Un po’ di storia del piercing. Il piercing è nato, almeno per quel che se ne sa, più di 5000 anni fa e la sua genesi si fa risalire alle mummie egizie. In epoca più recente, risalente a Giulio Cesare, l’imperatore romano ne fu un fervido sostenitore, anche se la moda dell’epoca lo attribuiva agli uomini e meno alle donne. Tuttavia non era un orpello riservato ai soli ricchi, così come non era visto solo come un vezzo estetico. Sempre in epoca romana, ma questa pratica proseguì anche in ere diverse, i marinai erano soliti utilizzare almeno un orecchino in modo che, se malauguratamente perivano in fondo al mare e il loro corpo fosse stato in qualche modo ritrovato, estraendo l’orecchino dal loro corpo e rivendendolo, i parenti avrebbero avuto i soldi per pagare il funerale del defunto. Quindi, come ben si vede, parliamo di un simbolo sicuramente di bellezza e sessualità all’interno di una serie di riti di iniziazione, ma anche di utilità, almeno in quell'epoca, che ha seguito il cammino dell’uomo.
Fatta un po’ di storia di questo vezzo di tanti uomini e donne, sopratutto giovani, resta da capire adesso se in termini medici tale usanza è appagante per chi vi si sottopone al punto da superare tutte quelle barriere di ordine sanitario che ne richiederebbero massima prudenza o addirittura il consiglio di astenersi dalla pratica. Secondo diversi dermatologi americani, la moda del piercing è tutt’altro scevra da pericoli di ordine sanitario. Mentre infatti l'apposizione dell’orecchino è ritenuta una pratica tradizionale per lo più innocua, se attuata seguendo le elementari regole di pulizia e accuratezza nel praticarlo, ben diversa è l'usanza di apporsi piercing in tutte le parti del corpo.
Infezioni, lesioni ai nervi e cicatrici permanenti
Nel caso in cui il piercing viene collocato in altre parti del corpo. Secondo i dermatologi statunitensi, un individuo su cinque aduso a questa pratica va incontro a complicanze. Tali inconvenienti vanno dalle più semplici allergie cutanee che, comunque, richiedono la rimozione dell’oggetto, fino al sanguinamento e alla formazione di cheloidi e nei casi estremi, si sono verificati anche infezioni sistemiche fino a culminare con epatiti di natura virale e sindrome da shock tossico e infezioni a distanza come endocardite e ascessi cerebrali.
Altre complicanze generali includono dermatite allergica da contatto (ad es. da nichel o lattice), danni ai nervi e interferenze con procedure mediche come l'intubazione e la donazione di sangue/organi. Quando il piercing è collocato sulla lingua, si osservano sovente difficoltà a parlare e a mangiare, iper salivazione, fin’anche problemi dentali. Quando in situ si è verificata un’infezione non è escluso che la rimozione del piercing richieda un vero e proprio intervento chirurgico. A livello dell’orecchio, in caso di infezioni, ma ancor di più a livello dell’ombelico a volte si sono verificate lacerazioni con sepsi anche sistemiche, nel caso di piercing sul capezzolo si è manifestata galattorrea, a causa della stimolazione che l’oggetto determina con i movimenti del corpo. I piercing genitali possono portare all'infertilità secondaria, all'infezione e all'ostruzione dell'uretra secondaria alla formazione di cicatrici. Negli uomini possono verificarsi priapismo e formazione di fistole.
Occhio al piercing in gravidanza
Durante la gravidanza bisognerebbe astenersi dall’uso di questi oggetti, sia nel caso si pensi di dotarsene, sia nel caso in cui lo si è già inserito, in questo caso il consiglio e quello di liberarsene al più presto, per il rischio di infezioni cui la futura mamma potrebbe essere soggetta e nel caso di allattamento al neonato, per il rischio di malattie trasmessibili al bambino.
Allergie
Da non sottovalutare il fatto che la pratica di farsi apporre piercing in qualsiasi parte del corpo non è esente da rischi, sopratutto nei minori, quando questa non è stata eseguita osservando le norme antisespsi, visto che sono stati osservati casi di grave compromissione dell’organismo a causa di endocarditi, ascesso cerebrale in soggetti che si erano sottoposti all’introduzione di un piercing senza osservare le norme igieniche che richiederebbe la procedura. Occhio alle allergie cutanee. Sono in pochi a saperlo, ma il 30% delle persone è allergica a al nichel contenuto spesso nell'oggetto che si introduce nel nostro corpo, il nichel è infatti associato all’interno delle leghe che compongono il gioiello. Qualora il piercing contenga il nichel, l’allergia che ne deriva è certa, anche quando il monile sia costituito da oro bianco, in quanto la percentuale di nichel che entra nella lega è, sia pure minima parte, più che sufficiente per scatenare l’allergia.
Piercing sulla lingue e sui genitali
Evitarli sarebbe buona cosa. Ad esempio si è ben visto che i piercing posti sulle labbra o sulla lingua a lungo andare possono creare gengiviti o traumi ai denti. Il motivo? Basti osservare il soggetto che lo porta per vedere come con la lingua stuzzica continuamente il piercing che alla fine finisce per muoversi arrecando danno agli organi che lo alloggiano.
Un pericolo anche per il piercing inserito a livello dei genitali dove nel momento in cui viene apposto si potrebbe assistere ad una pericolosa emorragia, ma valo stesso per la lingua, essendo organi riccamente vascolarizzati. Così come il piercing posto all’estermità del pene è associato ad un restringimento dell’apertura dell’organo deputato alla fuoriuscita dell’urina e dello sperma, con complicazioni nel tempo che vanno dalle infezioni urogenitali fino nei casi estremi al carcinoma, un tumore maligno in queso caso a carico del pene.
Che dire, sperare in un abbandono di questa pratica? Sarebbe auspicabile, nell’attesa evitare i piercing in organi delicati e soggetti a movimenti continui, evitare operatori che non abbiano esperienza o agiscano in ambienti poco salubri ed evitare nella maniera più assoluta di consigliare piercing ai bambini o ai minori.
Fonte: umassmed
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