martedì 17 luglio 2012

Tumori: un aiuto concreto dalla frutta e non solo


Potremmo in un futuro non molto lontano immaginare di acquistare le mele, il tè ed il vino rosso in farmacia? Assolutamente no, ma se arriviamo a pensare in maniera tanto paradossale, il motivo c’è eccome. Tali alimenti, infatti, potrebbero tranquillamente essere definiti alimenti salutistici, intendendo con questa nuova terminologia il ruolo benefico offerto da frutti come le mele, il tè e il vino, grazie alla quantità di una molecola, chiamata quercetina con elevate proprietà antiossidanti.

A dircelo i ricercatori dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Consiglio nazionale delle ricerche di Avellino che ammettono come, grazie a questa molecola, in futuro sarà possibile estrarre la quercetina direttamente da tali alimenti e così combattere la temibile leucemia e altri tumori fino adesso resistenti alle normali terapie.

Cominciamo col dire che la quantità di quercetina che assumiamo con la dieta non è per nulla trascurabile, basti pensare che con una dieta equilibrata assimiliamo circa 30 milligrammi al giorno di questa sostanza che ha quelle che si definiscono proprietà chemiopreventive, così si spiega la capacità di una sostanza di evitare la trasformazione di una cellula normale in tumorale o, se ciò sta già accadendo, di invertire il processo trasformando la neo cellula tumorale in cellula normale.

 “Molte sostanze ad attività chemiopreventiva sono presenti in alimenti di origine vegetale, come frutta e verdure e in bevande come tè e vino rosso”, sottolinea Gian Luigi Russo, ricercatore presso l’Isa-Cnr e responsabile della ricerca. “Queste sostanze agiscono per lo più da antiossidanti, contrastando gli effetti deleteri dei radicali liberi sulle cellule dell’organismo e modulando l’attività di numerosi enzimi responsabili della detossificazione da sostanze cancerogene assunte dall’esterno (nell’ambiente, attraverso l’alimentazione, ecc.)”. Uno dei sistemi che gli organismi viventi hanno messo in atto nel corso dell’evoluzione per liberarsi di cellule danneggiate, quali quelle pre-cancerose, che si generano all’inizio del processo di trasformazione tumorale, è il ‘suicidio cellulare’ programmato, comunemente noto come apoptosi. In altre parole, l’organismo si attiva per liberarsi di cellule proprie irreversibilmente danneggiate, a vantaggio della sopravvivenza dell’intero organo o individuo.

Oggi la moderna farmacologia oncologica dispone di sostanze chimiche in grado proprio di realizzare l’apoptosi cellulare, ma ciò non toglie che di fronte a certe neoplasie, come appunto le leucemie, il grado di conoscenza non è tanto raffinato da poter prevedere anche nei confronti di queste malattie farmaci in grado di detenere certe proprietà, ne deriva che sovente lo sforzo della medicina ufficiale di fronte a gravi forme di leucemia è in parte vanificato dalla resistenza offerta dalle cellule cancerogenere sviluppate a seguito della malattia, col risultato che la terapia chemioterapia può risultare non sempre del tutto efficace.

 “Noi abbiamo dimostrato su un ampio spettro di linee cellulari derivate da leucemie umane”, spiega Gian Luigi Russo, “che la quercetina è in grado di “sensibilizzare” tali cellule all’azione di farmaci pro-apoptotici”. “Più in dettaglio”, aggiunge Maria Russo, partecipante alla ricerca, “la quercetina “predispone al suicidio” indotto da farmaci pro-apoptotici, che in assenza di questa molecola sono assolutamente inefficaci nei confronti delle stesse cellule”. “Sebbene lo studio abbia fornito dati incoraggianti”, fa notare il ricercatore dell’Isa-Cnr, “è stato eseguito su linee cellulari, mentre un lavoro parallelo, condotto in collaborazione con Silvestro Volpe del Reparto di Ematologia dell’Ospedale Moscati di Avellino, su cellule di pazienti affetti da leucemie mieloidi e linfoidi conferma l’attività sinergizzante della quercetina quando è associata a farmaci antitumorali. Le concentrazioni di quercetina utilizzate nel nostro studio”, conclude Gian Luigi Russo, “sono compatibili con l’assunzione dietetica giornaliera della molecola nell’ambito di un regime alimentare ricco di frutta e verdura. Inoltre, la scarsa tossicità della quercetina anche quando somministrata a elevati dosaggi lascia ben sperare per la progettazione di test clinici sia per l’utilizzo della molecola come farmaco sia come agente chemiopreventivo”.

Fonte: Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa-Cnr) di Avellino. Referenze: Russo Maria, Nigro Patrizia, Rosiello Romina, D'Arienzo Rossana, Gian Luigi Russo


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