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venerdì 18 gennaio 2019
Il consumo regolare di frutta e verdura rende attivo il cervello anche da anziani
Fin
da bambini ci veniva ripetuto continuamente di mangiare frutta e
verdura, un refrain
inculcato da genitori, nonni e adulti in generale. Ma
forse neanche coloro che ci istillavano queste continue pillole di
saggezza si rendevano bene conto dell’importanza di ciò che
asserivano, basandosi su esperienze empiriche non avvalorate al tempo
da supporti scientifici. Oggi più che mai ad avvalorare l’assunto,
più frutta, più benessere, ci pensa la scienza con uno studio
dettagliato e durato nel tempo che afferma come il consumo regolare
di frutta e verdura migliori le performance cognitive nel tempo di
chi si alimenta in questo modo, rallentando
significativamente il decadimento cognitivo negli anni.
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giovedì 17 gennaio 2019
Morbo di Alzheimer: nuova molecola apre la strada a nuove cure
La ricerca volta ad una cura definitiva contro il Morbo di Alzheimer è in fase avanzata e galoppante. Da qui a ritenere che siamo vicini ad una soluzione definitiva sarebbe azzardato e poco serio. C’è però da segnalare un intervento del tutto inedito volto, se non a guarire dalla malattia, almeno a ritardarne l’esordio sopratutto rallentandone i sintomi. Lo studio è italiano e stride non poco con la decisione della Casa farmaceutica Pfizer di abbandonare ogni tipo di ricerca medico scientifica contro il Morbo di Alzheimer. Ma lo sconforto che aveva sortito tale decisione da parte del colosso farmaceutico Pfizer non deve assolutamente far ritenere che non si investa e non si studi contro questa subdola e insidiosa malattia dei nostri giorni.
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Bambini italiani sempre più pantofolai: uno studio ci mostra come i piccoli amino la sedentarietà
Cambiano
i tempi, così chi immagina bambini correre per i parchi desiderosi
di una giornata di sole per dare sfogo alla loro voglia di scatenarsi
in giochi all’aria aperto, in corse per i prati e quant’altro
comune ai bambini in età scolare dovrà abituarsi sempre di più a
vedere sempre più pargoli davanti ad uno schermo, che sia tv, pc,
smartphone poco importa, quel che veramente importa che la vita
sedentaria pare iniziare molto prima nei bambini della nostra epoca.
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mercoledì 16 gennaio 2019
Di cosa si muore? di infarto sopratutto, un video ci aiuta a capire i segnali più pericolosi
Sbagliato
pensare che nel mondo occidentale si muoia prevalentemente a causa
del cancro e successivamente a seguito di malattie cardiovascolari.
Il cuore, nelle cause di morte al mondo, è al primo posto, seguito
dal cancro e da eventi cerebrovascolari, come l’ictus al terzo
posto. Una
triste classifica ma che al contempo ci offre anche le linee guida
per cercare di prevenire, quanto più possibile, quegli eventi
cardiovascolari che fanno delle malattie ad essi connessi la prima
causa di morte al mondo, con il 44%, dati Istat, di tutte le morti,
che nei fatti significa che su 100 mila abitanti i morti per eventi
legati al cuore sono 148. Si muore quindi di infarto nel 28% delle
morti in Italia, quindi il triste primato spetta anche all’Italia,
a seguire troviamo le malattie neoplastiche e gli accidenti
cerebrovascolari al terzo posto con una percentuale del 13%.
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Un fascio di luce per guarirci: nuovi farmaci che agiscono solo dove servono
Che
la medicina, insieme al progresso tecnologico e scientifico,
stia diventando qualcosa che somiglia sempre di più alla
fantascienza è risaputo, come risaputo è il fatto che fruitori di
queste conquiste in ambito terapeutico saremo noi e le prossime
generazioni in un mondo sempre più affrancato dalla sofferenza
fisica e psichica, in un mondo in cui la gestione della cura e del
dolore non verrà risolto con un mix di farmaci in grado di agire su
una pluralità di organi per poi raggiungere il bersaglio da curare,
con tutti gli inconvenienti del caso, ma in grado di agire solo dove
serve e quando serve. Un esempio per tutti, può partire anche da un
semplice mal di denti. Prendendo una pillola, come si fa oggi, il
farmaco migra per tutto il corpo prima di raggiungere l'obiettivo da
curare. Domani la stessa pillola si attiverebbe solo sull'organo
malato e si dissolverebbe finito il compito che si era prefisso, come se non fosse mai esistito.
