Col termine cistite si inquadrano tutta una sequela di infezioni
delle vie urinarie senza con questo discernere le varie forme, né classificare
di preciso l’area di insorgenza dell’eventuale sepsi. Non spetta certo al
paziente stabilire dove abbia avuto origine la malattia, quanto al medico
indagare, con la preziosa consulenza del laboratorio d’analisi e localizzare in
maniera precisa l’organo che in quel momento sta subendo maggiormente l’attacco
degli agenti patogeni. Ciò in quanto parlando di cistite una cosa è certa,
ovvero, che il paziente lamenta disturbi a volte insopportabili all’apparato
urinario in maniera generica, senza poter stabilire con esattezza se la sede
dell’infezione è a livello ad esempio della vescica o dell’uretere o in
qualsiasi altro organo vicino. Una cosa è certa, di fronte ad un problema
caratterizzato da bruciore alla minzione, senso di spossatezza, spesso aumento
della temperatura corporea e veri e propri spasmi con impellente bisogno di
urinare, compresa l’evidenza di una scarsa quantità di urina emessa, bisognerà
contattare al più presto il proprio medico curante.
L’origine di una cistite, indipendentemente dall’organo coinvolto, è
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sempre associata alla colonizzazione di agenti patogeni a carico dell’apparato
urinario. Come accade in altre malattie, per ammalarsi però concorrono altri
fattori, compresa l’incapacità dell’organismo in quel frangente di difendersi
adeguatamente. E’ importante quest’ultimo passaggio, perché ci da l’idea che
non esiste la malattia finchè il nostro organismo riesce a fronteggiarla.
Quali sono le cause che ci fanno ammalare
Qualcuno ritiene che sia la stessa urina col suo carico di germi a
provocare la malattia. Eppure quando ciò accade l’urina non solo essa stessa
capace dell’insorgenza di una qualsiasi forma di cistite, altrimenti saremmo
continuamente ammalati. Sono fattori collaterali che con l’urina provvedono a
creare la patologia. Tali fattori creano tali condizioni ad esempio quando non
permettono all’apparato urinario di svuotarsi fisiologicamente creando ristagni
di urina che finiscono con l’infettarla e dar vita alla malattia. Stessa cosa
accade quando i fattori concomitanti mutano il PH delle urine stesse, situazione
questa importante ai fini dell’insorgenza dei primi sintomi. Bisogna infatti
ricordare che il PH dell’urina è fissato intorno al 5/5,5, quando il grado di acidità o basicità muta si creano le condizioni affinchè l’urina infettandosi possa trasmettere l’infezione. Stessa cosa se l’organismo a causa di patologie insorte o malformazioni, non riesce a svuotare per intero la vescica causando ristagno di urine. In maniera diversa ciò potrebbe accadere agli uomini laddove fosse compromessa la secrezione prostatica capace com’è di detenere un importante effetto antibatterico che contrasta naturalmente l’azione degli eventuali germi patogeni. Insomma, tutta una serie di cause e concause capaci di determinare la malattia e se parliamo di ristagno urinario, come non ricordare quei fenomeni meccanici che si oppongono all’allontanamento delle urine dal nostro corpo e fra queste come non individuare le calcolosi urinarie che impediscono lo svuotamento della vescica con relativo ristagno di urina consequenziale.
ricordare che il PH dell’urina è fissato intorno al 5/5,5, quando il grado di acidità o basicità muta si creano le condizioni affinchè l’urina infettandosi possa trasmettere l’infezione. Stessa cosa se l’organismo a causa di patologie insorte o malformazioni, non riesce a svuotare per intero la vescica causando ristagno di urine. In maniera diversa ciò potrebbe accadere agli uomini laddove fosse compromessa la secrezione prostatica capace com’è di detenere un importante effetto antibatterico che contrasta naturalmente l’azione degli eventuali germi patogeni. Insomma, tutta una serie di cause e concause capaci di determinare la malattia e se parliamo di ristagno urinario, come non ricordare quei fenomeni meccanici che si oppongono all’allontanamento delle urine dal nostro corpo e fra queste come non individuare le calcolosi urinarie che impediscono lo svuotamento della vescica con relativo ristagno di urina consequenziale.
