Chi non ama un animale in casa? il problema
semmai è un altro, ovvero, quanto riusciamo ad amare un animale senza farci
sopraffare dal nostro egoismo non soltanto consentendo di detenere animali che
per dimensioni e carattere mal si adatterebbero alle nostre mura domestiche,
ma addirittura, estendendo il nostro interesse nei confronti di animali
selvatici trasferiti nelle nostre abitazioni per sedare la smania di molti di
noi di apparire, di servirsi di status symbol per dimostrare agli altri quanto
valiamo. E’ giusto tutto ciò e, oltretutto, detenere animali esotici laddove
non si dovrebbe fare, non può aprire la porta al rischio malattie?
Ebbene si, il rischio è anche questo, lo
stigmatizza molto bene un’importante Associazione dei Consumatori,
Prontoconsumatore che indica nel mercato legale di animali esotici e selvatici
il rischio malattie e, poiché, l’Unione Europea è il secondo importatore di
questi animali cui si aggiunge il mercato illegale di fauna selvatica ed
esotica, giunto per volume di affari al terzo posto dopo il traffico della
droga e delle armi, la situazione sanitaria sta sfuggendo di mano innescando
pericolosi focolai che prima o poi potrebbero esplodere mettendo a rischio la
salute di tutti.
Riportiamo per intero l’articolo di
Prontoconsumatore
Tenere animali esotici e selvatici in
casa, non è semplice, soprattutto perché questi animali, che spesso vengono
tenuti come animali da compagnia, determinano in realtà un alto rischio di
zoonosi, ovvero di quelle malattie trasmissibili dagli animali all’uomo. Nell’Unione
Europea proprio il numero sempre crescente di animali importati, venduti e
detenuti ha fatto aumentare sensibilmente il rischio di malattie e la necessità
di avere politiche di prevenzione. Da virus potenzialmente mortali come la
rabbia e la peste, fino alla salmonella e alla tubercolosi, un rapporto di
recente pubblicazione, curato da Eurogroup for Animals, ha analizzato il
rischio di zoonosi degli animali selvatici ed esotici. Il rapporto, oltre a
mettere in evidenza i rischi per la salute dell’uomo, evidenzia come questo
tipo di animali non sia adatto a essere trattato come un animale da compagnia:
oltre a condizioni di vita inadeguate, infatti, molto spesso questi animali
vengono abbandonati, con scarsissime possibilità di trovare nuovi proprietari.
Vediamo cosa dice la Lav citando una Sintesi dal Rapporto di Eurogroup for Animals Rischi
sanitari causati dai nuovi animali “da compagnia” (a cura del Settore Circhi,
Zoo, Esotici della LAV)
Contesto
Negli ultimi anni c’è stata
un’esplosione senza precedenti nella detenzione degli animali selvatici ed
esotici come animali “domestici”, o “nuovi animali da compagnia” come vengono
definiti in Francia. Molti di questi animali provengono da altre parti del
mondo, ed alcuni appartengono a specie protette. Questo trend sempre crescente di
animali selvatici ed esotici come pet solleva però preoccupazioni in merito
alla salute degli umani e degli animali, al benessere animale e alle minacce
alla biodiversità.
Nel corso dei secoli, alcune
specie locali sono state “addomesticate” e sono diventate cosmopolite, ad
esempio cani, gatti, furetti, cocorite e topi ballerini.
Tuttavia oggigiorno si trovano
sul mercato nuove specie di cui poco si sa in merito alla gestione e ai loro
bisogni, alla riproduzione e ai rischi per la salute.
Alcune persone definiscono
effettivamente come “da compagnia” animali in realtà selvatici, quali ad
esempio, Procioni (Procyon lotor), Moffette (Mephitis spp.), Petauri dello
zucchero (Petaurus breviceps), Scimmie di Barberia (Macaca sylvanus),
Pipistrelli della frutta egiziani (Rousettus aegyptiacus), e rettili quali
l’Iguana dai tubercoli (Iguana iguana).
Zoonosi
Questo fenomeno solleva in
particolar modo l’argomento delle zoonosi e delle malattie animali che gli
animali selvatici ed esotici importati potrebbero trasmettere alla popolazione
umana o animale nel paese di importazione. Il 60% delle Malattie Infettive
Emergenti sono zoonotiche e di queste oltre il 70% di quelle che hanno origine
dalla fauna selvatica rappresentano una minaccia molto significativa e in
crescita per la saluta globale. Numerose zoonosi veicolate dalla fauna
selvatica ed esotica sono molto gravi, incluse la rabbia, la peste, la
salmonellosi e l’Ebola.