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martedì 15 gennaio 2019
Supplementi di Omega 3 e vitamina D: non aiutano a scongiurare il cancro e l'infarto
Ma
come, ci hanno bombardato ad ogni piè sospinto sulla necessità,
quasi imprescindibile di fare bisboccia di integratori di acidi
grassi omega-3, aggiunti alla vitamina D. Ci hanno frastornato la
mente ricordandoci il ruolo strategico di queste sostanze, da
reperire non solo in natura, ad esempio nel pesce, ma ancor meglio
sotto forma di preparati, abilmente commercializzati da apposite
industrie al fine di contrastare in maniera efficacissima il cancro e
le malattie cardiovascolari e ora che succede? Non è
scientificamente vero tutto ciò? Assumere regolarmente tali sostanze
non serve proprio a niente?
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Scie chimiche: la fake news che resiste al tempo!
Da
una parte forse la paura di essere sopraffatti da qualcosa di
misterioso che proviene dall’alto, da una parte l’idea di dover
credere a tutti i costi a fonti che non sono convenzionali e per questo forse più suggestive, fatto sta
che da più di vent’anni va avanti, nonostante le smentite,
nonostante si sia ben capita la motivazione che sta alla base di
questa legenda metropolitana, la sonora bufala delle scie chimiche
(chemical trails). La cosa comica è che anche fra gli scranni della
politica qualcuno con questa sonora idiozia ha partecipato a
costruirsi un discreto successo politico e ha trovato in qualche boccalone un discreto seguito.
lunedì 14 gennaio 2019
Possibile un legame tra depressione e malattie autoimmuni
Ma
è possibile che chi è ammalato di depressione, oltre a doversi
barcamenare con questa impegnativa patologia, debba anche correre il
rischio di ammalarsi di malattie autoimmuni ed in particolarelupus
eritematoso sistemico (LES), una delle più gravi malattie autoimmuni
che oggi si conoscono? Se lo son chiesti gli studiosi, anche perché
studi del passato avevano in qualche modo sollevato questa
possibilità. Il risultato non è molto incoraggiante, pare infatti
che esiste una correlazione fra la depressione e l’insorgere delle malattie autoimmuni.
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domenica 13 gennaio 2019
Epatite E: Il virus può annidarsi anche nelle nostre tavole
Quando
si parla di epatite siamo soliti contrassegnare il tipo diinfiammazione al fegato utilizzando cinque lettere dell’alfabeto,
la A, la B, la C, la D, la E. Quest’ultima forma l’abbiamo spesso
associata al consumo di frutti di mare allevati in condizioni
igieniche precarie e privi di controlli sanitari adeguati, ma
sopratutto siamo stati spesso indotti a credere che il pericolo di
ammalarsi fosse remoto in quanto il contagio avveniva in lontane
località dove il consumo di acqua da bere poteva rappresentare in sé
un problema, atteso che il virus alberga in acque inquinate. Per
porre riparo a questo rischio, bastava ricorrere alla classica e
sicura bottiglia di acqua minerale. Ma un recente studio dell’EFSA,
l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare, ha puntato i
riflettori anche su certe abitudini alimentari che ci riguardano moto
da vicino.
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sabato 12 gennaio 2019
Addio alla pancetta: alle donne adesso fa schifo
C’era
un tempo in cui si dice che le donne fossero attratte dall’uomo con
la pancetta,
sarà che quella protuberanza evocasse nella donna un
senso di protezione, non foss’altro per il fatto che,
normalmente, l’uomo con la pancetta è quello che, almeno
nell’immaginario collettivo, ha realizzato i propri traguardi e se
li gode riducendo eventuali altri sforzi che magari potrebbero
attentare al volume della pancetta. Insomma, c’era un tempo in cui le donne venivano attratte dalla pancetta maschile. Ma attenzione,
così pare non essere più.
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venerdì 11 gennaio 2019
Amanti del tè, delle tisane e del miele? Attenzione ai rischi che correte!
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mercoledì 9 gennaio 2019
Anziani e animali: un legame sempre più indissolubile
Un
mondo che sta cambiando per
fortuna in meglio, basti
pensare che poco meno di 4 anni fa, quasi quattro anziani su dieci avevano
un animale da compagnia in casa.Ma uno sguardo allo scorso anno ci
dimostra di come la percentuale si sia elevata al punto che oltre un
anziano su due ha un compagno animale
in casa e non
per forza a quattro zampe.
Segno
tangibile che più si va avanti negli anni e più sentita è la
necessità di circondarsi di un amico, diciamo così “peloso”.
