domenica 1 luglio 2012

Dispepsia: un nome difficile che può indicare tante situazioni anche patologiche

Quando si parla di dispepsia, generalmente lo si fa dopo aver letto un qualsiasi foglietto illustrativo per lo più relativo ad un farmaco utilizzato per l’apparato digerente, perché neanche il medico consultato, al fine di non confondere il paziente, usa sovente questo termine. Il risultato è che quest’ultimo spesso ascrive tale disturbo a malanni più impegnativi, gastrite in primis, o coliti, senza che queste due patologie fossero presenti in lui. E, dunque cosa è di fatto una dispepsia? La dispepsia è un disordine gastrico diffuso che si presenta con difficoltà digestive, bruciori di stomaco a volte accompagnati da disordini dell’evacuazione e dolenzia gastrica. La diagnosi di dispepsia è importante perché, sovente, dietro una sintomatologia un po’ confusa, potrebbe annidarsi qualche malattia più impegnativa che è bene diagnosticare e curare e spesso basta solo ciò per risolvere il problema alla radice. Ma non dimentichiamo che il digerente è bersaglio per molti individui delle proprie ansie e dello stress, per cui, la stessa aria accumulata a livello gastro-intestinale può acuire una comune dispepsia. Fermo il fatto che indagare a fondo sulle origini di una dispepsia a volte è problematico anche per il medico che spesso basa la diagnosi sul grado di conoscenza del proprio paziente, ecco anche l’importanza che ha il medico di famiglia.


Quando ci si mette la tavola a complicare il tutto
Spesso si giunge alla cura di una dispepsia indagando sulla dieta del malato. Oggi, d’altronde, non è per nulla facile seguire una dieta equilibrata e, soprattutto, ordinata, per cui il primo passo verso la guarigione potrebbe consistere nell’escludere particolari alimenti includendone altri. Ma prima di ciò il medico verificherà di escludere al contempo eventuali patologie come il reflusso gastroesofageo che ha sintomi che spesso si sovrappongono a quelli di una generica dispepsia. Dopo l’esame obiettivo del paziente, qualora i sintomi fossero intollerabili, o il disturbo si prolungasse nel tempo, resistente ad ogni cura, si propenderà per quegli esami, ematici e strumentali, che facciano luce sul sintomo e sugli eventuali riflessi che esso determina. Tutto ciò serve anche ad escludere l’eventualità di una manifestazione clinica più importante definita da medici francesi come dispepsia sensitivo motrice.Tale evenienza indica la possibilità che organi del digerente come stomaco, duodeno, colon e via biliari, pur se sani, non operano di concerto l’uno con l’altro determinando disturbi dispeptici a volte anche importanti.

Ovvio anche il fatto che vista l’azione di alcune sostanze che irritano l’apparato digerente, sarà compito del medico escludere quelle abitudini che inducano il paziente a indugiare troppo con l’alcol, col tabacco, per non parlare delle sostanze stupefacenti che, fra i tanti effetti deleteri che hanno, esercitano la loro azione anche sull’apparato digerente. La possibilità infine che dietro una dispepsia si possa annidare una gastrite, o eventuali patologie gastriche ancora più insidiose, indurrà il medico di famiglia, di concerto con lo specialista, a fare luce sulla questione anche ricorrendo ad un’eventuale biopsia gastrica, compresa una gastroscopia, oggi si propende per quellatransanasale, meno invasiva, anche perché, nelle fasi iniziali persino un’eventuale neoplasia gastrica potrebbe presentarsi con una sintomatologia di tipo dispeptico.

Dispepsia: la sintomatologia

L’acidità è il primo sintomo che compare in caso di dispepsia, associato o meno a tensione gastrica, a sua volta gravato da un fastidiosissimo senso di pesantezza anche se non si è mangiato per nulla, il tutto può associarsi ad eruttazioni acide e presenza di aria gastrointestinale. Il gonfiore alla pancia a volte è tale che il paziente riferisce che in certi momenti della giornata ha persino difficoltà ad abbottonarsi la camicia, così come non è rara la possibilità che il tutto si associ alla nausea, a volte persino al vomito fino all’inappetenza, spesso associata ad una sorta di timore da parte del malato di incorrere in un peggioramento dei sintomi. Alcune volte detti sintomi sono così marcati che il paziente giunge all’osservazione medica perché riferisce dolori generici al cuore, parliamo di precordialgie che spaventano il paziente prostrandolo e facendogli ritenere di essere affetto da una malattia cardiaca. Oltretutto lo stato di ansia è tale da far accelerare il battito cardiaco alla presenza di questi dolori e la diagnosi che il malato si fa in proprio è bella che confermata, ma solo dallo stesso. Tuttavia, sarà buona norma far seguire il tutto da esami specialistici, compresi eventuali elettrocardiogrammi anche per rassicurare il malato sul perfetto funzionamento del suo apparato cardiovascolare.

Terapia delle dispepsie

La cura delle dispepsie si attua con quei farmaci che contrastino i sintomi, quando si è certi che alla base degli stessi non si annidi una vera e propria patologia gastrica. A questo può associarsi il ricorso allo psicoterapeuta quando i sintomi sono espressione di un disagio psicologico del paziente che reagisce alla malattia con stati emotivi che alla lunga finiscono per conclamare una vera e propria malattia gastrica. Inutile dire, comunque, che la cura deve essere prescritta dal medico, evitando il ricorso al fai da te con  quei farmaci che, momentaneamente, sembrano sortire effetti positivi ma che non risolvono nel tempo il problema. 

Dunque, oltre agli antiacidi, ed ai procinetici, che migliorano la peristalsi intestinale, fino ai protettori gastrici, oggi si usano gli inibitori di pompa protonica, ma va ancora bene la ranitidina, che, oltretutto, servono a limitare l’effetto negativo dell’ipersecrezione acida, soprattutto quando si sospetti o si confermi una lesione delle pareti gastriche, a tutto possono associarsi sostanze come le benzodiazepine, ovvero, ansiolitici che insieme o meno a farmaci digestivi inducono benessere nel paziente affrancandolo dall’ansia. Le stesse sostanze possono anche essere associate a farmaci antispastici, quando a tutto si accompagna anche il dolore.E’ anche possibile intervenire sull’aerofagia e sul meteorismo provvedendo alla prescrizione di farmaci in grado di inglobare l’aria eccessivamente prodotta a livello intestinale. Come si diceva all’inizio, è necessario, di concerto con il medico, intervenire sulla dieta, spesso quest’unica prescrizione è  sufficiente a risolvere il problema.
 

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