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Senza nulla togliere alle palestre, luoghi in cui oltre a praticare sport e ginnastica ci si incontra piacevolmente e si socializza, quindi, senza ovviamente escluderle, se ci limitiamo al fatto di conoscere cosa sia giusto fare per star meglio e, sopratutto, immaginare uno stile di vita volto a condurre un'esistenza quanto più possibile al riparo dagli eventi cardiovascolari e non solo, potrà servire sapere che non servono, per forza, le grandi sudate che generalmente seguono a pesanti esercizi fisici, ma, almeno per chi svolge attività per lo più sedentaria, basta molto, ma molto meno.
Vertigini e capogiri, due condizioni patologiche che possono essere la spia di possibili patologie a carico di diversi organi e apparati o la spia che qualcosa si sta verificando nel nostro organismo e questo qualcosa potrebbe anche essere degno di maggiori approfondimenti.
Una piccola premessa è necessaria. Quando si parla di consumo di alcol, non si intende il calice di vino bevuto nel bel mezzo di una cena, oppure la birra che accompagna la pizza in compagnia. Quando si vuole determinare il danno derivante dall’alcol, sia esso vino o superalcolici, ci si riferisce all’abuso di alcol in qualsiasi forma esso avvenga e, quindi, uno studio scientifico recentissimo ha messo in luce i rischi di tale abuso sui giovani e sui giovani adulti che a causa della dipendenza dall’alcol o dal semplice suo abuso continuato, rischiano seriamente un ictus ischemico o emorragico.
In Italia l’osteoporosi, che ricordiamo essere una patologia che determina una perdita di sostanza ossea e quindi un deterioramento dell’osso stesso con conseguente fragilità che lo rende più vulnerabile ai traumi e quindi soggetto a fratturarsi anche in presenza di un microtrauma, colpisce qualcosa come 5 milioni di persone e di queste 4 milioni di donne nel post menopausa. Le ossa più esposte a fratturarsi, a causa dell’osteoporosi, sono, le vertebre, il femore, l’ omero, le ossa del polso e della caviglia. Possiamo dire che esiste una cura definitiva per l’osteoporosi?
Si intende per dispnea quella sensazione penosa, in certi casi, di fame d’aria, di vero e proprio affanno, non per forza associata a sforzo fisico. Importante ricordare che la dispnea non è una malattia, semmai un sintomo associato a diversi casi patologici, alcuni anche molto seri, altri sicuramente molto meno impegnativi.
Tempo di vacanze e la meta preferita per molti degli italiani è il mare. Chissà quante volte ci siamo fatti la domanda. Di fronte ad immense distese d'acqua, se un naufrago finisse su uno scoglio con intorno a se, soltanto il mare e non avesse scorte di acqua potabile e bevesse solo acqua di mare, perchè non potrebbe dissetarsi con quell'acqua e se lo facesse accelererebbe la sua fine?
La domanda, meglio dire le domande, nascono spontanee. Se ho qualche chilo in più, peggio ancora se sono in sovrappeso, per non parlare del fatto che possa essere persino obeso, posso immergermi in esercizi fisici estenuanti ed intensivi, con la certezza che così facendo perda peso? L’eventuale perdita di peso, eventualmente derivante dall’esercizio fisico estremo o moderatamente estremo, è indipendente dalla quantità di alimenti che ingurgito, oppure posso mangiare di tutto ed in quantità anche spropositata tanto poi “brucio” tutto con il movimento?
Chi non ricorda i proclami e le grida manzoniane dell’allora ministro della salute, Roberto Speranza, riguardo l’obbligatorietà, per i pazienti affetti da Covid 19, al trattamento con Tachipirina e vigile attesa. Peccato tanti medici abbiano preso alla lettera tale protocoll, con la conseguenza che molti di coloro che si sono ammalati e si sono sottoposti a tali cure non possono più raccontarlo, per la semplice ragione che sono morti!
