminosi, anche di vitamina B12
che si reperta nelle carni rosse. Ma sappiamo bene che negli
integratori alimentari previsti per le donne in gravidanza esistono
supplementazioni di questi folati il cui uso tende a sfuggire al
controllo del paziente e dello stesso medico, con l'errata
consapevolezza che tutto quello che è in più sia smaltito
regolarmente dall'organismo. Ed invece così non è! Solo
un'alimentazione ricca di frutta e verdura non arreca eccesso di
queste vitamine, l'integrazione dall'esterno con preparati
addizionali invece è spesso all'origine di danni al nascituro.
I
folati in gravidanza
Le
linee guida che l'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia
Nel
primo trimestre di
gestazione,
la
quantità di
folati, dovrebbe
essere tra
13,5 e 45,3 nanomoli per litro di sangue, mentre non ci sono
indicazioni sulla quantità consigliata di vitamina B12. L'Aifa,
l'agenzia di controllo dei farmaci italiana, ha inserito 400
microgrammi di acido folico al giorno nell'elenco dei farmaci per
prevenire malformazioni
nel nascituro, nascono infatti
circa 600 bambini
all'anno
con la disfunzione del tubo neurale, ai quali si aggiungono i casi di
labbro leporino, prematurità, basso peso neonatale eccetera. E
chi pensava che l'eccesso di tali vitamine venisse escreto dalle
urine, alla luce dello studio di Baltimora, forse dovrà ricredersi.
E' bene tuttavia non considerare come
definitivo,
almeno allo stato attuale, ciò che proviene dallo studio
scientifico, insomma, prima di stabilire un'associazione certa fra
folati e autismo occorrono altri studi e conferme, anche perché non
esistono fino adesso altri lavori
al riguardo, non esiste una pubblicazione del lavoro scientifico e
tutto si basa sulla constatazione di un gruppo rispettabile di
scienziati che tuttavia ammettono essi stessi che sono necessari
ulteriori approfondimenti prima di ratificare
la veridicità di quella che oggi appare come una semplice
constatazione, troppi folati, uguale autismo? Non
è certo, ma possibile!
Ma tale recente lavoro scientifico tuttavia ci da un'ennesima
dimostrazione, ovvero, che anche gli integratori alimentari devono
essere assunti su precisa indicazione del medico, in questo caso del
ginecologo, perché per troppo tempo si è creduto che preparati
del genere, non
essendo
farmaci,
possano
essere assunti
a dismisura.
Giuliano
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