Quando acquisto un cosmetico cosa devo guardare? Quali sono i cosmetici che
farei bene ad evitare? Sono domande che saranno passate nella mente di molte
consumatrici (e molti consumatori) più di una volta nella vita.
La scelta del
cosmetico giusto, in realtà, non è una cosa semplice: tra messaggi pubblicitari
poco chiari e prodotti più o meno contraffatti, la confusione regna sovrana.
Per questo è più che ben accetto
il vademecum appena pubblicato dall’Antitrust per aiutare i consumatori a
decodificare più facilmente i messaggi pubblicitari sui cosmetici al fine di
scelte d’acquisto più consapevoli.
I consigli sono stati formulati alla luce dei principi applicati
dall’Antitrust nei suoi provvedimenti degli ultimi quattro anni: chiarezza ed
esaustività delle informazioni su caratteristiche, componenti,
modalità di impiego e risultati ottenibili dal cosmetico.
La prima cosa da sapere è che il cosmetico non è un farmaco e quindi
non può essere assimilato o comparato, esplicitamente o indirettamente, ad
un farmaco o ad interventi di chirurgia estetica. “Al prodotto
cosmetico non possono essere attribuite, direttamente, indirettamente o in modo
ambiguo, proprietà curative o terapeutiche capaci di intervenire in maniera
risolutiva e definitiva sulle cause degli inestetismi” si legge nel vademecum.
Se vengono utilizzati dei vanti di efficacia specifici e
puntuali, deve esserci un veridico e mirato supporto scientifico.
“L’efficacia di un componente non supporta da sola e di per sé l’efficacia del
prodotto”. Per informarsi al riguardo, l’Antitrust suggerisce di
consultare le “linee guida per la valutazione di efficacia dei prodotti
cosmetici”, al link http://www.cosmeticseurope.eu/publications-cosmetics-europe-association/guidelines.html?view=item&id=23
.
Nella pubblicità non si possono richiamare studi limitati a
situazioni specifiche per vantare più estese prestazionali del
cosmetico, né si possono omettere informazioni rilevanti su limiti e confini
di efficacia del prodotto in modo da generalizzarne indebitamente la portata
oltre gli ambiti effettivi. In particolare, non possono essere affidati a super
o note in calce – spesso con caratteri ridotti – precisazioni in grado di
ridimensionare/smentire i vanti principali dei messaggi.
Bisogna, infine, distinguere tra test di autovalutazione e test
scientifici: i primi non possono essere portati a supporto di oggettivi
vanti di efficacia e vanno comunque tenuti distinti da test e
sperimentazione scientifiche. In ogni caso, devono essere chiaramente
presentati come tali e va evidenziato il loro contenuto con riferimento alla
tipologia di domande e al campione utilizzato.
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