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Estate, tempo di vacanze, tuffi in acqua e l’immancabile tintarella che colora la nostra pelle dandogli quel gradevole effetto abbronzato. Ma se per molti l’abbronzatura è solo un effetto dell’estate, per molti la piacevole colorazione della pelle elargita dai raggi solari, è un vero e proprio cult da mostrare, segno tangibile che abbiamo fatto le vacanze al mare o in qualsiasi posto naturale dove è possibile abbronzarsi. Ne deriva, che se vogliamo evitare di perdere la tintarella, peggio ancora ridurci ad una inestetica abbronzatura a chiazze di tipo leopardato, occorre fare attenzione ad alcuni fattori.
Con buona pace di coloro che ritengono che il progresso scientifico, insieme a tutte le scoperte degli ultimi decenni, coincida con un aumento dell’intelligenza umana, due studi europei, dimostrano un’altra triste realtà. L’uomo si sta instupidendo e quel che è più grave, non capisce neanche il motivo per cui stia diventando sempre più stupido. A dircelo ricercatori norvegesi, che hanno studiato ben 730 mila giovani uomini, concludendo che il QI diminuisce di ben sette punti per ogni generazione che si avvicenda. Per dimostrarlo, hanno pubblicato il loro complesso studio, sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
Se parliamo di lenticchie, nessuno, indipendentemente che piacciano o meno, può dire di non cconoscere questo legume, non foss’altro per la diffussione che ha sempre avuto nelle nostre tavole e nei negozi e supermercati che lo vendono. Ma se vogliamo indagare un po’ di più sulla storia delle lenticchie, qualche libro di storia ci aiuterà di certo.
Con buona pace dei cultori del pesce fresco, arriva uno studio scientifico da parte dell’Istituto Mario Negri, con il sostegno dell’AIRC, Fondazione per la Ricerca sul Cancro, che rivaluta grandemente il pesce in scatola, ritenuto, grazie ai componenti nutrizionali ed alle sostanze che lo conservano, un ottimo scudo contro i tumori.
Un ortaggio comunissimo, dalla forma per certi versi pure sgraziata ma la cui storia ci riporta indietro di secoli, l'allontanamento delle streghe era una sua prerogativa. Parliamo dell'aglio. In epoca più recente l’utilizzo dell’aglio si estese alla medicina popolare, più diffuso era l'utilizzo atto ad allontanare i parassiti intestinali, sopratutto nei bambini, ma non era infrequente l’utilizzo anche contro l’influenza, la dissenteria ed in epoca manzoniana e non solo in quella, quando la peste rappresentò il vero flagello di Dio, si scelse l’aglio come cura ritenuta efficace, sia pure con risultati molto scarsi.
La storia dell’amianto, purtroppo, è costellata da migliaia di morti da quando circa trent’anni fa si decise, dopo lunghe osservazioni e dopo la sequela di decessi da parte di addetti alla lavorazione di questo materiale, la messa al bando. Quello dell’amianto e dell’azienda che agli inizi del secolo scorso produceva manufatti in esclusiva con questo materiale, anche di uso comune, ma sopratutto come materiali di copertura, è una storia tristissima. Le malattie che si correlarono all’amianto, purtroppo con decenni di ritardo, oltre che terribili erano oltretutto subdole.
Si chiama parodontite anche se in molti la riconoscono meglio come piorrea ed è una malattia a livello infiammatorio che colpisce 6 italiani su dieci, quindi abbastanza diffusa. Parliamo di una patologia che nel tempo finisce col distruggere i supporti dei denti, ovvero l’osso e le stesse gengive col risultato che il dente privo di ogni supporto finisce per cadere.
Si torna a parlare di caffè e se lo si fa c’è un motivo che è quello di sapere molto bene che questa bevanda è quella che gli italiani amano di più e a volte, forse, si sentono in colpa nei propri confronti all’idea che per soddisfare un’abitudine radicata fin dall’adolescenza, magari arrecano danni alla propria salute. Ed invece ecco la sorpresa, dopo la fatidica domanda: ma bere caffè fa male o fa bene? Posso farne a meno? E se ne faccio a meno, proteggo la mia salute?