Secondo recenti studi scientifici, ancora molti prodotti per la cura del corpo contengono additivi chimici che interferiscono col sistema endocrino e con la corretta distribuzione degli ormoni, col risultato di indurre problemi nel tempo sia a livello endocrino che metabolico. Ad aggravare la situazione ci sarebbe il fatto che utilizzando diversi prodotti insieme, immaginiamo uno per le mani, uno per il viso, uno per l’età, uno per i piedi e così via, il rischio e quello di creare miscele di sostanze chimiche che finiscono per essere assorbite tutte insieme fino ad interagire fra di esse, intervenendo negativamente su diversi organi ed apparati del nostro organismo, non solo quello riproduttivo. Ad avvalorare questa tesi ci sarebbe uno studio scientifico condotto su 255 studenti universitari americani, 121 di sesso maschile e 134 di sesso femminile.
Sono stati studiati i prodotti di bellezza e per la cura del corpo che il gruppo di studio utilizzava, crema dopo rasatura per gli uomini, profumo per entrambi i sessi, creme varie per lo più utilizzate dalle donne. Alla fine dello studio si è concluso che le donne correvano un maggiore rischio rispetto ai loro coetanei maschi di incorrere in problemi di tipo endocrinologico e metabolico. Il motivo è dato dalla maggiore quantità di prodotti per la cura del corpo utilizzati e sopratutto dal fatto di utilizzare diversi prodotti insieme, tanti quante sono le parti anatomiche da trattare. I ricercatori a questo punto si sono fatti persino una domanda. Stante l’interazione di tanta chimica a livello degli organi riproduttori, sarà per questo che l’odiena umanità soffre così tanto di sterilità? Potrebbe essere una domanda quanto mai plausibile, visto che con la chimica abbiamo a che fare non solo con i prodotti di bellezza.
Esiste una soluzione?
Quindi a questo punto quale sarebbe la soluzione? Tornare al solo sapone ed inneggiare alle sole donne “acqua e sapone” senza un filo di trucco e senza alcuna crema sulla pelle? Sicuramente non è questa la strada da seguire, il progresso ci ha portato anche ad un modello di bellezza che passa pure da questi prodotti della cosmesi. Quindi la giusta strada è cercare quei prodotti in cui non sia la sola chimica a far da padrone nella costituzione di questi prodotti, preferendo invece quelli in cui i prodotti chimici siano quel tanto necessario che serva per mantenere il prodotto integro, privilegiando quegli articoli che utilizzino sostanze quanto mai naturali e comunque prive di quei componenti che danneggiano in primis, il sistema endocrino. Ma per giungere a tutto questo c’è un costo aggiuntivo da pagare. Di norma infatti, i prodotti cosmetologici più sicuri sono quelli più cari, in fatto di prezzo e questo, spesso, stride con la scarsa disponibilità economica di molti consumatori. Fermo il fatto che è sempre bene non esagerare con nessuna sostanza sopratutto se applicata con continuità e quotidianamente. Ma c'è di più, i cosmetici, non essendo farmaci non sottostanno alle regole più ferree che di norma concernono le sostanze farmacologiche ed inoltre, appartenendo alla classe di cosmetici tutti quelli che spaziano dalla cura dei capelli, agli shampoo, passando per smalti, trucchi per occhi, labbra etc. si capisce benissimo come l’uso che se ne faccia sia sicuramente massivo rispetto ad un farmaco che viene impiegato per il tempo necessario per risolvere un problema o al massimo per un periodo limitato, quando non si parla, ovviamente, di farmaci contro malattie croniche.
A quali ingredienti prestare massima attenzione
Uno dei componenti che potrebbe ritrovarsi all’interno di creme, sopratutto delle creme solari a protezione dai raggi del sole e dal quale bisognerebbe stare alla larga è l’ossibenzone, che nella realtà si comporta come interferente endocrino. L’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) recita: “un interferente endocrino è una sostanza o una miscela di sostanze che altera le funzioni del sistema endocrino causando di conseguenza effetti avversi sulla salute di un organismo integro o della sua progenie o delle (sotto)popolazioni”. Occorre ricordare che anche il caffè, alle giuste quantità e lo stesso cacao, interagisce a livello ormonale, ma in questo caso si parla di modulazione ormonale, ovvero, l’interazione c’è, ma senza danni, cosa che non accade con qualsiasi interferente ormonale. Occhio anche agli ftalati utilizzati per migliorare la fragranza dei prodotti di cosmesi, fatto questo che li destina anche a quei prodotti sotto forma di mousse per capelli e persino in quei prodotti utilizzati nei bambini per ammorbidire la loro pelle. Gli ftalati sono capaci di interagire col sistema riproduttivo del maschio determinando danni alla riproduzione e alla vitalità degli spermatozoi ed interferendo nella secrezione del testosterone, l'omone sessuale maschile. La stessa esposizione agli ftalati, secondo recenti studi, diminuisce la funzionalità del sistema endocrino, e nei soggetti predisposti alle allergie, sopratutto nei bambini, potrebbe causare problemi respiratori. Ma i problemi con queste sostanze non finiscono qui, potendo agire negativamente su organi quali fegato, reni, tiroide.
