Accade sovente, il paziente va dal
medico per segnalargli disordini digestivi e problemi intestinali generici e il
curante lo invia dallo specialista per una sospetta diverticolosi e/o
diverticolite. Risultato, difficilmente il malato riesce a raccapezzarsi sui
due termini che, per altro, individuano due patologie diverse, anche perché la
diagnosi del medico curante in questo caso si basa sulla sua esperienza ma può
essere solo presuntiva, visto che la diagnosi definitiva delle due patologie è
affidata al solo ricorso alle indagini strumentali. Si tratta di capire a
questo punto, laddove si sia proceduto ad un esame accurato del paziente ed il
ricorso all’indagine strumentale abbia confermato la presenza di una
diverticolite o di una diverticolosi, a cosa mai il malato possa andare
incontro.
Per prima cosa bisogna sgombrare il
campo dalla confusione, la diverticolosi è dovuta alla presenza di diverticoli
che sono delle anse patologiche che si fanno strada nell’intestino e sono
provocate nel tempo da una serie spesso continua di disturbi digestivi di diversa
natura. Quando tali anse si infiammano si va incontro alla diverticolite. Ne
consegue che già soltanto questo fa bene intendere che parliamo di due
patologie distinte, sia pure fra di esse correlate.
Il motivo per cui si soffre di tali
patologie
A determinare il quadro clinico
ascrivibile a tali patologie concorre la reiterata frequenza di disturbi
gastrici ed intestinali cui il paziente sia andato incontro nel corso della
propria esistenza. La diagnosi tardiva, mista all’assunzione di farmaci
ritenuti banali dal paziente e assunti senza alcuna indicazione medica, aggrava
la situazione, al punto che, quando ci si ammala di diverticolosi e/o diverticoliti
l’azione che le due patologie esercitano sul digerente è tale da confondere il
paziente che non trova più sollievo da quei farmaci che si era autoprescritto e
che in qualche modo alleviavano la propria sofferenza.
Il malfunzionamento di tale apparato
infatti è il primo momento che innesca nel tempo la malattia, a partire da una
stipsi ostinata e mai curata, situazione questa frequentissima che concorre a
peggiorare il quadro clinico a causa della presenza nell’intestino di un certo
quantitativo di feci dure che vengono espulse con grande sforzo e che al contempo
divengono esse stesse vero e proprio terreno di coltura per microbi e batteri
in genere che da normali colonizzatori intestinali, visto che fanno parte della
flora intestinale, diventano, una volta che sia mutato lo stato dell’organo per
la concomitante presenza di eventuali altre patologie associate, veri e propri
agenti infettivi. Una volta che il paziente sia andato
incontro alla diverticolosi e spesso alla relativa diverticolite, assiste ad una
esacerbazione dei sintomi, primo fra tutti la stitichezza che nel frattempo si è cronicizzata ed è pure divenuta più ostinata, seguito il tutto da una
digestione lenta accompagnata spesso da tensione gastrica, bruciore
intermittente, flatulenza, meteorismo, sensazione sgradevole di pancia gonfia
anche in assenza di un pasto abbondante, difficoltà della digestione che
diviene lenta e sofferta.
Inutile dire che un paziente che vada
incontro a tali sintomi o ad alcuni di essi dovrà rivolgersi al medico al fine
di non peggiorare il suo stato clinico e, soprattutto, al fine di scongiurare
il rischio reale che in presenza di una diverticolosi con annessa diverticolite
qualcuna di queste tasche si fori riversando l’intero contenuto, sovente
purulento, nel peritoneo, la membrana di rivestimento dello stomaco, col
risultato di provocare una peritonite con le conseguenze che quest’ultima grave
evenienza comporta.
Terapia delle diverticolosi
Il trattamento di una diverticolosi e
soprattutto per quanto concerne la diverticolite è volto a quei farmaci in
grado di arrestare l’infezione in atto, pensiamo agli antibiotici, così come il
paziente può trarre benefici anche da un maggiore apporto idrico che concorra
ad evitare il ristagno delle feci nel controllo della stipsi. Anche i farmaci
cosiddetti procinetici, ovvero quelle molecole che agiscono sulla motilità
intestinale, risultano efficaci, così come lo è una dieta equilibrata, che
preveda la presenza di fibre che si oppongano alla stipsi e lo stesso consiglio
rivolto al paziente di evitare la vita sedentaria a favore di una leggera attività
fisica non possono che essere utili accorgimenti per opporsi a tali malattie
digestive. Risulta ovvio a questo punto ricordare che solo il medico sarà in
grado, sulla base di una accurata visita e suffragato da indagini strumentali,
di diagnosticare una diverticolosi con diverticolite in atto e, dunque,
eventuali terapie sono esclusiva del curante, ciò in considerazione del fatto
che affidandoci al “Fai da te” il rischio è quello di mascherare le due patologie
peggiorandole fino alle estreme conseguenze prima accennate.
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