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Villagrande Strisaili, Sardegna |
La domanda è: si può ad un neonato di appena sei mesi di vita somministrare lassativi per almeno sette giorni di terapia per intervenire su uno stato di stipsi insorto? Così come, può una donna in gravidanza assumere lassativi per almeno sette giorni di terapia senza che questi si riflettano sulla salute del nascituro?
Una recente notizia scientifica, avrebbe associato alcuni tipi di demenza, all’uso prolungato e continuato di lassativi, almeno di certi lassativi. Questo potrebbe essere uno dei più gravi casi di effetti collaterali da uso di farmaci, non soltanto per la gravità dell’effetto collaterale in sé, ma per la semplice ragione che basta visitare una RSA, una casa di riposo, o sbirciare sopra il comodino di una persona anziana e spesso allettata, per scoprire in bella mostra di sè, uno o più lassativi, a riprova di quanto sia diffuso il loro utilizzo.
L’obesità nei Paesi ricchi, Stati Uniti in testa, è divenuta ormai una sorta di emergenza sanitaria a causa dei riflessi negativi sulla salute e come apripista di tantissime malattie correlate allo stato di sovrappeso e all’obesità. Ma quel che ci interessa in questa sede è capire come situazioni patologiche o sindromi annesse al classico mal di testa e, quindi, all’emicrania, possono risultare persino esacerbate dall’obesità o dal semplice sovrappeso.
Chissà a quanti di noi sarà capitato di rimandare una cosa che urgerebbe fare subito, fino a quando non siamo costretti ad eseguire il compito assegnatoci e di fretta pure, ma al contempo, assecondiamo il desiderio o la necessità di una telefonata che ci sembra più urgente che mai, oppure il bisogno di uno snack che conviene non rimandare assecondando i borbottii del nostro stomaco e per chi fuma, una sigaretta nel bel mezzo dell’azione improcrastinabile da compiere! Un tempo si annetteva il rimandare perenne alla non voglia di compiere un’azione, la riprova? Chi davanti ad un evento che ci da piacere, procrastinerebbe mai?
Fino a non molto tempo fa, quando si parlava di insufficienza venosa periferica o per dirla meglio Malattia Venosa Cronica (MVC), ci si riferiva ad una serie di problemi clinici che conclamavano con una sintomatologia variegata a seconda del paziente e della sua storia clinica, oltre che all'anamnesi familiare di chi vi soffriva. I sintomi vanno dalle varici, sopratutto nelle donne, alla sensazione di gambe pesanti e persino alle emorroidi. Oggi si fa più chiarezza su questa sindrome che continuiamo a chiamare sindrome e non patologia perché espressione di diverse situazioni cliniche e non per forza da una singola malattia derivata.
Chi si prende cura del proprio cane o del proprio gatto, è così tanto abituato a considerarli di famiglia che nemmeno immagina i benefici che questi animali, con i loro atteggiamenti, con il loro attaccamento a noi e alla nostra famiglia, arrecano. Purtroppo ci si accorge solo quando non fanno più parte del nostro gruppo, lo stato di prostrazione psico-fisica in cui ci mettono, anche se chi è abituato a condividere la propria vita con questi animali non ha bisogno di sperimentare la separazione da questi quadrupedi per capire come sia difficile sopportarne la loro mancanza.
Quante volte di fronte ad un pensiero che ci assilla, ad un problema che aspetta da noi una soluzione, sfiniti, ci siam detti o abbiamo detto a chi si aspetta da noi una risposta, “la notte porta consiglio”? A questo punto la domanda è, questo detto, è solo un semplice modo di dire, oppure c’è del vero nel fatto che inframmezzare una notte di sonno ad una risposta ad un quesito o ad un problema importante, ci consente di fare luce sulle soluzioni da prendere?
Se possiedi un cane ben sai come il tuo amico a quattro zampe sia avvezzo ad utilizzare il naso, il tartufo, per usare un termine più appropriato, per avvertire odori che noi umani neanche ci sogniamo. Del resto, i cani da tartufo, i cani antidroga, i cani utilizzati dopo le calamità naturali in grado di ritrovare superstiti sotto la neve o le macerie dopo un terremoto ce lo insegnano. Dove non arriviamo noi arriva il cane al punto che... Con la stessa prodigiosa capacità di annusare droga, umani sepolti vivi e frutti sottoterra, i cani sono diventati dei veri e propri rilevatori di malattie cui noi umani siamo soggetti.
Chi ha vissuto sulla propria pelle uno o più attacchi di panico sa bene descrivere i sintomi che il più delle volte e sopratutto le prime volte l’ha portato diritto al pronto soccorso per paura che potesse trattarsi di una malattia acuta, grave e da curare in emergenza. Non è infrequente infatti il caso di pazienti che di fronte ad un attacco di panico abbiano scambiato la sintomatologia per un infarto, o per una grave insufficienza respiratoria, qualcuno pure per un ictus e abbiano avvertito in tutta la sua drammaticità la sensazione del fine vita. Sapere che trattavasi di attacco di panico avrà fatto tirare un sospiro di sollievo a questi pazienti, fermo, al ripresentarsi dei sintomi, ritenere nuovamente che di grave emergenza medica si trattasse e così in un circolo vizioso fino a quando non si venga a capo della situazione.