Potremmo in un futuro non molto lontano immaginare di
acquistare le mele, il tè ed il vino rosso in farmacia? Assolutamente no, ma se
arriviamo a pensare in maniera tanto paradossale, il motivo c’è eccome. Tali
alimenti, infatti, potrebbero tranquillamente essere definiti alimenti
salutistici, intendendo con questa nuova terminologia il ruolo benefico offerto
da frutti come le mele, il tè e il vino, grazie alla quantità di una
molecola, chiamata quercetina con elevate proprietà antiossidanti.
A dircelo i ricercatori dell’Istituto di scienze
dell’alimentazione (Isa) del Consiglio nazionale delle ricerche di Avellino che
ammettono come, grazie a questa molecola, in futuro sarà possibile estrarre la
quercetina direttamente da tali alimenti e così combattere la temibile leucemia
e altri tumori fino adesso resistenti alle normali terapie.
Cominciamo col dire che la quantità di quercetina che
assumiamo con la dieta non è per nulla trascurabile, basti pensare che con una
dieta equilibrata assimiliamo circa 30 milligrammi al giorno di questa sostanza
che ha quelle che si definiscono proprietà chemiopreventive, così si spiega la
capacità di una sostanza di evitare la trasformazione di una cellula normale in
tumorale o, se ciò sta già accadendo, di invertire il processo trasformando la
neo cellula tumorale in cellula normale.
“Molte sostanze ad attività chemiopreventiva
sono presenti in alimenti di origine vegetale, come frutta e verdure e in
bevande come tè e vino rosso”, sottolinea Gian Luigi Russo, ricercatore presso
l’Isa-Cnr e responsabile della ricerca. “Queste sostanze agiscono per lo più da
antiossidanti, contrastando gli effetti deleteri dei radicali liberi sulle
cellule dell’organismo e modulando l’attività di numerosi enzimi responsabili
della detossificazione da sostanze cancerogene assunte dall’esterno
(nell’ambiente, attraverso l’alimentazione, ecc.)”. Uno dei sistemi che gli
organismi viventi hanno messo in atto nel corso dell’evoluzione per liberarsi di
cellule danneggiate, quali quelle pre-cancerose, che si generano all’inizio del
processo di trasformazione tumorale, è il ‘suicidio cellulare’ programmato,
comunemente noto come apoptosi. In altre parole, l’organismo si attiva
per liberarsi di cellule proprie irreversibilmente danneggiate, a vantaggio
della sopravvivenza dell’intero organo o individuo.
Oggi la
moderna farmacologia oncologica dispone di sostanze chimiche in grado proprio
di realizzare l’apoptosi cellulare, ma ciò non toglie che di fronte a certe
neoplasie, come appunto le leucemie, il grado di conoscenza non è tanto
raffinato da poter prevedere anche nei confronti di queste malattie farmaci in
grado di detenere certe proprietà, ne deriva che sovente lo sforzo della
medicina ufficiale di fronte a gravi forme di leucemia è in parte vanificato
dalla resistenza offerta dalle cellule cancerogenere sviluppate a seguito della
malattia, col risultato che la terapia chemioterapia può risultare non sempre
del tutto efficace.
“Noi
abbiamo dimostrato su un ampio spettro di linee cellulari derivate da leucemie
umane”, spiega Gian Luigi Russo, “che la quercetina è in grado di
“sensibilizzare” tali cellule all’azione di farmaci pro-apoptotici”. “Più in
dettaglio”, aggiunge Maria Russo, partecipante alla ricerca, “la quercetina
“predispone al suicidio” indotto da farmaci pro-apoptotici, che in assenza di
questa molecola sono assolutamente inefficaci nei confronti delle stesse
cellule”. “Sebbene lo studio abbia fornito dati incoraggianti”, fa notare il ricercatore
dell’Isa-Cnr, “è stato eseguito su linee cellulari, mentre un lavoro parallelo,
condotto in collaborazione con Silvestro Volpe del Reparto di Ematologia
dell’Ospedale Moscati di Avellino, su cellule di pazienti affetti da leucemie
mieloidi e linfoidi conferma l’attività sinergizzante della quercetina quando è
associata a farmaci antitumorali. Le concentrazioni di quercetina utilizzate
nel nostro studio”, conclude Gian Luigi Russo, “sono compatibili con
l’assunzione dietetica giornaliera della molecola nell’ambito di un regime
alimentare ricco di frutta e verdura. Inoltre, la scarsa tossicità della
quercetina anche quando somministrata a elevati dosaggi lascia ben sperare per
la progettazione di test clinici sia per l’utilizzo della molecola come farmaco
sia come agente chemiopreventivo”.
Fonte: Istituto
di scienze dell’alimentazione (Isa-Cnr) di Avellino. Referenze: Russo
Maria, Nigro Patrizia, Rosiello Romina, D'Arienzo Rossana, Gian Luigi Russo
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