domenica 30 dicembre 2018

Il pranzo è servito: le tante fake news propinate a tavola!


C’è poco da fare,basta poco, qualcuno che si alza di buon mattino rilasciando in rete o col passaparola una sonora fesseria ed in breve tempo quella che oggi amiamo tanto definire una fake news diventa una notizia virale e degna di rigore scientifico. E’ il pericolo che oggi corriamo con Internet, che per la verità ha colpe relative in questo circolo vizioso che si instaura, visto che ieri, quando Internet non esisteva, c’erano le legende metropolitane, che di danni ne hanno fatto senza fine. C’è poco da fare, è la natura umana che a volte ha bisogno di aggrapparsi al sentito dire o ha esigenza di credere al miracolo a tanto al chilo, per sentirsi meglio e la tavola non fa eccezione, anche perché, rilevare pericoli o proprietà terapeutiche eccezionali in questo o quell’altro cibo fa sicuramente molta presa. Ed ecco La top ten delle castronerie a tavola stilata da Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare presentata in occasione della campagna #stopfakeatavola. L’elenco è lungo ma qualche riferimento a qualche ghiotta castroneria non guasta. Un esempio? l’ananas fa dimagrire…
Chissà quanti sono convinti di poter mettere a tacere la coscienza per essersi lasciati prendere la mano dai bagordi natalizi e spera così di tornare in forma con l’ananas capace come è di bruciare tutti i grassi in eccesso. Pura e semplice illusione, se solo si pensi che l’artefice di questo “miracolo” è ascrivibile alla bromelinache in effetti è contenuta nell’ananas ma ha tutt’altre qualità, la prima antinfiammatoria, la seconda moderatamente antiedemigena nel senso che partecipa ad assorbire eventualiedemi formati, ovvero, laddove sia presente una quantità di liquido superiore alla norma negli spazi interstiziali dei tessuti e che comporta un anomalo rigonfiamento degli organi o delle regioni interessate. Ne deriva, quindi, che alla bromelina potremmo ascrivere il ruolo di digerire le proteine ma non certo i grassi e le calorie e poi c’è un piccolo particolare tutt’altro che trascurabile. La bromelina si trova nel gambo dell’ananas e a meno di non essere tutti delle “capre”, chi ha mai visto qualcuno mangiare questa parte del frutto?

Altra notizia priva di fondamento: le banane sono ricchissime di potassio… non si sa il motivo, ma in moltissimi sono convinti che il gustoso cibo esotico sia un concentrato di potassio, peccato apprendere che su dieci frutti freschi presi in esame la banana, in fatto di concentrazione di potassio è agli ultimi posti, preceduta persino dal kiwi. Ma la stessa cosa si potrebbe dire degli spinaci ricchi di ferro, salvo poi scoprire che così non è, con buona pace del simpatico “Bracciodi Ferro” dei cartoni animati!

E che dire del latte. Secondo i suoi detrattori e secondo certe mode vegane, farebbe malissimo, oltretutto spesso ci viene rinfacciato e anche duramente che l’uomo è l’unico mammifero che si ciba di latte tutta la vita ricavandolo da altri mammiferi. Embè? Per questo il latte dovrebbe far male? E che dire del fatto che beviamo latte dalla notte dei tempi al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte. E qui il terreno si fa scivoloso, perché se il latte fa male i latticini dovrebbero fare malissimo! Salvo scoprire che così non è. 

La lista del terrorismo alimentare è lunga e forse non converrebbe più assecondare chi smanetta dalla mattina alla sera per terrorizzare il prossimo, ma qualche altra chicca conviene ricordarla, come quella che annovera la carne, anche a dosi omeopatiche assunte durante la settimana, quale pericolosa minaccia per la propria salute. Tutto falso, persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità che aveva lanciato tempo fa l’allarme è tornata sui propri passi minimizzando il tutto. E, infine che dire del Kamut, il grano dei Faraoni in grado di detenere chissà quale porzione magica e di detenere nutrienti capaci di mirabilie, posto che i faraoni non ci risulta morissero centenari. Eppure, il Kamut, non è altro che un marchio commerciale privato, registrato negli USA, con cui viene venduto il grano della varietà Khorasan (Triticum turgidum spp. turanicum). La varietà Khorasan – comebene afferma la Coldiretti – è coltivata anche in Italia e ha caratteristiche che possono essere ritrovate anche nel farro o nella varietà di grano duro italiane. Ma chissà perché, amiamo l’idea di aggrapparci a queste castronerie vere e proprie per sentirci meglio.

La scorretta informazione nell’alimentare ha un peso più rilevante  che negli altri settori perchè va a influenzare direttamente la salute. Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni”, 

ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.



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