Paracetamolo: e se fosse del tutto sconsigliato in gravidanza?

Di norma si dice che la donna in gravidanza, al fine di non nuocere alla salute del nascituro che porta in grembo, può assumere gli stessi farmaci che darà al neonato prima e al bambino dopo, nel caso in cui il piccolo si ammalasse. E qual’ è il farmaco che più di altri, il bambino si trova spesso costretto ad utilizzare se non il paracetamolo, o chiamiamolo Tachipirina o come vogliamo, che detiene eccellenti doti come antipiretico, come antinfiammatorio e per di più non è particolarmente gastrolesivo? Ne deriva che il paracetamolo si è sempre saputo che è uno di quei farmaci che la donna può assumere tranquillamente nel corso della gravidanza senza arrecare danni al bimbo che porta con sé. Eppure su quella che pareva essere una verità assoluta si muovono ombre inquietanti. Da adesso in poi potrebbe non essere per nulla così infatti.

Parliamo di uno studio sperimentale, sia chiaro, ma il lavoro scientifico pubblicato sulla rivista Endocrine Connections traccerebbe un

quadro a dir poco allarmante se fosse confermato. Pare infatti che il paracetamolo assunto dalla donna in gravidanza darebbe luogo ad una prole femminile che potrebbe doversi domani confrontare con problemi di fertilità. Per giungere a ciò si sono esaminati gruppi di topi femmine nate da madri a cui era stato somministrato paracetamolo. Dopo l’utilizzo del farmaco, la prole femmina subiva una qualche alterazione dei sistemi riproduttivi, a partire da un certo grado di sterilità. La cosa non è scientificamente confermata ancora, in quanto gli scienziati non hanno prove incontrovertibili per asserirlo, ma l’allarme è stato lanciato e qualche dubbio sulla sicurezza del paracetamlo comincia ad affiorare negli studiosi. Il fatto è ancora più preoccupante se si pensa che il paracetamolo è uno di quei farmaci che ad un certo dosaggio è considerato da banco e che quindi sfugge al controllo del medico.

David Kristensen e i suoi colleghi dell'ospedale universitario di Copenaghen esaminano i risultati di tre singoli studi sui roditori. In questi lavori, gli animali trattati con paracetamolo durante la gravidanza, a dosi equivalenti a quelle che una donna incinta può assumere per alleviare il dolore, hanno prodotto una prole con un numero inferiore di ovuli. "Anche se questo potrebbe non essere un grave danno alla fertilità - commenta Kristensen - è comunque motivo di preoccupazione il fatto che i dati di tre diversi laboratori hanno scoperto indipendentemente che il paracetamolo può interrompere lo sviluppo riproduttivo femminile in questo modo" negli animali. Gli scienziati proseguono i lavori per capire sopratutto se quanto accaduto ai topi è immaginabile in umana. Ne deriva pertanto che come scienziati gli stessi non sono ancora in grado di formulare particolari raccomandazioni mediche sull’uso o meno del farmaco. Tuttavia alla luce di quanto scoperto rimandano al medico curante e al ginecologo le raccomandazioni da dare alle pazienti che fossero nella necessità di assumere un antinfiammatorio come il paracetamolo appunto.

Fonte: Pharmakronos