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Veterinaria
Tatuaggio all'hennè: attenti alle allergie e alle dermatiti a volte gravi
Il vantaggio dei tatuaggi all’hennè è rappresentato dal fatto che sono facili da asportare, quindi, non sono definitivi come quelli tradizionali e, poi, cosa tutt’altro che indifferente, sono indolori quando si applicano. Ma per questo possiamo sostenere che sono innocui per la salute? A giudicare dai rimedi da utilizzarsi contro i danni da questi tatuaggi parrebbe proprio di no, al punto che questo tipo di tatuaggio rappresenta la causa maggiore, in età pediatrica e adolescenziale che poi coincide con la moda imperante per queste fasce d’età, di dermatiti da contatto, con tutto ciò che ne consegue, prurito, bruciore, bolle, febbre.
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martedì 8 gennaio 2019
Prima colazione degli italiani: ma quanti errori che facciamo!
Sappiamo
veramente tutto della prima colazione al mattino? Forse no, visto che
i dubbi sono tanti, a cominciare dalla scelta se lasciarsi andare ad
una colazione salata o dolce, se conviene saltarla, abitudine questa
riservata al 7% della popolazione italiana, o limitarsi a qualche
bevanda e null’altro. Appare interessante quindi l’indagine
realizzata dalla Doxa e dall’Aidepi, l’associazione che racchiude
le industrie dolciarie e della pasta in Italia.
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lunedì 7 gennaio 2019
Pazienti allergici: fuori controllo il numero fra poco più di un decennio
Se
ci si riflette, paragonando il numero di persone allergiche oggi a
quelle di un trentennio fa, ci si accorge che i pazienti in cura per
le allergie sono aumentati di numero in modo vertiginoso. E' ovvio
che in tre decenni migliorano anche i metodi di indagine e relativa
diagnosi di malattia al punto che molti in passato, pur essendo
allergici, sfuggivano alla diagnosi, ma la verità è anche un'altra
ed è tutt'altro che incoraggiante. I casi di allergia oggi sono
aumentati in modo esponenziale coinvolgendo soggetti che in altra
epoca, probabilmente, non si sarebbero ammalati. Di chi la colpa?
Dell'inquinamento, in primis, dei cambiamenti climatici in seconda
battuta.
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sabato 5 gennaio 2019
Sono inutili gli integratori? A volte si altre no, ma il problema resta!
Certo
che se un giorno scoprissimo che gli integratori alimentari sono
prodotti completamente inutili, bisognerebbe lo stesso dar atto ai
produttori di queste sostanze di aver fatto una incisiva campagna di
marketing negli anni che ha dato, eccome, i suoi frutti. Basti pensare che
secondo un’indagine di GFK per Federsalus, in un solo anno un
italiano su due ha utilizzato un integratore, tant’è che le
vendite si sono posizionate ben oltre i 32 milioni di pezzi venduti
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venerdì 4 gennaio 2019
Caffè: chi ha detto che fa male, anzi, allunga la vita
Buone
notizie in tema di caffè, chi beve caffè campa 100 anni, si
potrebbe dire, ovviamente così non è, ma uno studio recente avrebbe
dimostrato che il regolare consumo di caffè, associato ad una dieta
mediterranea, ben si associa ad una riduzione della mortalità per
tutte le cause sopratutto nei soggetti che abbiano superato i 55 anni
di età.
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giovedì 3 gennaio 2019
Cistite: l'aumento dell'acqua ingerita diminuisce il rischio nella donna
La
cistite, la fastidiosa ed a volte impegnativa infezione delle vie
urinarie che colpisce, per motivi sopratutto anatomici, più la donna
che l’uomo con ripercussioni significative sulla qualità della
vita della paziente aprendo la strada, a volte, anche a ripercussioni
patologiche a carico di altri organi, può essere positivamente
fronteggiata con pochi ma efficaci particolari accorgimenti. E’
infatti acclarato che le donne in premenopausa esposte periodicamente
a cistiti o infezioni similari a carico del sistema urinario che
assumono meno di un litro e mezzo di acqua al giorno si espongono
maggiormente a infezioni di questo tipo.
mercoledì 2 gennaio 2019
Depressione: come una pandemia fra dieci anni, ma esistono le cure
Una
malattia diffusa come una pandemia, la depressione, che colpisce
nella sola Italia ben 3 milioni di persone con una percentuale di
soggetti colpiti che rasenta persino il 7% della popolazione, fra
casi accertati ed in corso di accertamento ed in Europa il numero
giunge a livelli stellari, ben 40 milioni di pazienti affetti da
questa malattia, cui aggiungere quei casi che sfuggono al controllo
delle medicina. Eppure, qualcuno si ostina a ritenere questa
patologia uno stato dell’umore e non una patologia a tutti gli
effetti.
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