lunedì 30 gennaio 2012

Additivi alimentari: ma fanno davvero male alla salute?


Viviamo un’epoca contrassegnata dalla fretta, il che si riverbera, a tavola, anche nella necessità di accedere a cibi pronti o precotti o, ancora, inscatolati, se non surgelati, che proprio per la facilità di preparazione e per i ridotti tempi di cottura, devono detenere nella loro consistenza un certo numero di sostanze chimiche cosiddette additivi alimentari.
Gli additivi null’altro sono che sostanze che vengono aggiunte in sede di lavorazione industriale col ruolo di modificare, conservare, rendere più appetibile e spesso presentabile, ciò che mangiamo. Ormai sono davvero pochi quegli alimenti dove non vi sia ricorso agli additivi, che ricordiamo sono molto presenti anche in formaggi, salumi, scatolame, prodotti da forno, merende, conserve animali o vegetali, dolciumi e quant’altro. Basta d’altro canto un giro rapido in qualsiasi supermercato per rendersi conto di questa realtà. E’ sufficiente infatti leggere il contenuto degli alimenti di più larga diffusione nelle nostre tavole, per fare la conoscenza con i conservanti, gli stabilizzanti, i dolcificanti, gli addensanti, i coloranti, gli esaltatori di sapore, tutte sostanze che entrano a gran titolo nella categoria degli additivi alimentari.

Sicuramente in molti storceranno il muso di fronte a queste sostanze chimiche, qualcuno
ricorderà i sani alimenti di una volta che venivano consumati al riparo dalle sostanze additive. Ma come si potrebbe oggi tornare alla vecchia tavola se per esigenze di tempo e a volte anche di natura economica, siamo costretti a fare scorta di cibo per consumarlo poi nel tempo? Ne deriva che oggi è impossibile abbandonare la strada degli additivi anche se, bisognerebbe prestare attenzione a quegli alimenti dove il ricorso agli additivi è ammesso col solo scopo di rendere gradevole un piatto che gradevole non sarebbe, dove la qualità del prodotto è tanto scadente che se gli ingredienti non fossero miscelati agli additivi nessuno li comprerebbe. Questo, purtroppo, è anche il prezzo da pagare in una Società dei consumi dove l’acquisto è troppe volte mediato da diversi fattori, oggi in primis il prezzo e in un periodo storico contrassegnato da una fortissima crisi economica, sono in troppi a non poter più privilegiare la qualità anche se trattasi di un prodotto alimentare, dovendo per prima cosa calcolare il costo che questo ha e l’incidenza globale che la merce dentro il carrello detiene all’interno del budget familiare. 

Poiché la merce scadente che, grazie all’azione degli additivi diviene accettabile ha spesso un rapporto qualità prezzo che tende al minimo, ogni qualvolta nella scelta degli alimenti ci si imbatte in un prodotto che, indipendentemente dalle offerte di quel centro commerciale, ha un prezzo troppo basso, dovremmo cominciare a dubitare che la qualità di quell’alimento è volutamente “gonfiata” dall’eccessivo ricorso agli additivi. Chiaramente senza alcuna volontà di generalizzare.

Tuttavia, non è possibile per un produttore di sostanze alimentari ricorrere ad ogni tipo di additivi senza il rispetto delle Leggi e dei Regolamenti in materia che sostanzialmente definiscono delle liste positive delle sostanze utilizzabili, le condizioni di uso ed anche le loro caratteristiche chimico-fisiche. La possibilità o meno di utilizzare un determinato prodotto o sostanza chimica come additivo alimentare dipende dalla sua efficacia per l’uso previsto e, soprattutto dalla sua sicurezza per i consumatori.

Ma la domanda è.... gli additivi fanno male alla salute?

