domenica 14 maggio 2023

L'abbraccio: capace di stimolare piacere psicofisico, opporsi alle infezioni e alla pressione alta

 





Esiste in natura una sorta di miniera di sostanze chimiche che si attivano non solo con l’introduzione di un farmaco, ma con dei semplici gesti e ciò avviene nell’adulto ed ancor di più nei bambini. Una prova? Gli abbracci, capaci come sono di intervenire su tante reazioni chimiche dell’organismo, apportando salute e benessere al nostro corpo.

Durante la pandemia di Covid 19, per via del distanziamento sociale, gli abbracci, in primis, sono stati vietati, fra adulti e persino nei confronti dei bambini e questo ha partecipato non poco a generare scompensi psicofisici che oggi sono sotto la lente di ingrandimento di specialisti psicologi e psicoterapeuti per cercare di risolvere i problemi connessi alla loro mancanza.

Ma perché gli abbracci sono così importanti?

Secondo diversi studi scientifici, anche recenti, gli abbracci fra persone che si amano e si vogliono bene danno una moltitudine di benefici al nostro organismo e sono capaci, addirittura, di abbassare la pressione arteriosa verso la normalità, contribuiscono ad elevare i livelli di ossitocina, un ormone capace di migliorare l’umore, intervengono sul sistema immunitario migliorando le proprie performance, trasferiscono, in un interscambio equilibrato, emozioni che ci fanno star bene e, se stiamo bene a livello psichico, con buona probabilità staremo meglio anche a livello fisico e se siamo affetti da patologie, gli abbracci, partecipano a farci guarire prima.

A questo importante risultato sono giunti ricercatori psicologi della De Pauw University, a Greencastle (Indiana, Usa), coinvolgendo nello studio una popolazione di 248 persone, tutte divisi in coppia, dove un partecipante per coppia doveva trasmettere un’emozione, mentre il partner della coppia che riceveva l’abbraccio doveva restare bendato in modo da non accorgersi dell’espressione assunta dal proprio compagno/a. Ma che tipo di emozione si doveva trasmettere? I ricercatori hanno chiesto di tramettere otto emozioni, rabbia, paura, disgusto, gratitudine, felicità, amore, tristezza, simpatia. Chi trasmetteva l'emozione era libero di farlo come voleva, toccando qualunque parte del corpo della persona ricevente.

La prima parte dell’esperimento era volta a stabilire come l’uomo, inteso come genere umano, comunica con gli abbracci, accompagnati da sfregamenti, se gli abbracci sono associati all’amore. Scuotimenti, dolci strattonamenti, che accompagnano l’abbraccio, sono più frequenti nell’uomo, rispetto alla donna, laddove si vuole comunicare felicità, alla quale la donna risponde con movimenti di oscillazione del proprio corpo, coinvolgendo il partner. Nel trasmettere simpatia fra due persone dello stesso sesso, è più marcato questo atteggiamento nei maschi, viene trasmessa tale emozione con un abbraccio accompagnato da leggere pacche.

Quando due uomini vogliono trasferire o condividere un evento triste, si toccano, magari posando una mano sulla spalla dell’altro, senza abbracciarsi o se abbraccio c’è, lo stesso non è accompagnato da movimenti. Non accade la stessa cosa con la donna, se l’uomo deve comunicare o condividere tristezza ad una donna, l’abbraccio non si accompagna a movimenti del corpo, quindi ci si abbraccia senza toccarsi in altre parti del corpo. Da questo si è evinto che, con l’abbraccio, si trasmette amore, affetto, solidarietà, coinvolgimento emotivo, ma gli abbracci, nel caso del sentimento che esprime simpatia o tristezza, è più marcato nell’uomo nei confronti della donna. Con l’abbraccio si comunica anche gratitudine e felicità in un interscambio fra uomo e donna.

L'abbraccio è la forma di comunicazione non verbale più potente. Inoltre nel corpo scatena meccanismi biologici, che quando vengono a mancare provocano una sorta di "astinenza"», racconta Sonia Canterini, neurobiologa dell'Università la Sapienza di Roma e autrice, insieme a Francesco Bruno, del saggio La scienza degli abbracci (Franco Angeli).

Ne deriva che, avendo visto che l’ossitocina che viene stimolata anche dagli abbracci, proprio durante il distanziamento sociale da pandemia di Covid 19 è quella che più è mancata, ben si spiega il carico di ansia e stress, la cui minore produzione di questo ormone ha determinato nelle persone.

Secondo uno studio svoltosi da Karen Grewen dell'Università del North Carolina (Usa), su circa 200 persone tra i 19 e gli 80 anni che non avevano problemi di ipertensione, sposati o conviventi da almeno sei mesi, si è notato che i livelli di stress e della pressione arteriosa erano più bassi in coloro che erano soliti abbracciarsi con regolarità e anche in tutto ciò sembrerebbe avere un ruolo primario la produzione di ossitocina collegata agli abbracci stessi. Inoltre, secondo Sheldon Cohen, un ricercatore della Carnegie Mellon University, a Pittsburgh (Usa), che ha compiuto uno studio nel 2014, parrebbe non esserci più alcun dubbio riguardo il potere degli abbracci sul sistema immunitario, al punto che dall’esperimento condotto su 404 persone si è notato come, fra coloro che si abbracciavano con regolarità, si assisteva ad una minore evenienza di malattie infettive, partendo dal banale raffreddore, rispetto a coloro che non si abbracciavano mai o quasi mai, segno che il sistema immunitario risente degli abbracci in misura notevole, fra persone che si vogliono bene.

Per non parlare di quanto gli abbracci siano fondamentali per i bambini. «Gli abbracci favoriscono il cosiddetto "attaccamento sicuro": i bambini sanno che le persone che si prendono cura di loro sono disponibili e acquistano fiducia negli altri e nelle proprie capacità. Se abbracciamo il nostro bambino/a, ogni qualvolta ci accorgiamo che ha bisogno di conforto, non corriamo il rischio di farlo crescere incapace di affrontare da solo la vita da adulto, al contrario, è ormai parere condiviso da tutti i ricercatori, che così facendo il bambino, crescendo, acquisirà fiducia in se stesso, cosa che lo aiuterà anche nell'età adulta. E non solo...

Seguendo le ricerche scientifiche condotte da psicologi giapponesi Mika Takeuchie Hiroshi Miyaoka, i bambini saranno più pronti, durante l’adolescenza, ad avere relazioni sentimentali che meglio li soddisfino e la stessa cosa avverrà in loro da adulti. Quindi risulta centrale il ruolo degli abbracci nei piccoli e dei contatti sociali nell’infanzia, sopratutto col contatto fisico«I bambini lasciati molto soli da piccoli (per esempio quelli cresciuti in orfanotrofi nei Paesi poveri) hanno spesso ritardi nello sviluppo fisico e psicologico», aggiunge Francesco Bruno, psicobiologo e ricercatore all'Università di Catanzaro.

"L'abbraccio è la forma di comunicazione non verbale più potente". 

Inoltre nel corpo scatena meccanismi biologici, che quando vengono a mancare provocano una sorta di "astinenza"», racconta Sonia Canterini, neurobiologa dell'Università la Sapienza di Roma e autrice, insieme a Francesco Bruno, del saggio La scienza degli abbracci(Franco Angeli). Anche da qui ben si intende il ruolo devastante che ha prodotto il distanziamento sociale ai tempi della pandemia di Covid 19.

Fonte: Focus.it


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