Ampiezza del commercio di
fauna selvatica ed esotica e globalizzazione
Le specie vengono introdotte in
nuove parti del mondo rispetto ai paesi d’origine, con una velocità senza
precedenti, dovuta all’aumento del volume e dell’intensità del commercio, dei
trasporti e del turismo. Le condizioni di trasporto degli animali possono
facilitare la diffusione di malattie, in quanto le specie vengono mischiate,
gli animali trasportati in spazi limitati e in condizioni di stress per le
quali il loro sistema immunitario può risultare compromesso. La durata del
trasporto può essere più breve del periodo di incubazione della malattia,
conseguentemente i sintomi potrebbero non essere visibili fino alla conclusione
del trasporto, una volta che l’animale giunga a destinazione, nel negozio di
animali o addirittura dopo l’arrivo in casa. L’EU, in quanto principale
importatore di animali selvatici ed esotici vivi, dovrebbe seriamente prestare
attenzione ai potenziali rischi per la salute.
Il Rapporto
Questo rapporto è un’analisi
della documentazione delle malattie zoonotiche trasmissibili dagli animali
selvatici ed esotici agli esseri umani, suddivise per gruppi di specie animali.
Primati – A causa degli stretti
legami genetici con gli umani i primati sono uno dei gruppi di specie con il
più alto rischio di zoonosi. I rischi di zoonosi presenti sono la rabbia,
l’Herpes B virus, il vaiolo
delle
scimmie, la tubercolosi, batteri del tratto digerente (salmonella, shigella),
zoonosi trasmissibili tramite morsi (pasteurellosi) e vari parassiti (amebe,
tricocefali, ascaridi).
Alle scimmie di barberia
vengono iniettati vaccini studiati per cani e gatti con il risultato di
accidentali contaminazioni di rabbia.
Roditori – Questo gruppo
rappresenta l’animale domestico più diffuso in Europa. I rischi zoonotici più
frequenti includono infezioni benigne della pelle quali dermatofitosi
(infezione micotica), scabbia, pulicosis (dermatiti causate dalle pulci),
leptospirosi e contaminazioni con agenti batterici presenti nel tratto
intestinale quando il proprietario cambia la lettiera (Yersinia spp.,
Salmonella spp.). Più raramente i roditori selvatici possono trasmettere
malattie molto gravi quali la peste. Varietà scavatrici (marmotte, scoiattoli
di terra, gerbilli) rappresentano i rischi più alti. Alcuni cani della prateria
negli Stati Uniti hanno trasmesso ad esseri umani il vaiolo delle scimmie dopo
essere stati tenuti insieme a roditori infetti nel viaggio dall’Africa.
Carnivori – Anche se i
carnivori vengono importati con meno frequenza rispetto a scimmie o rettili,
alcuni privati detengono carnivori selvatici, incluse moffette, procioni e
fennec. Il principale rischio associato a queste specie è la rabbia. Quando fu
scoperta l’epidemia di SARS (Sindrome respiratoria acuta grave), alcuni
allevatori cinesi stavano tentando di addomesticare una Civetta delle palme
mascherata (Paguma larvata) che è il probabile collegamento con il serbatoio
del coronavirus che causa la SARS negli esseri umani.
Marsupiali – Recentemente in
Europa sono stati venduti come pet anche alcuni marsupiali quali il Petauro
dello zucchero (Petaurus breviceps) ed il Tricosuro Volpino (Trichosurus
vulpecula). L’ultimo è diventato il serbatoio d’incubazione di tubercolosi
bovina causata dal Mycobacterium bovis in Nuova Zelanda, dove è stato
introdotto nel 1840. C’è un rischio concreto che queste specie possano dar vita
ad un nuovo ceppo di tubercolosi in Europa.
Pipistrelli – E’ risaputo che i
pipistrelli sono portatori di rabbia, tra gli altri virus. I pipistrelli della
frutta in Australia e Malesia sono stati messi in relazioni a gravi zoonosi,
rispettivamente l’Hendra virus e il Nipah virus, che hanno portato a decessi
umani. Un pipistrello della frutta Egiziano qualche tempo dopo essere stato
venduto in un negozio di animali francese è morto di rabbia, le conseguenze
risultanti furono 130 persone vaccinate e la morte per eutanasia di tutti gli
animali con cui era venuto in contatto in Francia.
Rettili – La salmonellosi è la
principale zoonosi trasmessa dai rettili. Si stima che il 90% dei rettili in
cattività sia un portatore sano di salmonella. I rettili possono inoltre
trasmettere la tubercolosi (Mycobacterium marinum), e anche alcune parassitosi.
