Comunemente tutti associano i colpi di
tosse ripetuti ad una forma di rinite fino alla bronchite, soprattutto dopo una
qualsiasi malattia da raffreddamento. In effetti la bronchite, se la intendiamo
nel giusto modo ovvero, un’infiammazione dei bronchi, seguita da flogosi
tracheale, è una malattia bene inquadrabile e, soprattutto, nota per le cause
che l’han determinata, per lo più di origine batterica e/o virale.
Sia gli uni che gli altri agenti patogeni
tuttavia, a differenza di quanto in molti credano, non originano
necessariamente a livello dell’apparato respiratorio, come conseguenza di una
patologia ad esso connessa magari curata male. Ovviamente essendo la bronchite
una malattia dei bronchi è più probabile che venga generata da eventuali
patologie dello stesso apparato, ma non è infrequente che i sintomi ad esse
associate siano di pertinenza odontoiatrica, pensiamo alle stomatiti, alle infezionigengivali, alle carie. Ecco spiegato il motivo per cui l’igiene orale dovrebbe
essere quanto mai curata proprio per evitare che dalla bocca un’infezione possa
propagarsi in altri organi o apparati. Generalmente la bronchite origina
nel rinofaringe per migrazioni di batteri ed a volte anche di virus,
soprattutto d’inverno quando l’organismo subisce lo stress delle basse
temperature, ma anche d’estate, quando si cerca refrigerio nelle correnti
d’aria che si generano in certi angoli della casa o in luoghi più o meno
refrigerati artificialmente. Occorre ricordare però, che come ogni altra
malattia, gli eventuali fattori esterni e di rischio coesistono ed agiscono in
un organismo che sia già predisposto alla malattia.
Gli agenti
infettivi
Si faceva riferimento ai batteri ed ai
virus responsabili di episodi di bronchite. Pensando ai virus, impossibile non
ricordare l’agente patogeno capace di provocare l’influenza che in determinate
circostanze è capace di generare veri e propri episodi di infiammazione dei
bronchi anche di una certa gravità. Se invece pensiamo ai batteri, di norma, ci
si riferisce a vere e proprie famiglie di tali agenti patogeni, per lo più
rappresentati da Streptococcus, o Pseudomonas, solo per citarne due, che hanno un
ruolo importante nell’istaurare la patologia.
Nell’origine della malattia comunque
partecipano, oltre alle condizioni generali dell’individuo, anche quelli che si
definiscono fattori esogeni, ovvero, quelle cause che intervengono dall’esterno
e che pure hanno un ruolo importante, a volte persino determinante, nella
patologie e nel suo decorso.
I principali
fattori esogeni
Impossibile non ricordare il fumo di
sigaretta, quale fattore esogeno importante nella malattia. Il motivo per cui
il fumo rappresenta un importante elemento in grado di intervenire aggravando
il quadro clinico o aprendo la strada alla malattia, è dato dal danno che esso
determina a livello broncopolmonare a causa delle sostanze che si scatenano
inalando i vapori di una sigaretta accesa. Tali costituenti a livello dei
bronchi nel tempo tendono ad alterare il movimento delle ciglia, particolari
strutture che provvedono ad allontanare i corpi estranei depositati su questi
organi respiratori. Nei casi più gravi tali ciglia non si limitano a perdere la
loro elasticità, ma persino a paralizzarsi rendendo difficoltosa, talora in
modo molto serio, la stessa respirazione.
L’altro effetto del fumo a livello
bronchiale è rappresentato dalla azione che le sostanze volatili disperse nel
fumo di sigaretta riescono a generare. Tale azione si esplica a carico di quelle ghiandole endogene capaci di
secernere muco che se in misura fisiologica serve a drenare l’eventuale
deposito di sostanze estranee depositate a livello bronchiale, a livello
patologico, se stimolate continuamente dal fumo di sigaretta, invece, generano
attacchi di tosse continua, convulsa, violenta, come quella tipica del soggetto
fumatore, eventualmente aggravata seriamente da una concomitante bronchite.
Occorre dire che il fumo di sigaretta non è
certo l’unico elemento che entra in gioco nella bronchite, pensiamo
all’inquinamento atmosferico, pensiamo all’esposizione a certe sostanze
volatili che si generano in particolari ambienti lavorativi, senza dimenticare
l’eventuale presenza di allergeni che in soggetti particolarmente predisposti
causano vere e proprie bronchiti allergiche spesso aggravate da patologie respiratorie
quali ad esempio l’asma allergica.
