La
colica renale che sovente giunge all'improvviso senza alcun
particolare preavviso, nel bel mezzo di una vacanza ad esempio, è una condizione di grande disagio per il
paziente che la vive, innanzitutto per il dolore patito, in qualche
caso pare che la soglia si
avvicini a quella
del parto, poi per il senso di prostrazione che
il paziente patisce
proprio a causa del dolore e
dell'agitazione che ne deriva, fatto
questo che finisce per
palesarsi con tutta
una serie di altri sintomi, che vanno dal vomito, alla sudorazione
profusa spesso seguita
dall'abbassamento della
pressione arteriosa che
finiscono per peggiorare il quadro clinico che si è determinato a
causa dello colica stessa e a
tutto quanto ne deriva.
Che
la colica renale sia un evento spesso vissuto con un carico di
apprensione eccessivo è noto, visto
che quasi sempre non esiste alcun pericolo per la vita del paziente,
neanche quando assistiamo a delle urine colorate di rosso che
generalmente allarmano non poco il malato. Ma,
ripetiamo è sempre il dolore acutissimo che prostra il paziente al
punto da spaventarlo sopratutto in occasione della sua prima colica.
Lo dimostra il fatto che l'accesso al Pronto Soccorso per una colica
renale è del 5% ma se si sommano le cause urologiche che sovente si
accompagnano all'evento si giunge a punte anche del 35%.
Fra l'altro
va anche detto che quasi
sempre si pensa che ad
originare una colica
renale sia un calcolo che si sia spostato dalla sua sede ove
risiedeva
chissà da quanto tempo. Ma esistono coliche anche senza calcoli, ma
dovuti a spasmi spesso uretrali la cui origine può anche essere
dipendente da stress, o stati d'ansia protratti o da forti emozioni
vissute. Ad esempio, scampare ad un incidente, ad una possibile
strage, ad un evento che abbia messo in pericolo la nostra o l'incolumità di un nostro caro, può di lì a poco scatenare, in soggetti predisposti, una
violentissima colica renale, ma
una volta
eseguita l'ecografia di rito
per stabilire la possibilità
di calcoli renali si scopre
che questi sono del tutto assenti.
Di
coliche renali si soffre più d'estate che d'inverno
Forse
non tutti sanno che di colica renale si soffre più d'estate che
d'inverno, questo sopratutto quando lo spasmo è determinato dal
passaggio di calcoli renali. Il motivo è facilmente comprensibile ed
è direttamente proporzionale
alle indicazioni che i medici danno ai pazienti che soffrono di
questa patologia acuta: bere molta acqua. In estate, per la calura
insopportabile, nonostante si beva, a volte si trascorre molto tempo
in uno stato di disidratazione momentaneo poco
percepito dalla persona stessa, ma questo stato può favorire esso
stesso l'esordio di una colica renale, spesso perché le alte
temperature sono insieme alla disidratazione complice della
formazione di nuovi calcoli.
I
migliori farmaci da usare in caso di colica renale
Nel
caso in cui fossimo colti da una colica renale, la scelta dei farmaci
da utilizzare è sicuramente lunga, si va dagli antispastici uniti ai
farmaci antinfiammatori (fans) fino all'impiego di soluzioni saline per
idratare l'organismo e sperare che queste spingano fuori il calcolo.
Oltretutto la flebo applicata
al paziente come terapia di primo soccorso serve anche per veicolare
farmaci utili ad esempio per stabilizzare la pressione arteriosa, o
stroncare il vomito incoercibile e
al contempo lenire le sofferenze del malcapitato. Ma uno dei farmaci
definiti d'elezione nel caso
di una colica renale resta
pur sempre il vecchio e tanto amato Diclofenac
sodico, più noto come Voltaren fiale. Il farmaco, che va
somministrato esclusivamente per via intramuscolare, mai endovena e
mai disciolto nell'eventuale flebo, ha ricevuto il suo spazio d'onore
nel celeberrimo giornale medico scientifico Lancet. Ciò a seguito di
uno studio recente effettuato su 1.644 pazienti affetti da colica
renale nei quali si è constatato come questa molecola consente di
gestire l'emergenza colica renale nel migliore dei modi.
Il
Diclofenac fiale intramuscolo infatti esercita il suo effetto in un
tempo più breve, visto che entro mezz'ora il dolore si riduce di
oltre il 50% in quasi sette pazienti su dieci. Il Paracetamolo
endovena (la Tachipirina per capirci), pur essendo un buon farmaco,
oltretutto meno gastrolesivo del diclofenac, agisce in poco più di
sei pazienti su dieci e addirittura la morfina endovena in sei
pazienti su dieci. Superata la prima ora dalla somministrazione del
Diclofenac fiale intramuscolo il dolore tende a scomparire in
una percentuale importante rispetto agli altri farmaci citati, al
punto che la necessità di ricorrere ad una nuova iniezione di
Diclofenac è di gran lunga ridotta rispetto sia al Paracetamolo endovena che alla
morfina anch'essa endovena,
considerato
che si deve ricorrere ad altra somministrazione di farmaco, nel caso
del
Diclofenac, nel 12% dei pazienti,
contro il 20% con il paracetamolo e il 23% con la morfina.
Ovviamente
questo non significa che il paziente debba ricorrere alla cura fai
da te in caso di colica
renale, visto che oltretutto a seconda dell'età del paziente, delle
sue condizioni generali, una colica può slatentizzare qualcosa di
più grave e spetta al medico formulare la diagnosi
prima e la cura adatta dopo,
per ogni circostanza.
Oltretutto le coliche renali, spesso al primo esordio, non sono tutte
uguali, ci sono eventi ad esempio che impensieriscono non poco i
sanitari costretti, al fine di formulare l'esatta diagnosi, ad
esami del sangue per scongiurare altre emergenze, vedi appendiciti acute e così via. Forse il significato di quanto emerso dal Lancet
può servire per rendersi conto che vecchi farmaci e per di più
a basso costo, sopratutto da quando esistono i generici o equivalenti, fanno ancora
molto bene il loro difficile “mestiere” !
Giuliano
Finalmente un articolo chiaro ed esaustivo per un problema che ahimè mi fa soffrire parecchio quando arriva
RispondiEliminaGINO
Sapevo che il Voltaren veniva usato contro le coliche renali, ma pensavo che usare un altro antinfiammatorio fosse la stessa cosa
RispondiEliminaAlessietta
Finalmente un articolo ben fatto,molto chiaro,utile per le emergenze.Grazie
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