I bambini, gli individui
immunocompromessi e le donne incinta possono essere più suscettibili a queste
malattie. Sono stati riportati casi di salmonellosi in individui, inclusi
neonati, che non sono stati a diretto contatto con I rettili ma che vivono in
abitazioni in cui questi vengono tenuti come pet.
Pet selvatici ed esotici
possono inoltre trasmettere malattie ad animali autoctoni e domestici.
La maggior parte degli agenti
patogeni che causa queste zoonosi può inoltre essere trasmesso ad altri
animali. Questo è il caso, per esempio, della rabbia (primati, carnivori,
chirotteri), della tubercolosi (tutti i mammiferi ed i rettili), leptospirosi
(roditori), ma anche febbre Q (rettili, primati) e brucellosi (tutti i
mammiferi).
Raccomandazioni
La probabilità di introdurre
una grave zoonosi attraverso un animale esotico può essere bassa, ma il
pericolo che pone per la salute pubblica richiede vigilanza. Inoltre sembra
chiaro che alcune specie animali pongono rischi maggiori di altri per la
salute. Di conseguenza Eurogroup for Animal offre le seguenti raccomandazioni
per affrontare i rischi sanitari associati al commercio di animali selvatici.
Obiettivo complessivo – ridurre
il commercio di animali selvatici ed esotici e stabilire misure che prevengano
il rischio sanitario
• Informare i potenziali
detentori di animali sui rischi e i bisogni particolari degli animali selvatici
ed esotici – L’educazione dei detentori, attuali e potenziali, di animali
selvatici ed esotici relativamente ai rischi ecologici e sanitari e ai particolari
bisogni legati al benessere per gli animali selvatici ed esotici è vitale.
Acquisti impulsivi nei negozi
di animali, o da parte di turisti poco informati, mostrano che pochi tra i
potenziali acquirenti tengono in considerazione le difficoltà associate alla
cura adeguata e alla detenzione degli animali destinati a vivere a contatto con
gli esseri umani.
• Proteggere il benessere degli
animali e degli esseri umani – Gli Stati Membri possono stabilire restrizioni
sulla tipologia di animali che possono essere detenuti come animali domestici,
ad esempio proibendo la detenzione di animali selvatici ed esotici. Il Belgio
ha stabilito una lista di 42 mammiferi che possono essere detenuti, basandosi
su criteri riguardanti la salute, la sicurezza ed il rischio ecologico
correlati alla possibilità di tenere gli animali in cattività nelle case e nel
contempo rispettare le sue esigenze biologiche, e la disponibilità di
conoscenze sulle cure veterinarie e sulla gestione delle specie.
• Identificare le specie in commercio
che rappresentano un rischio ecologico e sanitario – Dovrebbe venir intrapreso
uno sforzo mirato all’identificazione delle specie in commercio che
rappresentano un rischio sanitario ed ecologico. L’epidemiologia delle malattie
in aree estranee alla specie potrebbe essere di difficile comprensione e questo
potrebbe rendere difficile una corretta diagnosi, per le figure professionali
che lavorano in ambito sanitario. Alcuni gruppi, quali ad esempio i primati,
possono rappresentare rischi maggiori di altri a causa della loro somiglianza
genetica agli esseri umani.
• Stabilire misure sanitarie –
Dovrebbero esser definite delle misure sanitarie basandosi sul riconoscimento
del rischio delle specie. Per le specie importate la soluzione migliore per
minimizzare il rischio sarebbe quella di mettere in atto procedure di
campionamento, metodi di detenzione e test diagnostici di riferimento per le
principali zoonosi. La creazione di procedure per prendersi cura di animali
clinicamente sospetti consentirebbe di agire più rapidamente e in modo più
efficace in caso di emergenza.
Un’altra possibilità sarebbe
quella di limitare o proibire l’importazione di alcune specie similmente alle
restrizioni sul commercio di uccelli catturati in natura.
Per prendere visione del
rapporto completo (redatto in lingua inglese):
http://eurogroupforanimals.org/files/publications/downloads/Zoonotic-risk-report.pdf
Redazione Web Prontoconsumatore - Redattore DD
Cane della prateria.Recentemente una persona probabilmente si è ammalata di infezione virale tenendo a stretto contatto tale tipo di animale con escrementi ed urine.I sintomi sono evidenziati,da analisi di laboratorio e diagnosi che parla di INFEZIONE di origine VIRALE sono:Febbre,emorragie,piastrine,globuli bianchi fortemente ridotti,ferro e calcio azzerati. VES azzerati.Escludendo a priori leucemia,è possibile che veramente si tratti di una infezione derivata dal contatto con feci ed urine di questo animale?
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