La sintomatologia della bronchite
Impossibile che una bronchite non sia
accompagnata dal sintomo principale che ne caratterizza i diversi gradi della
malattia, ovvero la tosse. Se si pensa che la tosse accompagnata da un processo
infettivo quale di fatto è la bronchite, debba essere produttiva con abbondante
espettorato, ci si sbaglia, spesso invece la tosse si presenta secca, stizzosa,
soprattutto nelle forme croniche della malattia e spesso tale sintomo può
accompagnarsi anche ad un senso di pesantezza accompagnato o no da dolore a
livello retrosternale. Così come la stessa tosse, quando produttiva e con
accessi violenti, può accompagnarsi da espettorato misto a sangue sotto forma
di striature che colorano il muco prodotto.
Un altro sintomo importante della bronchite
è rappresentato dalla febbre, spesso elevata, a volte intermittente, così come lo stesso respiro del
paziente in preda ad una bronchite si fa sibillante, talvolta anche difficoltoso,
tant’è che, nonostante quando ci si riferisce alla bronchite parliamo di una malattia con
decorso benigno, non è del tutto raro assistere ad un peggioramento repentino
dei sintomi lamentati dal paziente che giunge all’insufficienza respiratoria,
situazione questa che deve intendersi come grave complicanza da trattare
nell’immediato.
Così come non dovrà fuorviare, l’evidenza
di intendere la bronchite come una malattia dal decorso benigno in quei
pazienti, pensiamo agli anziani, o ai bambini molto piccoli, che presentano i
primi un quadro multipatologico in atto e che pertanto risultanoin condizioni
di salute generale già compromessa, mentre, nei casi in cui implicati nella
patologia siano bambini piccoli, ci si riferisce a pazienti che non abbiano del
tutto maturato un sistema immunitario tale da fronteggiare gli eventuali
attacchi della malattia. In presenza di questi malati la bronchite dovrà
intendersi una malattia impegnativa, da trattare ai primi sintomi, riconoscendo
ad essa un decorso che in certi casi può essere anche infausto.
Diagnosi
medica di bronchite
Al di là di quella prima diagnosi che
chiunque è in grado di fare sulla scorta dei sintomi della malattia, la vera
diagnosi di bronchite spetta al medico che al di là dell’esame obiettivo del
paziente, in certi casi, per meglio tipizzare la malattia può rivolgersi anche
ad esami strumentali, RX in primis, o sull’apporto dello specialista pneumologo
e di concerto con lo stesso prevedere anche il ricorso all’antibiogramma da
compiersi sull’espettorato del paziente. Tale procedura consente, al pari di
quanto avviene con altre malattie infettive, di conoscere l’agente patogeno
entrato in causa nella patologia e di individuare l’eventuale antibiotico che
meglio di altri partecipa a sconfiggerlo.
Terapia
della bronchite
La terapia si basa sulle diverse forme
presentate dalla malattia, ci si limita infatti al riposo ed a quel minimo di
precauzione che dovrà indurci a soggiornare in ambienti salubri, evitando nella
maniera più assoluta il fumo di sigaretta proprio o di altri, eventualmente
aggiunto al ricorso alle bevande calde che agiscono anche riducendo la tosse,
in quelle forme della malattia giudicate lievi.
Casi più impegnativi, caratterizzati da
febbre elevata, malessere generale accompagnato anche da dolenzia ossea, vanno
trattati farmacologicamente con il ricorso a farmaci antitussigeni e
fludificanti per sedare il sintomo in qualche caso e fluidificare il muco altre
volte, cui si aggiunge una terapia antibiotica da proseguirsi anche a scomparsa
dei sintomi principali sulla base dei suggerimenti resi dal medico
interpellato.
Una
nota a parte riguarda la bronchite virale, il cui ricorso agli antibiotici è
reso necessario dal fatto che durante la malattia l’organismo viene colonizzato
da batteri opportunisti che interesseranno i bronchi e gli organi vicini generando a loro
volta infezioni sovrapposte. In questo caso il ricorso ai farmaci antivirali si
rende necessario in quei pazienti ove la patologia possa determinare un quadro
clinico più impegnativo. Da ricordare, soprattutto nei pazienti anziani e/o a
rischio, l’opportunità rappresentata dal vaccino antinfluenzale che prevenendo
l’influenza evita l’eventuale complicanza che, nello specifico, è proprio
rappresentata dalla bronchite.
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