mercoledì 16 maggio 2012

Allergie e intolleranze alimentari: attenzione, qualche volta si rischia la vita!

Allergie alimentari, un vero e proprio dramma non sempre annunciato, eppure, qualcuno ancora crede che con un alimento che scatena una reazione allergica il problema è marginale rispetto a quanto potrebbe accadere con un farmaco ed invece, anche una semplice nocciolina, una fragola, un legume, per un soggetto allergico potrebbe rappresentare  la fine… della vita!

difficoltà respiratorie fino al soffocamento, solitamente come evento finale di una reazione allergica spesso improvvisa e violenta, spesso difficile, talora impossibile da fronteggiare anche in centri specializzati. Ne deriva che diventa fondamentale prevenire le allergie alimentari, fatto più facile a dirsi che ad attuarsi, alla luce anche del fatto che con lo svilupparsi dell’industria alimentare conserviera poter sempre essere in grado di capire cosa di fatto vi sia nei diversi preparati ad uso alimentare non è per nulla agevole.La dimostrazione di come il problema sia sentito ce la danno le statistiche quando ci palesano il numero di allergici alimentari in Italia, ben 600 mila di età inferiore ai 18 anni e di questi, 200 mila sono bambini di età non superiore ai sei anni, cui si sommano ragazzi con età intorno ai 10/11 anni. Da segnalare che il 40% di questi soggetti pediatrici muore proprio a causa di uno shock anafilattico dopo aver ingerito latte, oppure nocciole, oppure, uova. Si dirà che generalmente gli adulti sono avvisati dei rischi corsi dai propri bambini proprio a causa di questi due alimenti e, dunque, tali incidenti non dovrebbero verificarsi. Ma così non è, perché spesso bastano dosi infinitesimali per scatenare un attacco e di fronte a certi preparati già pronti qualcosa può sfuggire e il dramma è in agguato.

Oltretutto, il problema delle allergie alimentari è in crescita e tende ad aumentare col tempo.  L’allergia alimentare, in particolare verso latte, uova e nocciole e’ la causa piu’ frequente di shock anafilattico e spesso segna l’inizio verso altre malattie allergiche quali la rinite e l’asma, spiega Maria Antonella Muraro, responsabile del Centro dedicato allo Studio e alla Cura delle Allergie e delle Intolleranze Alimentari, operativo nella Regione Veneto presso l’azienda ospedaliera dell’Universita’ di Padova -. Sforzi maggiori devono essere dedicati all’identificazione dei bambini a rischio attraverso una diagnosi appropriata con prove allergologiche cutanee e sul sangue. L’esclusione dell’alimento rappresenta tuttora l’unico trattamento efficace nella prevenzione della reazione allergica“. 

Dunque, via, via che aumenta l’offerta di prodotti alimentari realizzati da un’industria specializzata si assiste a sempre nuovi casi, si conta un aumento da un anno ad un altro del 20% ed una crescita del numero delle giornate di ricovero per la fascia d’età che va da 0 a 14 anni, aumentato di ben sette volte nell’ultimo periodo, per non parlare delle visite specialistiche richieste anch’esse aumentate di almeno un triplo rispetto a poco tempo fa. “L’allergia piu’ frequente e’ quella al latte vaccino: non lo tollerano oltre 100 mila bimbi fra zero e cinque anni, costretti a ricorrere a tipi di latte speciali molto costosi”, spiega ancora Muraro. “Nella maggior parte dei Paesi europei – informa Marcia Podesta’, presidente di Food Allergy Italia, che fa parte di una rete internazionale di 15 Associazioni di pazienti con allergie alimentari – questi prodotti speciali per allergici sono rimborsati, se il paziente ha la 
prescrizione medica; in Italia solo Lombardia, Friuli e Sardegna coprono i costi dei tipi di latte speciale, che altrove sono totalmente a carico della famiglia”. Purtroppo ben il 40 per cento dei cittadini non sa o non e’ al corrente che esistano le allergie alimentari.

Al fine di diradare ogni dubbio occorre ricordare che non tutti classificano bene la differenza fra allergia alimentare e intolleranza alimentare. In ambedue i casi si può assistere alle stesse conseguenze, ma mentre l’allergia non è dose dipendente, visto che basta una dose infinitesimale per scatenare un attacco, nel caso dell’intolleranza alimentare, affinché si possa assistere ad una reazione occorre che la sostanza sia ingerita in una quantità individuale prestabilita. Ne deriva che prima di giungere ad una reazione allergica il paziente subisce tutta una serie di disturbi violenti, ma non letali, che gli evita di ricorrere nuovamente a quell’alimento e non solo, spesso la dose necessaria perché si scateni l’attacco è compatibile con lo stato di benessere individuale, per cui il soggetto “intollerante” si accorge con gli anni, al variare della quantità assimilata di quell’alimento, di essere “intollerante” a quest’ultimo.




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