In linea di principio, meglio sarebbe che le sostanze chimiche stessero lontane il più possibile dai cibi. Oltretutto il ricorso agli additivi ha pure modificato la nostra percezione dei sapori, col risultato che se oggi, soprattutto i bambini consumassero cibi per nulla trattati finirebbero per non riconoscerli e dunque per non mangiarli. Ma al di là di questa considerazione, non possiamo, come abbiamo visto, fare a meno degli additivi. Si tratta semmai di capire le quantità che questi devono avere una volta all’interno della confezione. Poiché, come abbiamo saputo, esistono le Leggi in materia, il consumatore deve essere messo a conoscenza che un importante parametro di sicurezza alimentare di un additivo è quello che rispetta la sigla ADI, ovvero, la quantità di uno o più additivi che una persona può assumere ogni giorno senza correre alcun  pericolo per la propria salute. E non solo, come accade con ogni altra sostanza, anche per gli additivi vale la regola che vuole che sia  il mondo scientifico ad attenzionare nel tempo queste sostanze rilevando, al variare delle sempre nuove conoscenze, la salubrità o meno ed imponendo ai produttori l’osservanza di nuovi parametri ammessi dalle normative. Il risultato è che alcuni additivi che un tempo si ritenevano innocui oggi non lo sono più, almeno nelle quantità fino a ieri ammesse e dunque, si  è provveduto a inserire alcune sostanze chimiche nel novero di quelle ritenute critiche per la salute abbassandone dunque la concentrazione per alimento.

Dal canto suo l’Unione Europea ha incaricato l’EFSA di revisionare tutti gli additivi attualmente autorizzati negli alimenti, definendo anche un calendario che prevede il termine del lavoro entro il 2020. All’interno di questa nuova classificazione, ad esempio, il primo posto spetta al dolcificante aspartame alla luce dell’eventuale possibilità che non sia del tutto innocuo come si pensava un tempo, allo stesso modo in cui si è fatto con alcune sostanze iscritte in apposite black list da valutare per la loro supposta tossicità, oppure se a loro volta trattate con eventuali altre sostanze chimiche risultate contaminate.

Dunque, alla luce di quanto visto possiamo ammettere che gli additivi non facciano male alla salute? La risposta potrebbe essere si, se si tiene conto della quantità di queste sostanze all’interno degli alimenti e se si escludono quelle che, una volta che la scienza si è espressa nel merito, risultano sicuramente innocui alla salute. Anche perché, non possiamo non ricordare che gli additivi esercitano una loro azione nell’organismo potendo a volte divenire, a seconda della quantità di cibo consumato che li contiene, delle vere e proprie sostanze attive che influenzano il funzionamento dell’organismo stesso. 

Lo dimostra uno studio condotto recentemente nel Regno Unito, che ha dimostrato che l’assunzione di coloranti alimentari largamente presenti nei dolciumi è in grado di provocare alcune alterazioni comportamentali nei bambini. E’ noto da tempo che i solfiti hanno un potere allergizzante. Vero è che per giungere ad una modificazione di quel tipo della fisiologia dell’organismo la quantità di additivo assunta deve essere elevata, ciò però non toglie, che non potendo regolare con precisione la quantità di alimento da consumare affinchè questo non risulti in qualche modo contaminato, meglio è procedere all’eliminazione, tout court, dell’additivo alimentare stesso.

L’additivo mi fa bello!

Un’ultima considerazione tuttavia occorre farla. Visto che quando parliamo di additivi ci riferiamo pur sempre a sostanze chimiche, ovvero sostanze artificiali che prevedono particolari trattamenti di laboratorio al fine di esercitare da soli o in combinazione determinati effetti sulla sostanza dove vengono immessi, la domanda che ci si fa è la seguente. Esclusi i casi in cui l’additivo assume importanza basilare per evitare il deterioramento dell’alimento conservato, così come accade anche per quelli dove l’assenza della sostanza chimica prevedrebbe una possibile contaminazione batterica del cibo, è ancora accettabile il ricorso a quelle sostanze chimiche, come i coloranti, al solo fine di rendere più gradevole alla vista un alimento? Sinceramente vorremmo rispondere di no, ma facendolo rischieremmo di venir meno ad uno dei requisiti che la moderna Società si è imposta, quello di essere spesso più attratti dall’apparenza che dalla sostanza. E, dunque, in siffatte condizioni, non stupiamoci se una larga percentuale di sostanze chimiche sotto forma di additivi li assumiamo, sol perché pretendiamo che un alimento oltre che buono al palato, sia seducente già dal primo sguardo!

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