“Senza regole gli antibiotici non funzionano”: è questo il
messaggio principale della campagna dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa)
sul corretto uso di questi farmaci, lanciata in occasione dell’odierna Giornata europea degli antibiotici. Il protagonista dello
spot è un batterio che viene annientato solo con comportamenti appropriati:
usare gli antibiotici solo se necessario, rispettando dosi e durata della
terapia, e non impegarli per curare malattie virali.
La preoccupazione principale che sta alla base delle campagne
lanciate quest’anno è lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza. “Non è
più una previsione per il futuro, ma sta accadendo ora in tutto il mondo:
l’antibiotico-resistenza è un problema reale e il rischio di ricadere in un’era
pre-antibiotica, dove infezioni comuni e malattie minori possono tornare ad
essere letali, si configura come una possibilità concreta seppur nel 21°
secolo”, spiega l’Aifa.
Proprio questo è infatti quanto emerge dal recente
rapporto sull’antibiotico-resistenza realizzato dall’Organizzazione mondiale
della sanità ed è quanto riportato dal Centro Europeo per la Prevenzione e il
Controllo delle Malattie (ECDC) che oggi celebra in tutti i Paesi europei la
settima Giornata europea degli antibiotici per sensibilizzare la popolazione
generale e gli operatori sanitari sul problema crescente della resistenza dei
batteri agli antimicrobici.
Suscita preoccupazione, si legge in una nota dell’ECDC, constatare innanzi tutto una resistenza
crescente ai Carbapenemi, antibiotici di ultima linea, utilizzati cioè laddove
altri non sortiscono effetti positivi, ai quali dal 2010 al 2013 si
registra una resistenza quasi raddoppiata nella Klebsiella pneumoniae (dal
4.6% al 8.3%).
A questo batterio anche le cefalosporine di terza generazione
trovano resistenza e continua ad aumentare quella ai fluorochinoloni e alle
cefalosporine di terza generazione in Escherichia coli. E l’Italia
contribuisce non poco a questo fenomeno, soprattutto per la resistenza
dei carbapenemi alla Klebsiella pneumoniae: insieme a Grecia e Cipro è fra le
nazioni in cui si rilevano percentuali di resistenza vicine al 50%, ma la
situazione è critica anche per la resistenza di questo batterio ai
fluorochinoloni e alle cefalosporine di terza generazione e per l’Esterichia
coli.
Tutto questo in un contesto in cui, ricorda l’Aifa, in Italia c’è ancora un
uso eccessivo di antibiotici, spesso usati in modo inappropriato soprattutto
per le infezioni acute delle vie respiratorie: nell’80% dei casi,
spiega l’Aifa, la causa è virale, quindi il ricorso all’antibiotico è inutile.
Proprio questo è dunque uno dei messaggi principali della campagna di
comunicazione dell’Aifa lanciata oggi: non usare gli antibiotici per curare
virus o raffreddori e assumerli solo se necessario; una volta iniziata la
terapia, è fondamentale attenersi scrupolosamente alle indicazioni di dosi e
durata, perché interrompere arbitrariamente il trattamento prima del tempo
rende i batteri sempre più “forti”. La campagna sarà declinata su tutti i mezzi
di comunicazione, dalla tv alla radio nazionale, alla stampa quotidiana e
periodica.
Ufficio Stampa Help Consumatori
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