C’è però da dire che la stragrande maggioranza dei produttori di cosmetici ha bandito l’uso di queste sostanze, limitando l’impiego degli ftalati al minimo o escludendoli del tutto. Ma se consideriamo che la sostanza è stata sostituita da altre innocue, ma più costose, si capisce bene che ricorrere a cosmetici di bassa fattura ed ad un prezzo sicuramente troppo basso, ha come estrema conseguenza quella di ritrovare gli ftalati, come avviene in molti prodotti realizzati in Cina e venduti anche presso bancarelle improvvisate ed a prezzi stracciati. Occhio anche ai parabeni e al triclosan, utilizzati per le loro proprietà contro i germi patogeni, cui si aggiungono sostanze per-epolifluoroalchiliche, o PFAS, inserite per aumentare la durata del prodotto. Anche in questo caso vale quanto detto prima, anche in relazione al fatto che, a seguito di una revisione del 2021 si è posto un freno alle sostanze chimiche inserite indiscriminatamente all’interno dei cosmetici. Ad esempio, gli ftalati erano presenti in profumi, gel doccia, shampoo e smalti per unghie. I parabeni, invece, sono ancora oggi stati rilevati in lozioni, creme, shampoo, bagnoschiuma, detergenti per il viso e rossetti. Il triclosan è stato rilevato in dentifrici, saponi e altri detergenti. E i filtri UV erano presenti in creme solari, lozioni, dentifrici e rossetti.
I veri rischi per la salute
Qualora si continui a ricorrere a quei cosmetici nella cui costituzione ritroviamo le sostanze chimiche di cui sopra, ricordiamo che i danni per il nostro organismo non si limitano soltanto al rischio di sterilità. Nella donna, ad esempio, sono stati palesati rischi di aborto spontaneo, in donne in gravidanza, o rischio di ammalarsi di endometriosi. Da non sottovalutare i disturbi neurologici che fanno ormai parte della letteratura scientifica afferenti all’uso di cosmetici su base prevalentemente chimica. Ad esempio, Vengono riportati casi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), un disturbo cronico dello sviluppo neurologico caratterizzato da persistente disattenzione e/o iperattività-impulsività, che ha un impatto negativo diretto sul funzionamento scolastico, lavorativo o sociale.
Ma vengono anche riferiti casi di deterioramento cognitivo e depressione. Studi successivi perfettamente in linea con quelli fino a quel momento completati, associano all’uso prolungato e massivo di diversi cosmetici spesso utilizzati insieme per trattare diverse aree del corpo, malattie quali ipertensione arteriosa, insulino resistenza e quindi diabete, malattie cardiovascolari, quest’ultime non si capisce bene se provocate dalle sostanze chimiche in sè o come conseguenza delle malattie metaboliche correlate ai cosmetici utilizzati. Uno studio effettuato nello Utah in California su donne di età compresa dai 18 ai 44 anni avrebbe dimostrato che la possibilità di andare incontro a patologie di pertinenza ginecologica è strettamente dipendente dalla quantità di sostanze chimiche assunte, sopratutto ftalati, mediante i cosmetici.
Ritornando allo studio scientifico effettuato su studenti universitari americani, quello che ha sorpreso i ricercatori è l’eccessiva superficialità di queste ragazze nell’uso di prodotti di cosmesi, la maggior parte di loro non sapeva nemmeno che i prodotti che utilizzavano erano quanto mai intrisi di sostanze chimiche e parliamo di una percentuale di intervistati molto alta, l’80%, che ha candidamente ammesso questa estrema leggerezza. Interessante anche notare come nel corso dello studio, una percentuale delle ragazze oggetto dei lavori scientifici, appreso il rischio rappresentato dalle sostanze chimiche all’interno dei cosmetici ha smesso di utilizzarli, con la conseguenza di ritrovare dopo poco tempo una percentuale di sostanze chimiche responsabili di malattie endocrine di gran lunga ridotte del 45% nelle urine delle stesse ragazze.
La buona notizia
Nell’Unione Europea da almeno un decennio si limitano le sostanze chimiche dannose all’interno dei cosmetici, inoltre, a partire dal gennaio 2022, le leggi dell'UE vietano 1693 sostanze chimiche contenute nei cosmetici che sono note o sospettate di provocare cancro, mutazioni genetiche, danni riproduttivi o difetti congeniti e specifica le concentrazioni massime consentite o altre restrizioni per 324 sostanze chimiche. In questo, le leggi applicate in materia nel Vecchio Continente, sono di gran lunga migliorative rispetto a quelle applicate negli Stati Uniti dove sono state vietate o limitate soltanto 11 sostanze chimiche dai cosmetici e non solo. A differenza degli Stati Uniti, il diritto dell'UE richiede valutazioni di sicurezza pre-commercializzazione dei cosmetici, registrazione obbligatoria dei prodotti cosmetici, autorizzazione governativa per l'uso di nanomateriali e proibisce la sperimentazione animale per scopi cosmetici. Rende inoltre i singoli paesi dell'UE responsabili della sorveglianza nei propri mercati e quindi a livello nazionale. Ciò determina il monitoraggio della conformità dei prodotti alla legge, l'applicazione della legge e il coordinamento su questioni correlate con gli altri paesi dell'UE. Quando le autorità nazionali richiedono il richiamo di un prodotto, viene segnalato al sistema di allarme rapido dell'UE per le merci pericolose, chiamato RAPEX. Il sistema RAPEX ha avuto origine dalla Direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti 2001/95/CE (GPSD), una legge comunitaria entrata in vigore il 15 gennaio 2004.
Conclusioni
Oggi i cosmetici sono sicuramente più sicuri di un tempo, in forza proprio di queste Leggi e di una maggiore attenzione, almeno si spera, da parte dei consumatori. Ma resta al consumatore finale l’attenzione nell’utilizzo di questi prodotti, la lettura dei costituenti apposti in etichetta, che andranno acquistati presso rivenditori autorizzati, cercando la provenienza del prodotto e usando un importante discrimine, il prezzo, che se troppo basso occorre diffidare, il rischio di portarvi a casa un concentrato di prodotti chimici messi alla rinfusa e tanto pericolosi per la nostra salute e il nostro benessere è alto.
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