E’
difficile fare un confronto fra generazioni diverse, anche se fra l’una e l’altra
gli anni intermedi non sono tanti eppure, se paragoniamo l’attuale generazione a
quella che l’ha preceduta e ancor prima ad appena due generazioni fa, sembra
che fra i giovani di oggi e quelli di un trentennio fa sia stata calata una
mannaia a segnarne un solco profondissimo. In questa sede nessun giudizio sulle
persone e sui loro stili di vita, ognuno di noi si fa un suo personalissimo
convincimento di come si viveva ieri e come si vive oggi. Però, l’attuale
generazione di giovanissimi, che i pediatri ormai definiscono la “Generazione I
Like”, vive davvero un’epoca felice?
Sembra
infatti che la corsa dei giovani e dei giovanissimi di oggi sia tutta
concentrata e rivolta all’accumulo degli I Like dei social network sulla
propria bacheca. Una sorta di ossessione dilagante che come un virus si
impadronisce delle menti dei ragazzi come a voler dimostrare che più piaci all’interno
dei social network più importante e pago di te stesso sei. Una generazione che
passa le notti a chattare, con lo smartphone in mano tutto il giorno
perennemente collegati ad Internet, anche quando ci si riunisce in comitiva spesso
senza riuscire a dialogare senza evitare al contempo di stare in rete.
Una
generazione insomma che al di là di quello che potrebbe sembrare, investita da
informazioni continue, che dovrebbero, sulla carta, sviluppare nei giovani una certa
proprietà di linguaggio, una certa sicurezza in se stessi, finisce per renderli insicuri e molti persino inclini a finire nelle maglie peggiori
della rete, come avviene col gioco d’azzardo.
Un’indagine
a tutto campo per capire come stanno i nostri figli
Giusta
o sbagliata che sia questa visione delle cose è quella che emerge da uno studio
della Società Italiana di Pediatria (SIP) che ha analizzato il comportamento di
2.107 studenti che nella ricerca effettuata dovevano rappresentare lo spaccato dell’Italia
fra i giovanissimi. Dall’indagine è emerso che i Social network ed in
particolare WhatsApp è in auge soprattutto fra i tredicenni e lo usano 8
adolescenti su 10. Il computer ha perso posizione a tutto vantaggio dello
smartphone, addirittura, su 100 adolescenti solo 3 sono rimasti connessi ad
internet tramite pc, tutto il resto è migrato in smartphone. La stessa
percentuale di giovanissimi è incline alla chat nelle ore notturne e su 10
ragazzini almeno tre ha provato il gioco d’azzardo online, nonostante il
divieto ai minori.
Se guardiamo indietro di
soli 7 anni scopriamo che nel 2008 solo 42 giovanissimi su 100 si collegava ad
Internet tutti i giorni, adesso sono più di 80 sullo stesso campione. Inoltre
se nel 2012 ci si collegava alla rete col pc in una misura che era pari al 65%,
adesso lo fa il 93 per cento dei ragazzi, il che significa avere la Rete sempre a portata di mano
e stare costantemente collegati ai social network. La predilezione nei confronti dei social network
oltretutto riguarda una popolazione che comprende anche i giovanissimi,
parliamo di studenti di scuola media, che “esercitano le loro sperimentazioni
sociali, talvolta intrecciate talvolta no, con la vita reale. Con tutti i
rischi che ciò comporta”.In origine era Facebook
Si
cominciò con Facebook, che ancora tiene banco, ovviamente, al punto che quasi 8
giovani su 10 ha
un proprio profilo in questo social network, poi è arrivato WhatsApp che ha
riguardato un numero ancora maggiore di utenti fra i giovani, ben l’81% degli adolescenti è sbarcato su WhatsApp
che, spiegano i pediatri, “non è solo uno strumento di messaggistica, ma può
essere utilizzato a tutti gli effetti come un potente ‘social’”; il 42%
di loro è presente su Instagram; il 30% dei maschi e il 37% delle femmine (con
percentuali in velocissima ascesa) sta su ASK, con la possibilità di comunicare
sotto anonimato che lo ha reso teatro di numerosi casi di cyberbullismo; il 23%
degli adolescenti è presente su Twitter, il social meno gettonato tra i
giovanissimi.
Esistono
i rischi?
Ebbene
si, i pediatri non nascondono rischi per i giovani a seguito di questi
comportamenti. Il 15% degli intervistati ha dichiarato di aver
postato un proprio “selfie” provocante, percentuale certamente sottostimata se
si considera che il 48% dello stesso campione afferma contemporaneamente di
avere amici e compagni che postano selfie provocanti. Tra gli altri comportamenti a
rischio rivolti a sconosciuti (dove sconosciuto non equivale necessariamente a
pedofilo, questo va precisato) il 19% ha dato il telefono, il 16,8% ha inviato
una foto, il 24,7% ha rivelato la scuola che frequenta, l’11,6% si è incontrata
con lui, il
5,2% ha accettato proposte di sesso online”. Ciò è quanto hanno rilevato i pediatri.
La
notte è piccola per loro, troppo piccolina…
I
ragazzi e in particolar modo i ragazzini, accorciano sempre di più le ore di
norma destinate al sonno notturno. Il
56,6% degli adolescenti chatta la sera dopo cena e circa il 40% continua a
farlo fino a tardi, prima di addormentarsi, in una fascia
oraria che interferisce con il sonno. E nelle ore notturne, quando il controllo
degli adulti è quasi del tutto assente, perché non sperimentare qualcosa si
trasgressivo e di vietato? Ad esempio, perché non provare il gioco d’azzardo?
Ci
hanno provato in tanti fra gli adolescenti, almeno il 13% degli intervistati anche
se, ribadiamo, questo è vietato ai minori. Parliamo del
cosiddetto “Gambling”, ovvero il gioco d’azzardo online, che sta diventando un
pericoloso fenomeno specie tra i giovani adulti – spiegano i pediatri –
La sempre maggior offerta di siti ormai legali in cui si gioca utilizzando soldi “veri” è una tentazione molto forte che inizia a sedurre anche i giovanissimi: i quali, a rigore di logica (o quanto meno di legge) non potrebbero accedere fino al compimento della maggiore età. Ciononostante circa il 13% degli adolescenti intervistati (percentuale che sfiora il 17% se si considerano solo i maschi) dichiara di aver frequentato questi siti e di aver giocato “a soldi” (una o più volte), da solo o insieme ad amici”.
Questo
è lo spaccato della nostra attuale Società per quanto riguarda giovani e
giovanissimi. Nessun giudizio su quanto sta accadendo, semmai il giudizio datelo voi e se lo ritenete, fateci conoscere il vostro pensiero. Ma siamo
così sicuri che i giovani d’oggi stiano davvero meglio dei giovani di ieri,
solo perché in mano hanno il meglio o il peggio della tecnologia oggi possibile
e immaginabile?
Fonte: Help Consumatori
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