Quando si parla di dispepsia,
generalmente lo si fa dopo aver letto un qualsiasi foglietto illustrativo per
lo più relativo ad un farmaco utilizzato per l’apparato digerente, perché
neanche il medico consultato, al fine di non confondere il paziente, usa sovente
questo termine. Il risultato è che quest’ultimo spesso ascrive tale disturbo a
malanni più impegnativi, gastrite in primis, o coliti, senza che queste due
patologie fossero presenti in lui. E, dunque cosa è di fatto una dispepsia? La
dispepsia è un disordine gastrico diffuso che si presenta con difficoltà
digestive, bruciori di stomaco a volte accompagnati da disordini
dell’evacuazione e dolenzia gastrica. La diagnosi di dispepsia è importante
perché, sovente, dietro una sintomatologia un po’ confusa, potrebbe annidarsi
qualche malattia più impegnativa che è bene diagnosticare e curare e spesso
basta solo ciò per risolvere il problema alla radice. Ma non dimentichiamo che
il digerente è bersaglio per molti individui delle proprie ansie e dello stress,
per cui, la stessa aria accumulata a livello gastro-intestinale può acuire una
comune dispepsia. Fermo il fatto che indagare a fondo sulle origini di una
dispepsia a volte è problematico anche per il medico che spesso basa la
diagnosi sul grado di conoscenza del proprio paziente, ecco anche l’importanza
che ha il medico di famiglia.
Spesso si giunge alla cura di una
dispepsia indagando sulla dieta del malato. Oggi, d’altronde, non è per nulla
facile seguire una dieta equilibrata e, soprattutto, ordinata, per cui il primo
passo verso la guarigione potrebbe consistere nell’escludere particolari
alimenti includendone altri. Ma prima di ciò il medico verificherà di escludere
al contempo eventuali patologie come il reflusso gastroesofageo che ha
sintomi che spesso si sovrappongono a quelli di una generica dispepsia. Dopo
l’esame obiettivo del paziente, qualora i sintomi fossero intollerabili, o il
disturbo si prolungasse nel tempo, resistente ad ogni cura, si propenderà per
quegli esami, ematici e strumentali, che facciano luce sul sintomo e sugli
eventuali riflessi che esso determina. Tutto ciò serve anche ad escludere
l’eventualità di una manifestazione clinica più importante definita da medici
francesi come dispepsia sensitivo
motrice.Tale evenienza indica la possibilità che organi del digerente come
stomaco, duodeno, colon e via biliari, pur se sani, non operano di concerto
l’uno con l’altro determinando disturbi dispeptici a volte anche importanti.
Ovvio anche il fatto che vista
l’azione di alcune sostanze che irritano l’apparato digerente, sarà compito del
medico escludere quelle abitudini che inducano il paziente a indugiare troppo
con l’alcol, col tabacco, per non parlare delle sostanze stupefacenti che, fra
i tanti effetti deleteri che hanno, esercitano la loro azione anche
sull’apparato digerente. La possibilità infine che dietro una
dispepsia si possa annidare una gastrite, o eventuali patologie gastriche
ancora più insidiose, indurrà il medico di famiglia, di concerto con lo
specialista, a fare luce sulla questione anche ricorrendo ad un’eventuale
biopsia gastrica, compresa una gastroscopia, oggi si propende per quellatransanasale, meno invasiva, anche perché, nelle fasi iniziali persino
un’eventuale neoplasia gastrica potrebbe presentarsi con una sintomatologia di
tipo dispeptico.
Dispepsia: la sintomatologia
L’acidità è il primo sintomo che
compare in caso di dispepsia, associato o meno a tensione gastrica, a sua volta
gravato da un fastidiosissimo senso di pesantezza anche se non si è mangiato
per nulla, il tutto può associarsi ad eruttazioni acide e presenza di aria
gastrointestinale. Il gonfiore alla pancia a volte è tale che il paziente
riferisce che in certi momenti della giornata ha persino difficoltà ad
abbottonarsi la camicia, così come non è rara la possibilità che il tutto si
associ alla nausea, a volte persino al vomito fino all’inappetenza, spesso
associata ad una sorta di timore da parte del malato di incorrere in un
peggioramento dei sintomi. Alcune volte detti sintomi sono così
marcati che il paziente giunge all’osservazione medica perché riferisce dolori
generici al cuore, parliamo di precordialgie che spaventano il paziente
prostrandolo e facendogli ritenere di essere affetto da una malattia cardiaca.
Oltretutto lo stato di ansia è tale da far accelerare il battito cardiaco alla
presenza di questi dolori e la diagnosi che il malato si fa in proprio è bella
che confermata, ma solo dallo stesso. Tuttavia, sarà buona norma far seguire il
tutto da esami specialistici, compresi eventuali elettrocardiogrammi anche per
rassicurare il malato sul perfetto funzionamento del suo apparato
cardiovascolare.
Terapia delle dispepsie
La cura delle dispepsie si attua con
quei farmaci che contrastino i sintomi, quando si è certi che alla base degli
stessi non si annidi una vera e propria patologia gastrica. A questo può
associarsi il ricorso allo psicoterapeuta quando i sintomi sono espressione di
un disagio psicologico del paziente che reagisce alla malattia con stati
emotivi che alla lunga finiscono per conclamare una vera e propria malattia
gastrica. Inutile dire, comunque, che la cura deve essere prescritta dal
medico, evitando il ricorso al fai da te con
quei farmaci che, momentaneamente, sembrano sortire effetti positivi ma
che non risolvono nel tempo il problema.
Dunque, oltre agli antiacidi, ed ai
procinetici, che migliorano la peristalsi intestinale, fino ai protettori
gastrici, oggi si usano gli inibitori di pompa protonica, ma va ancora bene la
ranitidina, che, oltretutto, servono a limitare l’effetto negativo dell’ipersecrezione
acida, soprattutto quando si sospetti o si confermi una lesione delle pareti
gastriche, a tutto possono associarsi sostanze come le benzodiazepine, ovvero,
ansiolitici che insieme o meno a farmaci digestivi inducono benessere nel
paziente affrancandolo dall’ansia. Le stesse sostanze possono anche essere
associate a farmaci antispastici, quando a tutto si accompagna anche il dolore.E’
anche possibile intervenire sull’aerofagia
e sul meteorismo provvedendo alla prescrizione di farmaci in
grado di inglobare l’aria eccessivamente prodotta a livello intestinale. Come si diceva all’inizio, è
necessario, di concerto con il medico, intervenire sulla dieta, spesso
quest’unica prescrizione è sufficiente a
risolvere il problema.
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