Se poi immaginiamo il nostro corpo impegnato a contrastare la
carica batterica dei patogeni, non possiamo al contempo trascurare l’azione di
quei farmaci che agiscono abbassando le difese immunitarie come accade con il
cortisone o quelle stesse patologie, di norma autoimmuni, che sortiscono lo
stesso effetto. Poi ci sono cause di natura meccanica che fanno si che,
involontariamente sia lo stesso paziente a contribuire ad estendere o ad innescare
la malattia agevolando la trasmigrazione di batteri o virus dall’intestino fino
all’apparato urinario. Tale situazione si verifica a volte nella donna che si
lava le parti intime con movimento della mano che da dietro convogliano l’acqua
fino alle parti intime e non viceversa. Resta tuttavia il fatto che per
ammalarsi occorre sempre una certa predisposizione spesso familiare o
individuale e a detenere maggiore possibilità ad andare incontro alle cistite è
la donna rispetto all’uomo. Il motivo è per lo più anatomico, possedendo la
donna un’uretra di dimensioni più ridotte rispetto a quanto avvenga agli appartenenti
al sesso “forte”. L’uso di cateteri vescicali è inoltre considerato un fattore
importante che apre la strada all’infezione, soprattutto quando non si sia
provveduto a prevenire con i farmaci
tale evenienza. Da ricordare anche la gravidanza come fattore aggiunto di una
cistite, una gravidanza infatti giunta quasi
a termine, può essere causa frequente di infezione urinaria, per la possibilità
che la pressione esercitata dal nascituro finisca per rappresentare da sola un
ostacolo al normale svuotamento vescicale dell’urina. Un quadro complesso
dunque, come si è visto, ma importante non tanto quando la malattia si fa
strada raramente nell’individuo, ma quando questa tende a cronicizzarsi o a
presentarsi con una certa frequanza nello stesso paziente.
Cistite, i fattori da conoscere, i
miti da sfatare, la sintomatologia
Qualcuno crede che la cistite privilegi il freddo per farsi
strada. Qualche altro invece annovera alla stagione calda la causa primaria
della malattia. Non esiste invece alcun periodo dell’anno particolare che
favorisca l’insorgenza di una qualsiasi infezione urinaria. Meglio annoverare eventuali focus infettivi in loco o anche distanti dalla vescica come motivo
valido che spieghi la patologia.
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Una patologia che ha dei segni molto precisi e che conviene ben
interpretare cercando di ricordarli bene perché poi andranno riferiti al
medico. Il primo segno importante è rappresentato dal bisogno impellente di
urinare, salvo constatare poi che l’urina emessa si limita a qualche goccia,
per di più espulsa con fatica.
Bruciore, senso di pesantezza o addirittura
dolore al momento di fare pipì, spesso anche prima e quasi sempre dopo la
minzione, fanno il resto. Tale situazione è ancora più spiacevole se
consideriamo che non è raro che il paziente avverta l’urgenza di tornare in
bagno pochi minuti dopo essersi rimesso a letto. Né serve pensare che resistere
oltre, posto che ci si riesca, risolva in qualche modo la situazione. Altro sintomo
da riferire al medico è l’eventuale presenza di sangue nelle urine, l’ematuria
in gergo medico, segno che chissà, magari qualche calcoletto di proporzioni
infinitesimali, sia causa esso stesso dell’esacerbarsi della malattia.
Lafebbre, i dolori spesso lancinanti pelvici sono altri sintomi che consentono la
diagnosi. A questi si aggiunge un sintomo che potrebbe farsi strada, anche se
non frequentemente e che indica un’eventuale forma di cistite più impegnativa
sicuramente da trattare al più presto. Tale sintomo è il tremore, non associato
a febbre, un tremore incontrollabile cui il paziente va incontro in certi
momenti della giornata e che spesso non è del tutto proporzionato all’intensità
degli altri sintomi appena visti.
Cistite, come curarla
La diagnosi si basa sull’esame obbiettivo da parte del paziente
e sui referti del laboratorio d’analisi che, grazie all’urinocoltura
offre un importante indizio diagnostico che palesa al medico la
possibilità di rendersi conto della presenza di quali agenti patogeni in
maggior misura sono entrati a far parte della carica batterica che abbia
determinato la patologia. Il successivo ricorso all’antibiogramma è
in grado di stabilire con precisione la famiglia di antibiotici che meglio di
altre reagisce ai patogeni. Esistono anche cistiti virali che però per la loro
complessità richiedono un approccio terapeutico e diagnostico del tutto particolare.
Ne deriva che parlando delle cistiti classiche, quelle causate da batteri, il
ricorso agli antibiotici diviene conditio
sine qua non. Oltretutto oggi la moderna farmacologia ci consente di
disporre di potenti molecole, anche in monosomministrazione, capace di
fronteggiare in breve tempo il problema. A queste vanno associati spasmolitici
per contrastare il dolore per lo più pelvico
e liquidi in abbondanza da assumersi per bocca o in flebo qualora il
paziente sia afflitto anche dal vomito, in ragione di non meno di 3 litri
di liquidi al giorno. Utile ricordare infine che ogni forma di
infezione a carico dell’apparato urinario andrà curata al meglio, proprio per
scongiurare l’eventuale insorgenza di una colica renale sempre in agguato in
presenza di certe malattie.
Prognosi
Con una buona
cura tempestiva, bastano pochi giorni per risolvere il tutto, senza dimenticare
però che soggetti che vanno incontro a queste malattie con una certa frequenza
non potranno limitarsi a ritenere che l’assenza dei sintomi indica sicuramente
la guarigione. Laddove si incorra sovente in questo tipo di infezioni, bisognerà
investigare con i mezzi a disposizione anche strumentali, riguardo lo stato generale
dell’intero apparato urinario al fine di scongiurare un eventuale attacco nel
tempo, senza contare che è spesso la stessa cistite ad aprire la strada a più
pericolose infezioni, come ad esempio, le nefriti.
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