Chi soffre di attacchi emicranici ben sa di cosa si parla. Si parla infatti di pazienti che vanno incontro ad emicrania e durante un attacco, che puo’ persistere dalle 4 alle 72 ore nei casi più estremi, avvertono un dolore insopportabile, pulsante, intenso sul lato sinistro o destro della testa, più o meno nella fronte dietro uno dei due occhi, a seconda del lato in cui ha origine l’emicrania.
Cominciamo col chiederci cosa sia l’Ernia inguinale. Parliamo di una patologia diffusa nella popolazione che si concentra maggiormente nell’uomo rispetto che nella donna che vi va incontro otto volte meno. Il dolore associato alla patologia è a tratti sfumato, sopratutto inizialmente potrebbe presentarsi sotto forma di fastidio piuttosto che vero e proprio dolore, che si estende a livello inguinale potendosi anche avvertire a livello della base della coscia nello stesso lato in cui si origina l’ernia.
Hai mal di schiena? Non sentirti solo, nel mondo come te ci sono circa 600 milioni di persone, più di mezzo miliardo di uomini e donne che come te faticano ad alzarsi la mattina, si stringono la parte bassa della schiena con le mani quando si alzano da una sedia, ingurgitano farmaci dei più disparati per cercare di lenire il dolore, affollano gli studi di medici di base e specialisti alla ricerca di sollievo, fanno una miriade di esami, trattamenti fisioterapici e via di seguito per liberarsi da quello che finisce per diventare nel tempo un vero problema.
Che gli uomini derivino dalle scimmie è un fatto che conosciamo da sempre. Ma che molte emozioni che ritenevamo di pertinenza esclusivamente umana, siano condivise anche da altri animali, in questo caso le scimmie ed in particolare i cebi dai cornetti (Sapajus spp) è un fatto forse meno noto e questo indipendentemente dal fatto che si parli di scimmie o di altri animali. Insomma, chi ancora si ostina a credere che gli animali conducano l’intera loro esistenza sotto l’unico stimolo dell’istinto, si sbaglia, gli animali avvertono emozioni e questo studio, condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) di Roma e la Scuola di Psicologia della Newcastle University (Regno Unito), ora pubblicato sulla rivista Animal Behaviour, lo dimostra.
Il topo, nell’immaginario collettivo suscita repulsione, paura, angoscia, per qualcuno pure fobia, perché, da sempre, associamo al topo ambienti sporchi, putridi ed insani, pertanto il topo è riferito, come logica conseguenza, ad una sequela di malattie infettive anche gravi, il che è solo in parte vero, perché operiamo lo stesso discrimine anche col topolino di campagna, che con quello di fogna è solo parente e che magari se ne starebbe pure tranquillo, se avesse di che nutrirsi in proprio, senza portarci particolari patogeni ed al massimo distruggendoci i granai, visto la voracità rappresentata da una colonia di famelici topi. Ma cosa accomuna questo mammifero a noi umani? Perchè ne parliamo in questa sede?
Un tempo, da ragazzi, i mantra per noi bambini al mare erano pressochè due. Non fare mai il bagno prima di due/tre ore dopo aver mangiato, con relativo tormento riservato a quelli che indossavano al polso un orologio affinché ci indicassero il tempo che ci separava dall’amato tuffo in acqua. E, poi, altro mantra, forse più ragionevole: Se vedi una medusa esci subito dall’acqua e chi non lo faceva, poteva rischiare una sorta di ustione, irritazione, che se lo ricordava per giorni. Ma i tempi cambiano, i ragazzini oggi forse non aspettano più due/tre ore per fare il bagno, ma sopratutto forse non sanno che le tanto odiate meduse, a breve, non le troveranno più in acqua, ma nel piatto, ben cucinate, impreziosite di aromi, con un bel contorno, magari di alghe, chissà ed il gioco è fatto! E guai a disubbidire alle mamme di fronte alla neo leccornia!